Stasera in tv: “Maria e l’amore” su Rai 3
Rai Tre stasera propone “Maria e l’amore”, commedia del 2022 diretta da Lauriane Escaffre & Yvonnick Muller e interpretata da Karin Viard, Gregory Gadebois, Noée Abita e Philippe Uchan.
Maria e l’amore (Maria rêve), su Rai Tre la commedia di Lauriane Escaffre & Yvonnick Muller con Karin Viard (La famiglia Bélier) e Gregory Gadebois (E’ andato tutto bene), dai produttori del film campione di incassi Quasi Amici e The Specials – Fuori dal comune.
Maria e l’amore – Cast e personaggi
Karin Viard: Maria Rodrigues
Grégory Gadebois: Hubert
Noée Abita: Naomie Hosseinzadeh
Philippe Uchan: Oratio Rodrigues
Lauriane Escaffre: Florence Desnoyers
Pauline Clémen: Charlotte
Yvo Muller: Hendrick Kofman
Tania Dessources: Fatou
Catherine Salée: Brigitte
Samira Sedira: Karima
Martine Schambacher: Jocelyne
Maria e l’amore – Trama e trailer
Maria (Karin Viard) è una donna delle pulizie. Riservata, timida e maldestra. Sposata da 25 anni. Ma nel piccolo quaderno a fiori che porta sempre con sé, nasconde un tesoro di poesie scritte in segreto. Quando viene assunta dall’impresa di pulizie presso la prestigiosa accademia delle belle arti Paris Beaux-Arts, conosce Hubert (Grégory Gadebois), l’eccentrico capo custode della scuola, che le fa scoprire un mondo affascinante, fatto di libertà, creatività e audacia. Questo nuovo mondo straordinario porterà Maria ad accettare la sua modesta esistenza da moglie devota che ha sempre conosciuto o la convincerà finalmente a lasciar andare e lasciarsi sorprendere dalla vita.
Interviste a cast e registi
L’attrice Karin Viard (Maria) racconta il percorso che l’ha portata a questo progetto e parla del suo personaggio.
Mi interessava lavorare con Lauriane e Yvo perché ho trovato molto divertente il loro cortometraggio Pile Poil e mi è davvero piaciuta la sceneggiatura di Maria e l’amore. È piuttosto originale l’idea di farci scoprire il mondo dell’arte attraverso gli occhi di qualcuno che non ne sa nulla. La sorte di questa donna è piuttosto straordinaria, perché è proprio scoprendo l’arte che si sveglia, si reinventa e cerca di superare le sue avversità. Mi è anche piaciuto molto il fatto che il tono fosse assolutamente privo di cinismo e utilizzi l’affetto come vettore per la comicità. Sono entrata a produzione avviata, quindi non ho avuto il tempo per prepararmi come faccio di solito. Mi sono semplicemente tuffata, seguendo le indicazioni dei registi. La mia personalità è praticamente l’opposto ella di Maria, quindi mi hanno fatto concentrare sul risultare più inibita, meno estroversa di quanto non lo sia in realtà. Ho lavorato con la capo costumista Emmanuelle Youchnovsky, che conosco bene. Abbiamo ideato il look di Maria insieme. Volevo assicurarmi che Maria non indossasse abiti firmati. Abbiamo pensato che i suoi vestiti dovessero risultare accessibili ed economici, provando a darle un aspetto allegro e vivace, per esempio con maglioni a fiori. È interessante, perché se non c’è trasformazione, non c’è film. Quando si segue l’arco narrativo di un personaggio, deve sempre succedergli qualcosa: un incidente che gli cambia il corso della vita, la scoperta della propria libertà… I film sono sempre un buon veicolo per raccontare le storie di donne che stanno attraversando un cambiamento, qualunque esso sia, che le libera. Questa è una causa che appoggio totalmente. Penso che possiamo reinventare le nostre vite in qualsiasi momento e che siamo sempre libere di farlo, anche se può richiedere molto coraggio.
I registi Lauriane Escaffre e Yvo Muller raccontano la genesi del film.
Lauriane: L’ispirazione originale è stata mia nonna, chera una donna delle pulizie. La ricordo come una donna minuta e riservata che parlava piano e si muoveva in punta di piedi. I suoi datori di lavoro la chiamavano per nome, lavorava soprattutto quando le persone non erano in casa, sapeva passare inosservata quando entrava in una stanza. Maria, proprio come lei, è una persona che tendiamo a non guardare, che non si distingue nella società, perché non si dà necessariamente importanza. Fa un lavoro in cui è invisibile, ma vede tutto.
Yvo: Il nostro obiettivo però era far sì che quel personaggio si spostasse nel regno visibile. A contatto con l’arte, Maria lascia che i suoi sentimenti e le sue sensazioni prendano il sopravvento, il che le permette di aprirsi alla vita, rivelando chi è veramente, tornando in contatto con la sua anima, i suoi desideri, riscoprdo sé stessa. In senso figurato e letterale, si mette a nudo. Prende posto sul palco, tra gli studenti, per fare loro da modello, per farsi vedere, il che le permette di riprendere il controllo della sua vita. Tutto ciò richiede necessariamente di stravolgere la sua routine di vita normale.
