L’ultimo Rambo. Intervista a Sylvester Stallone
Sylvester Stallone parla di Rambo 5 e della storica rivalità con Arnold Schwarzenegger
Rispondendo alle interessanti domande di un recente incontro canadese, Sylvester Stallone ha parlato del mutato rapporto con Arnold Schwarzenegger, degli impegni per il futuro e… della possibilità che Rambo ci lasci le penne in un eventuale quinto capitolo della saga. Riproponiamo i punti cruciali dell’intervista, rimasti fuori dal montaggio video qui sopra. Stallone, che quest’anno spegnerà la bellezza di 66 candeline, è atteso al cinema con The Expendables 2 e Bullet in the head.
È vero che hai rifiutato di lavorare con Tarantino?
Sì, due volte. La parte di De Niro in Jackie Brown e la parte di Kurt Russell in Grindhouse. Mi sono detto: “Non esiste. Io ho due figlie, e l’hobby di questo tizio è provocare incidenti automobilistici mortali che coinvolgono delle ragazze”.
A conti fatti non hai recitato spesso nel ruolo del cattivo…
No. Ma ora ne interpreterò uno per il remake di una bellissima pellicola spagnola chiamata No Rest for the Wicked. È un film dal tono molto duro, che ricorda parecchio Il Cattivo tenente.
Però hai interpretato un valido sceriffo in Cop Land e sei dovuto ingrassare parecchio. Come ti sei trovato in quei panni?
Inizialmente è stato orribile, ma dopo un po’ mi è piaciuto essere fuori forma. Davvero!
E in che tipo di forma sei adesso?
Ottima forma. Ho subito diversi interventi. Sono una sorta di attore-Frankenstein. Ho appena sistemato la cuffia dei rotatori. Qualcuno ha pubblicato questa foto di me e Arnold [Schwarzenegger]. Effettivamente ci siamo presentati nello stesso ospedale: stesso medico, stessa operazione, stessa spalla. Lui era già stato operato, e io lo stavo seguendo. Sono sempre io quello che insegue! Arnold si sentiva già bene, perché era sotto sedativi, quindi abbiamo parlato un po’ prima della mia operazione. Quando quella foto è uscita la gente ha detto: “Sembra fasulla”. Ma cavolo, ho una siringa nel collo!
Si dice che tu e Arnie eravate davvero nemici.
Questa storia è andata avanti per tanto tempo. Non potevamo sopportare di essere nella stessa stanza, ma avere un valido avversario è una buona cosa. Ti fa perdere il sonno, ti scatena la voglia di alzarti la mattina e andare in palestra. Abbiamo iniziato nel business del cinema quasi lo stesso giorno. Ci siamo ritrovati ai Golden Globes [1977] dove lui aveva vinto come miglior esordiente e io avevo perso come miglior attore, ma avevo comunque vinto per il miglior film [Rocky]. Allora gli ho tirato addosso un bouquet di fiori, come per dire “E dai amico!” Da quel giorno tra noi è scattata una gran competizione. Poi vai avanti nella vita, ti fai una famiglia, e ti rendi conto che l’avversario è molto simile a te. Ora andiamo d’amore e d’accordo.
Ma quando sono cambiate le cose?
Quando Arnold si è candidato come governatore. Ha iniziato a mandarmi gli inviti per partecipare agli eventi. Inizialmente ho sempre detto di no, poi mia moglie mi ha fatto notare che stava semplicemente porgendo il “ramo d’ulivo”, e mi sono ritrovato in una campagna elettorale. Successivamente Arnold ha fatto grandi cose per me, come comparire in The Expendables, gratuitamente, mentre era ancora governatore.
Ora siete insieme nel sequel e in The Tomb. Un match nella gabbia tra te e Arnie, chi vince?
Vinco io. Mi dispiace, Arnold, ma è la verità. Tu puoi alzare più pesi di me sulla panca, ma nella gabbia vinco io!
Sei tornato in vetta con il tuo Rocky Balboa.
La mia carriera era finita, morta. Chiedevo di fare un ultimo Rocky ma trovavo tutte le porte chiuse, dopo il disastro avvenuto 16 anni prima [Rocky 5]. Alla fine un produttore ha accettato di finanziarmi per 20 milioni … [Rocky Balboa ha incassato 150 milioni di dollari in tutto il mondo.] Ora vorrei tanto fare un altro Rambo. Una storia ambientata in Arizona, al confine. Con lui che va in Messico e ovviamente litiga con i messicani.
Questa volta sarà la fine per Rambo?
Sì