Roma 2018, Millennium – Quello che non uccide: Recensione del film di Fede Alvarez
Presentato in anteprima mondiale alla Festa del Cinema di Roma, Quello che non Uccide riporta in sala l’iconica Lisbeth Salander.
7 anni dopo Millennium – Uomini che Odiano le Donne di David Fincher, primo capitolo americano della trilogia editoriale firmata Stieg Larsson, in casa Sony hanno deciso di cestinare i due annunciati sequel diretti con un vero e proprio sequel/reboot, presentato in anteprima mondiale alla 13esima Festa del Cinema di Roma.
Millennium – Quello che non uccide di Fede Alvarez, 40enne regista uruguaiano fino ad oggi visto all’opera con gli horror Evil Dead e Man in The Dark, vede quindi risorgere l’iconica Lisbeth Salander, qui alla sua terza rappresentazione cinematografica grazie a Claire Foy, regina Elisabetta II Netflix che ha preso le redini lasciate vaganti da Noomi Rapace e Rooney Mara.
Per la lanciatissima 34enne attrice inglese, in odore di nomination agli Oscar grazie a First Man – Il primo uomo di Damien Chazelle, un ruolo quanto mai inusuale, da supereroina dark costretta a dover affrontare i mai dimenticati fantasmi del passato. Quello che non Uccide, 4° romanzo della saga scritto da David Lagercrantz, vede infatti l’indomita hacker di Stoccolma aiutare un genio dell’informatica che supplica il suo aiuto: la ragazza con il drago tatuato deve rubare un dispositivo che potrebbe seriamente mettere a rischio il futuro dell’umanità, intrecciando potenze nucleari e spionaggio. Peccato che non sia la sola ad essere sulle tracce del pericolosissimo programma…
Scritto dallo stesso Alvarez, Jay Basu e Steven Knight, sceneggiatore de La promessa dell’assassino, The Girl in the Spider’s Web prova di fatto a rilanciare il mito di Lisbeth senza legarsi obbligatoriamente ai precedenti capitoli letterali (e cinematografici) del franchise. I collegamenti sono pochi e flebili, perché Quello che non Uccide fa quasi storia a sè, cancellando con un colpo di spugna le atmosfere da thriller nordeuropeo per abbracciare i lineamenti di un qualsiasi blockbuster hollywoodiano. Della Salander vista precedentemente in sala, e letta su carta, c’è rimasto poco o nulla, perché la Foy è un mix tra James Bond e Ethan Hunt. Un’immortale donna che nulla teme e che tutto può, sfrecciando per le strade di Stoccolma a bordo di Ducati e Porsche come se fossero BatPod e BatMobile.
Degli scritti di Stieg Larsson, morto ancor prima che Millennium diventasse caso editoriale, Alvarez e i suoi co-sceneggiatori hanno mantenuto solo nomi e cognomi dei tanti protagonisti, tramutando Millennium in un adrenalinico e scontato action in cui è l’insensatezza, il più delle volte, a trionfare. Chiunque possa uccidere non uccide mai, lasciando così in vita nemici che puntualmente torneranno, mentre il presente della Salander si intreccia banalmente al suo passato, fatto di vessazioni paterne, fughe, nemesi famigliari e abbandonate sorelle. Il personaggio di Mikael Blomkvist, centrale non solo nei romanzi ma anche nelle rispettive trasposizioni cinematografiche, fa in questo caso da contorno alla trasformista Claire Foy. L’attrice è in un anno passata dalla corona d’Inghilterra di The Crown ai piercing e ai tatuaggi di una Lisbeth mai tanto ‘doverosa’, in tempi di #MeToo, eppure meno folgorante rispetto alle precedenti versioni firmate Rapace e Mara, sicuramente fisicamente più centrate. La Foy è tanto credibile quanto incredibile, nella mutazione a cui è andata incontro, ma il suo alter-ego viene risucchiato in un limbo super-eroistico che inevitabilmente l’appiattisce, abbattendo quella tridimensionalità che aveva reso la Salander un’icona dei nostri tempi.
Volutamente e scelleratamente eccessivo, come se fosse uno spin-off al femminile di Mission: Impossible, The Girl in the Spider’s Web resetta completamente la saga Millennium, prendendo pericolosamente le distanze da chi l’aveva preceduto. Una testosteronica operazione che i fan del franchise potrebbero aborrire, lasciando spazio per eventuali entusiasmi a chi è alla ricerca di un cinema più spettacolare e meno invasivo, felicemente muscolare e per una volta al femminile. In attesa ovviamente de L’uomo che inseguiva la sua ombra, 5° capitolo della saga.
[rating title=”Voto di Federico” value=”5″ layout=”left”]
Millennium – Quello che non uccide (Usa, action, 2018) di Fede Alvarez; con Claire Foy, Sverrir Gudnason, Lakeith Stanfield, Sylvia Hoeks, Stephen Merchant, Claes Bang, Cameron Britton, Vicky Krieps, Synnøve Macody Lund, Christopher Convery, Mikael Persbrandt, Volker Bruch, Andreja Pejic, Sonja Chan, Anja Karmanski, Beau Gadsdon, Felix Quinton, Carlotta von Falkenhayn, Johan Eriksson, Hendrik Heutmann, Alexander Yassin, Martin Muller – uscita mercoledì 31 ottobre 2018.