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Luigi Magni è morto. Il ricordo di Cineblog

Attivo dalla seconda metà degli anni ’50 fino all’inizio del nuovo secolo, dopo la morte dell’amico Nino Manfredi si ritirò a vita privata.

pubblicato 27 Ottobre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 08:04

E’ da poco giunta la notizia di un grave lutto per il cinema italiano: è scomparso questa mattina nella sua amata Roma, all’età di 85 anni Luigi Magni, regista e sceneggiatore. Nato nella capitale il 21 marzo 1928, Magni esordì professionalmente nel 1956, sceneggiando film per Mastrocinque, Bianchi, Lizzani, Lattuada, Monicelli e altri grandi registi dell’epoca. Iniziò la carriera di regista nel 1968, dirigendo Faustina, mentre l’anno successivo girò uno delle sue opere più famose, Nell’anno del signore, iniziando un sodalizio artistico con Nino Manfredi che sarebbe durato per oltre trent’anni.

Fu più prolifico come sceneggiatore che come regista, ma dietro la camera da presa firmò alcuni titoli indimenticabili, come In nome del Papa Re (1977) e Arrivano i bersaglieri (1980), conclusione idelae sul suo ciclo di film dedicati all’epopea risorgimentale. L’ultima fatica cinematografica nel 2000, con La Carbonara, sempre con l’amico Nino Manfredi, Lucrezia Lante della Rovere e Valerio Mastandrea. Nel ’95 vinse il suo primo David di Donatello, per la sceneggiatura di Nemici d’infanzia (del quale firmò anche la regia), film grazie al quale si aggiudicò anche il Premio Pietro Bianchi al Venezia Film Festival di quell’anno.

Nel 2004 venne premiato al Festival di Taromina, mentre nel 2008 ottenne il David di Donatello alla carriera per celebrare i suoi 80 anni e i 40 di attività registica. Ma nonostante i numerosi riconoscimenti, il regista rimaneva legato specialmente al suo pubblico e lui, vero cantore della romanità popolana del Belli e del Trilussa, dichiarò in un’intervista di alcuni anni fa:

“Il miglior premio è di essere fermato per la strada da uno che non hai mai visto e che ti dice “Senta, ma lei quando me lo fa un altro film?” Questo è l’unico vero premio che puoi ottenere facendo questo mestiere: qualcuno che ti dimostri di sentire la tua mancanza, perché i tuoi film gli sono piaciuti, lo hanno divertito e commosso.”

I funerali martedì nella chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo. Massimo Bray, Ministro dei Beni culturali e del Turismo, ha così onorato, sul suo profilo twitter, la memoria di questo grande protagonista del nostro cinema: