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Lotte in Italy, ma non era un film scandalo…

Comincia martedì 16 aprile la rassegna degli Sperimentali Tv, con uno speciale Jean Luc Godard

pubblicato 15 Aprile 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 15:47

Accadde un fatto curioso al Festival di Berlino quando negli anni Settanta venne presentato il film di Jean Luc Godard, grande regista svizzero-francese, intitolato Lotte in Italia. Per la presentazione il titolo fu tradotto per il programma destinato ai compratori mondiali: Lotte in Italy. Accorse alla proiezione un buon numero di addetti ai lavori, convinti che Lotte fosse il nome di una ragazza e che Lotte fosse andata in Italy per scorribande erotiche.

Un equivoco sensazionale, diciamo così. Poiché “Lotte in Italia” è il film che Godard dedicò alla situazione nel nostro Paese nella stagione tardiva della contestazione e delle proteste giovanili e operaie, in un approssimarsi di fatti che porteranno alle angosciose, drammatiche vicende del terrorismo. Il film di Godard è molto serio e indicativo di una situazione grave. A distanza di quarant’anni viene recuperato e mostrato nella rassegna della Cineteca Nazionale al Cinema Trevi di Roma, via del Puttarello, che si apre martedì 16 aprile in due turni di proiezioni alle 17 e alle 21.

“Lotte in Italia” verrà mostrato venerdì 19, giorno di chiusura della rassegna degli Sperimentali Tv della Rai, di cui sono stato il curatore, e di cui parlerò nella serata inaugurale il 16. Di fatti interessanti, sintomatici, curiosi, ce ne sono tanti nella storia degli Sperimentali, “una magnifica stagione”, come la si è voluta chiamare. Saranno raccontati dagli stessi autori. Ne ho citati alcuni; adesso completo l’elenco dei ventuno nomi inseriti nella rassegna. C’erano negli Sperimentali giovani e meno giovani, addirittura maestri del cinema; tra costoro, oltre a Godard, Marco Ferreri , che girò un bellissimo documentario intitolato “Perché pagare per essere felici”: sui concerti rock in un’America tra il pacifismo (era in corso la guerra del Vietnam) e i sogni dei “figli dei fiori” e della musica.

C’era Glauber Rocha con “Cancer”, un film girato a Rio de Janeiro, intenso,vivo e sconsolato per le alternanze di esaltazione e dolori nella contestazione scesa per le strade. E con “Tatu Bola”, una favola. C’era Giancarlo Cobelli, grande regista di teatro e di cinema, autore di un film ricavato da un famoso testo: il “Woyzeck”. Cobelli non c’è più da poco, come Rocha che non c’è da molti anni. I loro lavori sono esemplari di una “stagione” e non solo, incomparabili, profondi. Nella rassegna, i “veri” giovani sono in grande maggioranza e gli accostamenti, le mescolanze, i contatti furono numerosi, e significativi.

Eccoli. Maurizio Cascavilla, con “Utopia utopia”, un film di cui è protagonista Renato Nicolini alle prese con una storia sulle utopie e le realtà della architettura come sogno per il futuro. Andrea Frezza , anche scrittore, con “Memoriale dalla rovine”, un viaggio nella antichità in cerca di orizzonti inediti. Giorgio Turi, “Dalla parte del manico”, sulle armi e sulla violenza negli anni di guerra e di terrori. Ennio Lorenzini, “Cronaca di un gruppo”, sulla Parigi del Maggio del ’68 e anni seguenti. Nino Russo, “Da lontano”, un bilancio dal nord al sud di un emigrato che torna nella terra travolta dalla modernità, in cui spopolavano ancora le santone. Un panorama che risulterà colmo di sorprese. La rassegna inizia il 16 aprile e finirà il 19. La sera del 16 ci sarà un incontro con gli autori e la proiezione di “Lapsus”, un film sui poeti e sui viandanti in cerca di poesia.