Moonacre – I segreti dell’ultima Luna: la recensione
Moonacre – I segreti dell’ultima luna (The Secret of Moonacre – Fantasy – Ungheria, Gran Bretagna, Francia 2008). Regia di Gabor Csupo, con Dakota Blue Richards, Augustus Prew, Ioan Gruffudd, Natascha McElhone, Tim Curry, Juliet Stevenson, Andy Linden, Michael Webber, Zoltán Barabás Kis, George Mendel.Maria Merryweather ha tredici anni. E’ orfana di madre e quando
Moonacre – I segreti dell’ultima luna (The Secret of Moonacre – Fantasy – Ungheria, Gran Bretagna, Francia 2008). Regia di Gabor Csupo, con Dakota Blue Richards, Augustus Prew, Ioan Gruffudd, Natascha McElhone, Tim Curry, Juliet Stevenson, Andy Linden, Michael Webber, Zoltán Barabás Kis, George Mendel.
Maria Merryweather ha tredici anni. E’ orfana di madre e quando anche il padre – indebitato fino al collo – muore, i creditori lasciano la ragazza senza un soldo e senza una casa. Maria è quindi costretta ad abbandonare Londra ed a trasferirsi, con la sua leale governante Miss Heliotrope, a vivere in campagna con suo zio, il burbero e misogino Sir Benjamin, che vive presso la misteriosa Moonacre Manor.
Una volta giunta a Moonacre, leggendo il libro che le è stato lasciato come unica eredità dal padre, Maria scopre l’esistenza di una maledizione che grava sulla valle, risalente a molti secoli prima.Per spezzare la maledizione, salvare Moonacre Valley dalla distruzione e porre fine all’antica faida fra le famiglie Merryweather e DeNoir, Maria – ultima Principessa della Luna – deve riuscire a trovare le magiche perle di luna e restituirle al mare prima del sorgere della prossima luna piena.
In programmazione nelle sale italiane da ieri, 12 giugno (dopo un balletto di date che lo hanno visto spostare per almeno quattro volte, da aprile a luglio, per poi tornare al mese di giugno), Moonacre – I segreti dell’ultima luna, diretto dal pluripremiato regista ungherese Gabor Csupo, è un adattamento ad opera di Lucy Shuttleworth e Graham Alborough del romanzo The Little White Horse (che si dice abbia ispirato l’autrice della saga Harry Potter) scritto da Elizabeth Goudge nel 1946. Si tratta di un fantasy classico di buona fattura, anche se non perfettamente riuscito.
Il film, ricco di tutti i luoghi comuni ricorrenti nella quasi totalità dei titoli fantasy, è abbastanza prevedibile ed ha il sapore di una fiaba antica che, come Le Cronache di Narnia (ma senza altrettante scene epiche e di grande effetto), sa un po’ di stantio e fatica ad appassionare un pubblico moderno che ha già visto tutto, abituato a grandi effetti speciali e colpi di scena. Il genere fantasy si è un po’ arenato (a parte il fortunato esploit del bellissimo Stardust, un paio di anni fa); sembra che il cinema non riesca più a tradurre sullo schermo l’immaginario fantastico delle fiabe.
Lontano dalle atmosfere di Un ponte per Terabithia, Gabor Csupo cerca un linguaggio visivo più classico per raccontare la storia di Maria che, come la protagonista de Il giardino segreto, dovrà conquistare la fiducia e l’affetto del burbero zio dal cuore spezzato, e sciogliere l’incantesimo che minaccia di distruggere Moonacre ed i suoi abitanti prima dello scadere del tempo previsto, come l’eroina di La Bella e La Bestia (ma in questo caso Lumière, Tockins e Mr.Potts vengono sostituiti dallo chef Marmaduke, il maggiordomo tuttofare Digweed e la governante Miss Heliotrope); e forte solo del potere magico di un libro, come Bastian de La Storia Infinita.
Bellissimi i costumi creati da Beatrix Aruna Pasztor, in particolare gli abiti femminili, che denotano una forte ispirazione di gusto giapponese e fondono linee classiche a linee moderne ed avanguardistiche. Belli (ma con la tecnologia a cui siamo abituati, non straordinari) gli effetti speciali visivi, che mettono in scena un leone nero, un unicorno ed uno spettacolare branco di cavalli selvaggi che corre fra le onde del mare.
Convincenti gli interpreti, anche se la giovane Dakota Blue Richards viene molto penalizzata dalla monocorde e fastidiosissima voce italiana. Buona la caratterizzazione dei cattivi (ma ci sarebbe piaciuto che i loro personaggi venissero maggiormente approfonditi), capitanati da un Tim Curry-Cour De Noir visibilmente invecchiato ed imbolsito, ma sempre affascinante.
In definitiva: un film ben fatto, nulla da eccepire, se non che si ha costantemente l’impressione di averlo già visto. Le pecche, se così le si può definire, sono però da cercare nella storia che viene rappresentata e non nella sua trasposizione visiva.
Se non lo avete visto, qui trovate il trailer.
Voto Simona: 6,5
Voto Carla: 6,5