Milk di Gus Van Sant: Recensione in Anteprima
Milk (Milk,Usa,2008) di Gus Van Sant; con Sean Penn, Emile Hirsch, Josh Brolin, Diego Luna, James Franco, Alison Pill, Victor Garber, Denis O’Hare, Joseph Cross, Stephen Spinella, Lucas Grabeel, Brandon Boyce, Zvi Howard Rosenman, Kelvin Yu, Jeff Koons, Ted Jan Roberts, Robert Boyd Holbrook, Frank Robinson, Allan Baird, Tom Ammiano, Carol Ruth Silver, Hope Goblirsch,
Milk (Milk,Usa,2008) di Gus Van Sant; con Sean Penn, Emile Hirsch, Josh Brolin, Diego Luna, James Franco, Alison Pill, Victor Garber, Denis O’Hare, Joseph Cross, Stephen Spinella, Lucas Grabeel, Brandon Boyce, Zvi Howard Rosenman, Kelvin Yu, Jeff Koons, Ted Jan Roberts, Robert Boyd Holbrook, Frank Robinson, Allan Baird, Tom Ammiano, Carol Ruth Silver, Hope Goblirsch, Steven Wiig, Ashlee Temple, Wendy King, Kelvin Han Yee, Robert Chimento.
Un’icona, un eroe, un politico, che ha lottato fino alla morte per i diritti dei gay e di tutte quelle minoranze bistrattate ed umiliate giorno dopo giorno, nell’America della fine degli anni 70. Semplicemente Harvey Milk, primo consigliere omosessuale dichiarato ad intraprendere una carica pubblica negli States, diventando un’autentica bandiera, uno stemma, un marchio per la libertà, una voce martellante capace di chiedere a gran voce solo una cosa: pari diritti e opportunità per tutti…
Era una vita che Gus Van Sant cullava il sogno di portare in sala la vita di Harvey Milk, eletto da Time cone uno dei 100 americani più importanti ed influenti del secolo scorso. 30 anni dopo la sua morte, 30 anni di battaglie dopo, di diritti negati ed acquisiti, Van Sant è riuscito a dar vita ad un autentico pilastro cinematografico, toccando con forza un argomento clamorosamente ancora attuale, grazie anche alla prova semplicemente sensazionale di Sean Penn, da incoronare immediatamente con l’Oscar.
Emozionante, coinvolgente, documentaristico, politico e sconvolgentemente vero. Tutto questo e molto altro è Milk, biopic capace di sbattere in faccia allo spettatore l’incredibile condizione sociale e politica dell’America degli anni 70. Un’America razzista ed apertamente omofoba, indottrinata dalla martellante campagna politica filo clericale portata avanti da Anita Bryant e John Briggs, sostenitori della temutissima Proposition 6, che paralizzò il dibattito americano per mesi. Una legge che chiedeva di bandire gli omosessuali dall’insegnamento nelle scuole pubbliche della California e di rimuovere gli omosessuali dichiarati ed i loro sostenitori.
Un’autentica ‘guerra’ di diritti che si protrasse per mesi, portando nelle piazze d’America centinaia di migliaia di americani, di eterosessuali ed omosessuali, pronti a dire no ad una simile vergogna. A far sì che questo scempio non passasse Harvey Milk, bandiera dei diritti che riuscì, in solo 8 anni di vita, gli ultimi suoi 8 anni, a cambiare per sempre la condizione degli omosessuali negli Stati Uniti d’America.
Dopo aver passato 40 anni nascosto, all’oscuro, con il terrore di essere ‘scoperto’ e giudicato in quanto omosessuale, la vita di Harvey Milk cambia per sempre la notte prima del suo 40° compleanno, in una stazione metropolitana, quando incontra Scott. E’ amore a prima vista. Harvey capisce che deve cambiare, che deve fare qualcosa per rendere la sua esistenza sensata. Parte così per San Francisco, finendo al Castro, quartiere popolare che presto, grazie a lui, diventerà un vero e proprio punto di riferimento per tutti i gay d’America.
Ma la vocazione di Harvey è un’altra, è l’attivismo politico. Diventa militante, mentore per giovani omosessuali, repressi, sbandati o semplicemente intimoriti, da una società che li considera diversi. Capisce che per far cambiare davvero le cose deve riuscire ad entrare nelle stanze del potere, quelle che contano veramente. Si candida una, due, tre volte, perdendo sempre. Alla quarta, grazie al nuovo ordinamento urbanistico ed elettorale della città, gli riesce il miracolo, diventando consigliere per il 5° distretto.
Da questo momento in poi, in un crescendo di popolarità e di odio, da parte dell’ala conservatrice e di un altro consigliere neoeletto, Milk, distreggiandosi mediaticamente e politicamente, con parti avverse e non, diventerà il portabandiera dei diritti omosessuali, tanto da riuscire a sconfiggere l’inattaccabile macchina ultraconservatrice.
