Home Berlinale - Festival internazionale del cinema di Berlino Midnight Special: recensione in anteprima del film in Concorso a Berlino 2016

Midnight Special: recensione in anteprima del film in Concorso a Berlino 2016

Sebbene ancora una volta la famiglia sia al centro, Jeff Nichols vira leggermente verso la fantascienza. Midnight Special soffre la sproporzione tra le due anime, anche malgrado un ottimo Michael Shannon

pubblicato 13 Febbraio 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 08:45

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Roy e Alton sono in fuga. Una pseudo-setta religiosa sta loro alle calcagna, per via del prezioso dono di cui dispone Alton: a quanto pare il ragazzino è in grado di prevedere esattamente la fine del mondo, oltre che rappresentare l’unica speranza di salvarsi. Primo tentativo di Jeff Nichols all’interno dell’industria, 18 milioni di dollari di budget, per un film che doveva unire il sense of wonder spielberghiano all’artigianalità di un Carpenter (parola di Nichols). Come avremo modo di appurare a breve, le cose non stanno esattamente così.

Sono due le anime di cui Midnight Special è composto: una, quella più affine al regista, nel ritrarre con precisione ed efficacia spaccati familiari convincenti; l’altra monta poco alla volta, e se ne ha traccia soprattutto alla fine, ovvero la propensione alla fantascienza. Non uno sci-fi puro perciò, e questo è un po’ il valore aggiunto del film, che non nega ne avalla specificatamente un genere, lasciando aperte molte porte – sì, anche sui titoli di coda.

La fuga on the road di Roy e suo figlio è poetica, commovente; aiutati da Lucas (Joel Edgerton), i due già dall’inizio sono ricercati, quando il film si apre proprio su questo notiziario che informa del rapimento del bambino da parte di Roy. Ma a cercarlo non sono soltanto le autorità, dato che a coltivare per primi il dono di Alton è stato un gruppo che vive attorno a un ranch, sotto la guida di un pastore, tale Calvin (Sam Shepard), il quale li ha convinti che attraverso Alton è Dio stesso a parlare.

Ed infatti il congegno funziona abbastanza bene per più di metà film, nel quale viene sviscerato con una delicatezza rara il rapporto padre-figlio, ma soprattutto viene mostrato con una bravura notevole come le posizioni poco alla volta s’invertano, restando immutato l’amore e la fiducia che l’uno nutre verso l’altro. Solo questa componente potrebbe valere l’intero pacchetto, che però porta con sé dell’altro, ovvero la parte più gravosa. Quella su cui, non a caso, Nichols non si espone più di tanto: chi è Alton? E con chi o con cosa comunica? Risposte che, a conti fatti, non arriveranno nemmeno a cose fatte.

Alcuni magnificheranno l’evocativa colonna sonora carpenteriana, altri le reminiscenze di ET o Incontri ravvicinati del terzo tipo; tutti complimenti giusti o per lo meno giustificati. Ma non vorremmo cadere in quella trappola che ci vede a sprecarci in elogi non tanto per il film che abbiamo visto ma per quello che avremmo potuto, voluto e forse anche dovuto vedere. No, purtroppo Midnight Special non è quel film lì; non solo per quel finale “pompato” che effettivamente destabilizza. No. Bensì perché la storia è bellissima, le premesse altrettanto, e gli ingredienti per un’amalgama ben più avvincente c’erano tutti.

Anche noi avremmo voluto parlare di quel film (oh, come avrei voluto!), ma semplicemente quel film non c’è. Lo cogliamo negli sguardi che si scambiano il Roy dell’eccezionale Shannon con il piccolo, emaciato Alton; in come Nichols lavora in quelle sezioni di mezzo, tra un macro-avvenimento e l’altro, predisponendo lo step successivo con una cura invidiabile; nelle relazioni tra i vari personaggi, tutti vicini, integrati anche quando non si sfiorano nemmeno.

Quel film esiste pure, e questo rappresenta l’unico rimando all’altra sua vocazione, quella fantascientifica, nella dolcezza con cui viene gradualmente svelato il mistero che cela Alton, la cui intensità aumenta proporzionalmente alla crescita del suo personaggio. Tutto questo, e magari altro ancora, è lì da qualche parte. Ma come per l’evento incombente che funge da apice della trama in Midnight Special, serve una fede granitica per vederlo. E non se ne può certo fare una colpa se si rischia di rimanere dolorosamente increduli anche dopo l’ultima inquadratura.

[rating title=”Voto di Antonio” value=”6″ layout=”left”]

Midnight Special (USA, 2016) di Jeff Nichols. Con Michael Shannon, Kirsten Dunst, Joel Edgerton, Adam Driver, Sam Shepard, Justin Lebrun, Paul Sparks, Jaeden Lieberher, Dana Gourrier, Kerry Cahill, James Moses Black, Scott Haze, James DuMont, Billy Slaughter e Bill Camp.

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