Marco Müller parla del Festival di Roma: voglio reinventarlo
Una doppia ricca intervista sulle pagine cittadine de Il Messaggero e LaRepubblica per parlare di ciò che non è ancora ufficiale, ma ormai dato da tutti come certo. Marco Müller sarà il nuovo Direttore del Festival Internazionale del Film di Roma. A parlare apertamente della possibile, e ormai più che probabile, nomina, lo stesso Muller
Una doppia ricca intervista sulle pagine cittadine de Il Messaggero e LaRepubblica per parlare di ciò che non è ancora ufficiale, anche se ormai dato da tutti come certo. Marco Müller sarà il nuovo Direttore del Festival Internazionale del Film di Roma. A parlare apertamente della possibile e ormai più che probabile nomina, lo stesso Muller.
“L’idea di fondo sarebbe reinventare, senza partiti presi, il Festival di Roma. Ma per ora ho avuto soltanto degli incontri benché molto interessanti. Se Barbera rivendica per Venezia il modello Cannes, io rivendico per Roma il modello Sundance. E non mi riferisco solo al festival fondato da Robert Redford ma anche a tutto quello che di laboratorio e sperimentazione gli ruota intorno nel corso dell’anno. A quel punto Roma potrebbe diventare un unicum nazionale, un modello europeo. Voglio coinvolgere l’intera città per rendere omaggio con fierezza alla sua vocazione cinematografica e alla storia del Festival. Dopo i primi contatti con la presidente Polverini ho voluto incontrare Abete per chiedergli la disponibilità di Cinecittà. E penso anche ad altri luoghi ai quali estendere la manifestazione per tutto l’anno”.
Con queste parole Muller ha seminato indizi sulla sua possibile direzione romana, replicando infine ai tanti che in questi giorni hanno voluto polemizzare ricordando i suoi attacchi al Festival capitolino ai tempi in cui era direttore della Mostra di Venezia:
“Io il mostro di Roma? Ma non scherziamo, sono pronto alla collaborazione e al confronto con tutti. Dico che soltanto una volta ho detto qualcosa del genere: era il 2006. Forse è stato equivocato, forse detto male da me. Comunque, mi riferivo al fatto che in Italia non ci possa essere un festival in grado di competere con Venezia. Roma deve rafforzare il proprio presente, rilanciare la propria storia di capitale del cinema. Penso, per esempio, a riportare certe proiezioni in quelle parti di città storica dove le portò Renato Nicolini negli anni Settanta. Penso a Massenzio. Immagino un festival che duri tutto l’anno e sconfini fra i generi, si avventuri nel digitale, nell’elettronica, che si espanda in spazi diversi, andando oltre l’Auditorium o il Maxxi e legando tanti piccoli eventi nel corso dell’anno a una serie di macroeventi che provino a dare conto di tutto ciò che fa il cinema oggi. Tutto questo anche raccordando fra loro i tanti piccoli festival del film romani disseminati nel corso dell’anno”.
Nell’attesa che la politica capitolina smetta di litigare su una nomina che porterebbe solo e soltanto che prestigio al Festival di Roma, Marco Müller ha praticamente messo le cose in chiaro. Il Festival (come noi pronosticammo a febbraio del 2011) è praticamente in mano sua.
Fonte: Repubblica e Messaggero