Memorie di un assassino: poster in esclusiva per Cineblog
Il 13 febbraio 2020 arriva nei cinema italiani il capolavoro “Memorie di un assassino” di Bong Joon-ho, il regista dell’acclamato e pluripremiato “Parasite”.
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L’eclettico regista sudcoreano Bong Joon-ho (Parasite) torna nei cinema italiani il 13 febbraio con Memorie di un assassino, un dramma poliziesco ispirato ad eventi reali che segue tre detective che nel 1986 indagano su un complicato caso che coinvolgerà il primo serial-killer coreano.
“Memorie di un assassino” sarà distribuito per la prima volta in Italia da Academy Two che ha fornito un poster ufficiale in esclusiva per Cineblog che vi proponiamo a seguire, subito dopo la sinossi ufficiale.
In un piccolo villaggio, nel 1986, viene trovata una giovane donna brutalmente assassinata. Due mesi dopo, un crimine molto simile, attira l’attenzione dell’opinione pubblica. Lo spettro di un assassino seriale fa sprofondare l’intera regione nel terrore. Due poliziotti locali, tanto brutali quanto impreparati, indagano con mezzi poco ortodossi sugli omicidi. Si unirà a loro un terzo detective, in arrivo direttamente da Seul. Penserà di poter risolvere il caso ma, fra errori e false piste, verrà trascinato negli abissi di un’indagine senza apparente risoluzione.
LA STORIA VERA
Dal 1986 al 1991 In una piccola città fuori Seoul, nel corso di sei anni 10 donne sono state stuprate e assassinate nel raggio di 2 km. Il primo serial killer della società coreana ha ucciso 10 vittime, da una nonna di 71 anni ad una studentessa di 13 anni. Col passare del tempo, i metodi dell’assassino sono diventati più audaci e ben pianificati. Una vittima è stata pugnalata 19 volte nel petto, mentre un’altra vittima è stata trovata con nove pezzi di una pesca all’interno del corpo. A parte le vittime, l’assassino non ha lasciato un solo brandello di prove. Sono stati interrogati oltre 3.000 sospetti. Almeno 300.000 poliziotti hanno preso parte alla massiccia indagine. Ma non una sola persona è stata incriminata. In un momento in Corea, quando un’indagine per omicidio significava solo mettere sotto torchio coloro che conoscevano la vittima, Per questi ufficiali il modus operandi dell’omicida e e l’intero caso si sono rivelati una esperienza totalmente inedita. Non vi era alcun meccanismo di profiling, né alcuna idea di preservare la scena del crimine per le indagini forensi. S’indaga e interroga solo in base al senso del dovere e della perseveranza degli investigatori. In questa epoca di ignoranza, due investigatori dal basso di una forza di polizia mal supportata, hanno solo se stessi su cui fare affidamento per affrontare questa orribile serie di eventi. Il film ricorda un periodo di innocenza in cui l’incapacità di comprendere tali atti atroci ha portato a incredibili contrattempi e incubi strazianti.
I crediti del regista Bong Joon-ho oltre al capolavoro Memorie di un assassino e all’acclamato Parasite (primo film sudcoreano ad aggiudicarsi una Palma d’oro, un Golden Globe per il miglior film straniero e una duplice candidatura all’Oscar sia per il miglior film e che per il miglior film straniero) includono anche il monster-movie The Host (2006), il thriller Madre (2009), il dramma post-apocalittico Snowpiercer (2013) e l’avventura fantascientifica Okja (2017).