Proprio questi sconvolgenti 8 anni Gus Van Sant ci fa rivivere, attraverso una dettagliatissima ricostruzione storica, data anche da ricchi ed interessanti materiali video d’epoca. Dagli incredibili titoli di testa, dove i telegiornali ed i quotidiani del tempo ci mostrano gli arresti ed i rastrellamenti degli omosessuali nei bar americani, agli emozionanti titoli di coda, con le immagini dell’immensa fiaccolata spontanea che attraversò tutta San Francisco la notte in cui Milk venne ucciso.
8 anni di lotte, di battaglie, di cariche della polizia, di porte sbattute sul muso, di insulti, di minacce e di paura, vissuti sempre in prima persona, mettendoci la faccia, il nome ed il coraggio delle proprie idee. Milk ha contribuito in maniera determinante a far uscire dall’uscio migliaia di omosessuali americani, spaventati dalla loro ‘condizione’ perchè etichettata come sbagliata, diversa, malata. Grazie a lui, a questo coraggio, a questa sfrontatezza nel gridare “uscite fuori, fatevi vedere, non nascondetevi!”, buona parte del popolo americano capì di avere amici, parenti o anche solo conoscenti omosessuali, in realtà non così diversi da come si pensava fossero e da come venivano descritti da una certa parte politica. Incredibile ma vero, non erano diversi… erano come loro.
Furono gli anni della storica Freedom Day Parade del 25 giugno del 1978, antenata dell’attuale Gay Pride, e della nascita della Bandiera Arcobaleno, sventolata per la prima volta, ed eletta come simbolo dell’unità del movimento GLBT, proprio in quell’occasione. Van Sant, attraverso materiali video originali e ricostruzioni ad hoc, capaci di riportare in vita la San Francisco degli anni 70, tanto nelle scenografie quanto negli incredibili costumi e nella straordinaria fotografia di Harris Savides, ci racconta tutto ciò in due ore intense, presentate paradossalmente dallo stesso Milk, attraverso un espediente narrativo, prima di venire ucciso.
Una menzione speciale, o una sorta di Oscar collettivo, andrebbe poi dato all’intero cast. Sean Penn tocca probabilmente l’apice di una carriera tanto infinita quanto ormai davvero incredibile, non “interpretando” ma diventando lui stesso Harvey Milk! E’ un’autentica trasformazione fisica, vocale, un cambiamento costante e perenne nella postura, nei movimenti della bocca, degli occhi, quella partorita da Penn, che non priva il film di intensi e passionali baci omosessuali, con i vari uomini che caratterizzarono quegli 8 intensi anni di vita dello stesso Milk.
Una prova d’attore con la A maiuscola, che l’Academy non potrà non premiare, incoronandolo ancora una volta come il talento più puro che Hollywood abbia partorito negli ultimi 15 anni. Al suo fianco troviamo degli attori “comprimari” in stato di grazia, quasi siano stati “colpiti” di riflesso dall’abbagliante prova di Penn. Sorprendente, ancora una volta, Emile Hirsch, che si conferma il maggior talento della propria generazione, finalmente intenso James Franco, nei panni di Scott, eterno amore di Milk, colorito, svampito e bisognoso d’aiuto Diego Luna, mentre subdolo e ambiguo è il povero Josh Brolin, costretto a dover vestire i panni di colui che metterà fine alla vita di Harvey.
Dovendo raccontare didascalicamente e cronologicamente dei fatti essenzialmente politici, con bellissimi lunghi piani sequenza e pochi stacchi di montaggio, prendendo inoltre a pieni mani dai materiali d’epoca, il film si presta ad una visione lunga, complessa, per forza di cose attenta, indubbiamente non semplice ma sicuramente necessaria, vista l’importanza del tema trattato ed il modo in cui viene trattato.
Gus Van Sant, a 30 anni da quel 1978 che sconvolse gli Stati Uniti d’America, ha il merito di riportare a galla una “storia” incredibilmente ancora attuale, riuscendo tra l’altro benissimo a renderla scorrevole, appassionante ed estremamente emozionante, tanto nel finale quanto in alcune scene sparse lungo l’arco della pellicola.
Harvey Milk ha dato la sua vita per quella nobile causa, per far sì che tutti gli uomini venissero considerati uguali, per fare in modo che tutti potessero avere quei diritti che la Costituzione stessa considera inalienabili, senza distinzioni alcune. Diritti però privati, negati e divisi, tra cittadini di Serie A e di Serie B, tra eterosessuali ed omosessuali. Diritti ancora oggi combattuti con le unghie e con i denti, in un mondo dove l’omosessualità è spesso ancora considerata reato, tanto da portare alla morte, fisica e mentale, decine di ragazzi e ragazze ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, anche mentre state solo leggendo queste righe.
30 anni fa un uomo è morto per far propri questi inalienabili diritti. Oggi, grazie a questo straordinario film, tutti noi veniamo scossi affinché quell’assurda morte non risulti vana, continuando a lottare per Milk e per tutti quei diritti che, anche se non ci riguardano direttamente, meritano di appartenere a tutti, proprio perché inalienabili ed incapaci di toglierne a chi già li possiede. Non dimenticando mai che nel momento in cui sarete voi a negarli, non potrete dire o fare nulla quando anche voi, un giorno, ne verrete privati.
Voto Federico: 9
Voto Simona: 9
Voto Gabriele: 10
Voto Carla: 8.5