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M.I.A. – La cattiva ragazza della musica: trailer italiano del documentario premiato al Sundance Film Festival

M.I.A. – La cattiva ragazza della musica: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sul documentario di Steve Loveridge evento speciale al cinema dal 20 al 23 gennaio 2019.

pubblicato 16 Gennaio 2019 aggiornato 29 Luglio 2020 21:43

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Dal 20 al 23 gennaio arriva al cinema M.I.A. – La cattiva ragazza della musica, il documentario diretto da Steve Loveridge premiato al Sundance Film Festival con il Premio speciale della Giuria.

Affascinante, spavalda, carismatica. La pop star M.I.A. ha sempre avuto un solo desiderio: esprimersi. Nel film che ha stregato il Sundance e la Berlinale, Steve Loveridge racconta l’incredibile viaggio della piccola Maya, dall’infanzia nello Sri Lanka alla trasformazione nella popstar M.I.A. Ispirata dalle sue origini e dal suo originale percorso di vita, Maya ha dato vita a un’identità composita caratterizzata da mashup, taglia e incolla e commistioni che trae ispirazione da ogni tappa del viaggio personale: uno sketchbook sonoro che unisce punk, ritmi hip-hop e la voce della gioventù multiculturale.

Senza mai cedere ai compromessi, Maya punta la sua cinepresa e riprende le numerose battaglie intraprese contro l’industria musicale e i mass media, mentre il suo successo cresce a dismisura e la incorona come l’artista più anticonvenzionale e provocatoria del panorama artistico musicale odierno. Fra politica tamil, immigrazione, ingiurie e giacche fluo, è l’artista stessa a dipingere la sua favola con colori sgargianti, restando coerente con le sue tante contraddizioni. E sussurrando, con sguardo accattivante: “Live fast, die young… bad girls do it well!”

“M.I.A. – La cattiva ragazza della musica” è un ritratto personale composto da filmati amatoriali girati negli ultimi 22 anni da Maya Arulpragasm e dai suoi amici più intimi e che cattura lo straordinario percorso di Maya da adolescente immigrata a Londra alla popstar internazionale che conosciamo come M.I.A.
Ispirata dalle sue origini, M.I.A. ha dato vita a un’identità composita caratterizzata da mashup, taglia e incolla e commistioni che trae ispirazione da ogni tappa del viaggio personale: uno sketchbook sonoro che mescola la politica tamil, il punk della scuola d’arte, i ritmi hip-hop e la voce della gioventù multiculturale. Senza mai cedere ai compromessi, Maya punta la sua cinepresa e riprende le numerose battaglie intraprese contro l’industria musicale e i mass media, mentre il suo successo cresce a dismisura e la incorona come l’artista più anticonvenzionale e provocatoria del panorama artistico musicale odierno.

 

 

NOTE DI PRODUZIONE

 

Matangi Arulpragasm (Maya per gli amici e star di fama mondiale conosciuta con il nome di M.I.A.) è stata per anni un inarrestabile fenomeno della musica, ma nonostante la grande esposizione pubblica e mediatica e i suoi modi di fare schietti e diretti, sotto alcuni aspetti è per molti ancora un enigma, la cui sfera privata e la vita di tutti i giorni sono custodite gelosamente. Questo è il motivo per il quale in molti sono stati sorpresi alla notizia che la cantante avesse dato il suo consenso al compagno di studi Steve Loveridge per la realizzazione di un documentario su di lei, attingendo direttamente al suo archivio personale, un piccolo tesoro incredibilmente ricco di video girati da Maya nel corso della sua vita. Questo insieme di registrazioni, molto personali, ancora grezze e non lavorate, apre una finestra sulle riflessioni più intime dell’artista su diversi temi come l’arte, la politica, l’identità, e invita a riflettere su quanto la confluenza di tutti questi elementi sia stata di fondamentale importanza per lei e la sua crescita artistica e personale.

Steve stesso fu abbastanza stupito da questa decisione, anche alla luce della
riluttanza iniziale dimostrata da Maya quando le accennò per la prima volta la proposta. “Fondamentalmente, ho ottenuto il suo consenso perché le ho chiesto il permesso di farlo; sono andato da lei e le ho detto che ne avrei fatto un bellissimo documentario”. Il fatto che Steve abbia avuto, in qualità di regista, carta bianca sull’utilizzo del materiale di archivio (“Maya alla fine mi disse ‘Okay, ecco i video, vai e fai ciò che devi fare’”) fa trasparire già la profonda fiducia e connessione artistica che lega Maya e Steve. I due si sono incontrati al St. Martin’s College a metà degli anni ‘90, dove frequentavano insieme la scuola di Belle Arti, specializzazione in film e video. Steve proseguì con gli studi in animazione, grafica e illustrazione, mentre Maya si concentrò sulla musica per esprimere le sue idee politiche e creative. Nonostante il percorso differente, i due hanno continuato a collaborare, Steve ha lavorato a molti album di Maya anche nel momento in cui la sua carriera è decollata. Il documentario M.I.A. – La cattiva ragazza della musica sarebbe stato impossibile da realizzare senza la loro amicizia e l’amore condiviso per il progetto.