Mary

MARY di Abel Ferrara con; Juliette Binoche, Matthew Modine, Forest Whitaker, Heather Graham, Stefania Rocca, Kate Conner, Marion CotillardUn regista e attore di Hollywood (Matthew Modine), abituato a sguazzare nello star system, decide di girare in Terra Santa un film sulla passione di Gesù, “This is my blood “. Ma siamo lontani anni luce dal

14 Agosto 2006 08:00


MaryMARY
di Abel Ferrara con; Juliette Binoche, Matthew Modine, Forest Whitaker, Heather Graham, Stefania Rocca, Kate Conner, Marion Cotillard

Un regista e attore di Hollywood (Matthew Modine), abituato a sguazzare nello star system, decide di girare in Terra Santa un film sulla passione di Gesù, “This is my blood “. Ma siamo lontani anni luce dal contestatissimo “The passion” di Mel Gibson e non solo il film rappresentato ne è una prova, ma lo stesso Abel Ferrara con questo film esprime il suo forte dissenso. Punto cruciale del film è L’attrice che interpreta Maria Maddalena una splendida Juliette Binoche, in crisi religiosa intrappolata nel personaggio interpretato, non riesce ad uscirne e decide di restare a Gerusalemme alla ricerca della fede. Le vicende del produttore scrupoloso del film, impegnato nella promozione dello stesso, si intrecciano con la serenità, la ricerca spirituale compiuta dalla protagonista nel film, che si vedrà vagare per Gerusalemme negando i suoi contatti con quel mondo che era anche il suo prima di abbandonare tutto alla ricerca di sè stessa. La formula ormai ricorrente del film nel film, attraverso un biopic sulla vita di Cristo diretto da un tronfio attore-regista (Matthew Modine) incapace, a differenza della protagonista del film, di interrogarsi sulla propria spiritualità ma aggrapandosi a motivi materiali di successo e fama sulla scia del piu volte citato Gibson. Tutto il film si giocherà sul contrappeso tra una persona che ha scelto di perseguire la sua identità la sua spiritualità, che non riesce ad essere insensibile di fronte al tema trattato e chi invece tiene questo argomento cosi lontano e distaccato dalla sua vita reale.
Io ho trovato questo film ben fatto ed intelligente per le dinamiche proposte e a chi ha criticato Ferrara di non aver fatto emergere uno sguardo personale, un punto di vista sulla vicenda, rispondo che forse proprio questa scelta l’ha reso unico ed originale e non va quindi considerara come elemento a sfavore. La conclusione risulta però un po’ affrettata e rovina l’armonia e l’equilibrio del film, almeno in parte. Ed è questo che ha frenato gli entusiasmi. Ma una rilettura a freddo me lo fa ricordare come un buon film lontano dal cinema di Ferrara ma lucido, originale e ben costrutio.