Note di regia – Filmare alla “Beaux-Arts” di Parigi
I registi Lauriane Escaffre e Yvo Muller parlano della possibilità di girare presso la famosa accademia di belle arti “Beaux-Arts” di Parigi.
Lauriane: L’idea di questo film ha preso forma proprio durante una visita alla scuola d’arte, che è come un labirinto che collega tra loro una moltitudine di spazi incredibilmente cinematografici. Non ci avevamo mai messo piede prima e ne siamo rimasti affascinati. È un luogo visivamente molto eclettico, con una stratificazione di stili architettonici e periodi storici. Per questo, da un patio fiorentino si entra in un edificio degli anni ’70 coperto da decenni di graffiti, o si passa da una scalinata monumentale, ornata di statue antiche, a una sala con un’immensa parete di vetro, o da un’incantevole cappella in una biblioteca incredibile… ed è altrettanto maestoso quando si entra nella stanza della morfologia, piena di scheletri di ogni specie, o nel seminterrato, un museo sotterraneo gremito di opere d’arte da qualsiasi periodo storico.
Yvo: E in mezzo a tutto ciò, c’è questa energia esplosiva. Si percepiscono la libertà e la creatività sfrenate, perché gli studenti allestiscono studi d’arte improvvisati ovunque e riempiono ogni spazio possibile per creare. Visto che non è sempre chiaro se si tratta di spazzatura o di opere d’arte, ci sono bigliettini ovunque per il personale delle pulizie: “non buttare”. Ma un’altra cosa interessante è che è un luogo di apprendimento che non richiede agli studenti di conformarsi a uno standard o di imparare qualcosa di scientificamente provato. È una scuola dove chiedono agli studenti di osare, sperimentare, sbagliare e, soprattutto, di entrare in contatto con sé stessi, per trovarla propria forma d’arte, senza imitare ciò che è già stato fatto. Questo luogo avventuroso, ribelle e trasgressivo era il luogo ideale per esprimere il tema della liberazione che tanto amiamo.
Lauriane: Quindi è lì che sono nate la maggior parte delle scene. Passeggiando tra le varie installazioni e conversando con studenti tutori, ci siamo immaginati scene come quella in cui una donna delle pulizie, senza rendersene conto, butta via un’opera d’arte. Succede spesso. Questo spiega anche il rapporto speciale che si può creare tra studenti e custodi. Essendo sempre a contatto con queste opere d’arte, alcuni di loro sviluppano un interesse vero per alcuni artisti e nel corso degli studi, in un periodo di cinque anni, si creano connessioni reali
Yvo: La cosa incredibile è che abbiamo potuto sentire quanto gli studenti fossero davvero motivati a collaborare con noi al film! Nel bel mezzo della pandemia, ci siamo potuti prendere tutto il tempo necessario per presentargli il nostro progetto, e loro sono stati così gentili da prestarci le loro opere d’arte, oltre a darci tantissimi suggerimenti e a partecipare al processo creativo insieme a noi. È per questo che l’arte nel film è un personaggio a sé. Tutto questo è stato orchestrato da David Bersanetti, il nostro scenografo, che è un artista a pieno titolo ed è stato in grado di riconnettersi con la sua passione più grande. Si è assicurato che ogni installazione avesse un significato relativo alla sceneggiatura, e questo ci ha portato a intraprende alcuni dibattiti veramente affascinanti. Anche se alla fine, abbiamo avuto solo otto giorni per girare tutte le scene nell’accademia delle belle arti e ci siamo strappati i capelli per riuscire a far rientrare tutto quello che volevamo mostrare.
Maria e l’amore – La colonna sonora
- La colonna sonora include musiche originali di René Aubry (Sotto le bombe, La famosa invasione degli orsi in Sicilia) e del regista Yvo Muller, che è anche un compositore , con l’aggiunta di una serie di hit di Elvis Presley (La scelta di Elvis la spiega lo stesso Yvo nella dichiarazione a seguire).
Yvo: All’inizio il film si doveva chiamare Le déhanché d’Elvis, (La mossa di Elvis), quindi avevamo in mente tutta una serie di canzoni che ruotavano attorno al Re. Tra questi c’era un brano musicale di René Aubry, quindi abbiamo pensato che sarebbe stato fantastico se avesse realizzato lui la colonna sonora originale. C’è qualcosa di poetico e un po’ consensuale nella musica di René e ci è piaciuto molto. È un artista di grande talento e sensibilità, che ha lavorato a lungo per la danza. Per l’inizio di Maria e l’amore, dopo Such a Night di Elvis nei titoli di testa, gli abbiamo chiesto di comporre una variazione sulla musica di Elvis Presley, poi per il resto del film, di scrivere canzoni più energiche. Per la musica alla fine, il nostro produttore, che sa che sono un musicista, mi ha chiesto di inventarmi qualcosa. Sono stato felice di farlo, oltre a un po’ di linea vocale che si può sentire nella musica durante il bacio.
1. Bouts de laine
2. La grande cascade
3. Soleils
4. The Lake
5. Maria rêve
6. Après c’est fini
7. Piccola Pioggia
8. Salento
9. Demi lune
10. La nuit
11. Day Off
12. Aquarelle
La colonna sonora di “Maria e l’amore” è disponibile su Amazon.