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Maggio al cinema: TOP e FLOP secondo Cineblog

Come di consueto, Cineblog propone le sue preferenze circa i TOP ed i FLOP del mese che accingiamo a salutare. Leggete cosa ne pensano i redattori

pubblicato 31 Maggio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 14:08

Maggio, mese di Cannes. Non per questo però più avaro presso le sale, che con la Festa del Cinema si sono peraltro riempite come non succedeva da parecchio tempo. Ad ogni modo, ecco il nostro essenziale resoconto, tra cui spicca la menzione dell’ultimo film di Paolo Sorrentino, più fortunato tra le nostre mura che in quel della Croisette. Ben magra consolazione, ce ne rendiamo conto, ma pur sempre un riconoscimento.

Gabriele

  • TOP: No – I giorni dell’arcobaleno di Pablo Larrain – lo vado ripetendo da un anno, e non sono mica stufo. Capolavoro! Menzioni speciali a due splendidi film strabordanti di stile: La grande bellezza di Paolo Sorrentino e Confessions di Tetsuya Nakashima. Quando l’estetica ricca ha un suo senso preciso e fondamentale.
  • FLOP: L’uomo coi pugni di ferro di RZA – che meraviglioso immaginario che crea, RZA. Come ha imparato bene da Tarantino, di cui fa praticamente un “Kill Django”. E ovviamente fa schifo. Menzione speciale a quell’altra schifezza de La casa, che ha solo un’idea che mi piace (l’ago nell’occhio) e tutto il resto è riciclaggio, noia e puro ridicolo.

Andrea

  • TOP: La grande bellezza di Paolo Sorrentino – ok, Sorrentino non piace a tanti e per alcuni è anche abbastanza sopravvalutato, motivo per il quale l’essere rimasto a bocca asciutta a Cannes non a tutti è parso così scandaloso.
    Tuttavia, al di là di qualsiasi personale (pre)giudizio, è cosa rara trovare oggi un regista che sappia raccontare disagi e assenze dell’attuale umanità (e italianità) con stile cinematograficamente “pieno” e sempre personale, riuscendo a rendere vivi anche i luoghi intorno ai personaggi. “La grande bellezza” è soprattutto questo, cinema che “muove” dai luoghi (in questo caso Roma) per giungere agli individui, cinema che, al di là di qualsiasi ideologia, crede ancora nella “grande bellezza” del filmare tutto, cose e persone. Gli intellettuali snob ne adoreranno l’aura da “dolce vita” ma è per la sua messa in scena straniante e sospesa che entra negli occhi (e nel cuore) del cinefilo.
  • Flop: Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe di Tommy Wirkola – lo “scult” della stagione. Difficile trovare un film più brutto quest’anno. E non soltanto perchè è il solito fantasy tutto CGI (orrida) e finta rilettura fiabesco-horror ma anche perchè è fatto scandalosamente male anche per il pubblico anestetizzato dei multiplex. Il quale però, sia in Italia che nel resto del mondo ha sorprendentemente gradito facendogli incassare la bellezza di 224 immeritatissimi milioni di dollari. Spiace vedere Jeremy Renner buttarsi via dopo “The Hurt Locker” e “The Town” ma evidentemente le sirene del vile denaro in questo caso sono state più forti. Si spera in nessun sequel…

Antonio

    TOP: Confessions di Tetsuya Nomura e Solo Dio perdona di Nicolas Winding Refn – per la prima volta mi trovo a non saper scegliere tra due film, perciò li infilo entrambi. Tanto Nomura quanto Refn colpiscono per uno stile visivo forte, di sicuro impatto. Più studiato il primo, meno immediato il secondo. Ad ogni modo impreziosiscono entrambi il palinsesto del mese oramai consumatosi.

    FLOP: Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe di Tommy Wirkola – il trailer mi fece dire perplesso, anche se lasciava intravedere un minuscolo spiraglio. La visione ha rincarato la dose di perplessità, spingendola sino alla completa delusione per un film a cavallo fra trasposizione anacronisticamente velleitaria e finto divertissement che ahimè non riesce nemmeno nel basilare compito di intrattenere.

Federico

    TOP: La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino – difettoso ma meraviglioso, il nuovo Paolo Sorrentino ha avuto il merito di ‘osare’, dando automaticamente vita ad un film che probabilmente impareremo ad amare solo nel corso degli anni. Felliniano e lynchiano, con maschere straordinarie, una Roma maestosa, una Ferilli sorprendente e un Toni Servillo ancora una volta spaventoso (ridicolo il Nastro speciale per evitare che umiliasse la concorrenza italiota), La Grande Bellezza ha semplicemente dipinto sul grande schermo parte dell’Italia di oggi, di una bellezza folgorante sul piano artistico eppure così vuota, in ambito sociale, culturale e politico. Ad impreziosire il tutto, la regia mai banale e a tratti strabordante di un Sorrentino che ancora una volta, nel caso in cui ci fossero dubbi a riguardo, si è dimostrato il miglior regista italiano vivente e in attività.

    FLOP: Il Grande Gatsby di Baz Luhrmann – da una grande meraviglia ad una grande delusione, passando sempre per Cannes. Chi scrive apprezza Baz Luhrmann, tanto dall’aver amato i suoi primi 3 film, ed attendeva questa nuova versione di Gatsby come il Messia. Peccato che il film si sia poi dimostrato un’enorme accozzaglia di immagini patinate, prive di sostanza e slegate nel loro insieme. Con un budget di oltre 100 milioni di dollari, un romanzo di partenza così importante, un cast straordinario, 6 mesi in più di post-produzione e un regista tanto visionario, era doveroso attendersi il massimo. Peccato che Il Grande Gatsby si sia accontentato del minimo, crollando vertiginosamente nell’ora conclusiva. Riprovaci ancora Baz.