Mr. Cobbler e la bottega magica: Recensione in Anteprima
Flop in patria, esce con oltre un anno di ritardo anche in Italia Mr. Cobbler e la bottega magica, ultima ‘fatica’ di Adam Sandler.
Ciò che lascia interdetti è quanto scritto e girato appena un anno dopo dallo stesso McCarthy, ovvero Spotlight, per due opere che potremmo definire agli antipodi della qualità. Protagonista Max Simkin, calzolaio da 4 generazioni che vive nel Lower East Side newyorchese. Max è visibilmente depresso, perché stanco del proprio lavoro tramandato di padre in figlio, terribilmente solo, privo di amici, con una mamma malata a carico e un padre scappato non si sa dove anni prima, lasciando a lui la bottega di famiglia. Tutto cambia, improvvisamente, quando la sua macchina per la cucitura delle suole si rompe, obbligandolo a cercarne un’altra in cantina. Qui trova una vecchia macchina da cucire regalata al nonno da un mendicante nei primi anni ‘900, che sin dal primo paio di scarpe riparato si rivelerà magica. Indossando il paio di scarpe grazie a lei aggiustate, infatti, Max si trasforma letteralmente nel loro proprietario, mettendosi così nei panni degli altri. Peccato che dinanzi all’iniziale eccitazione per la clamorosa scoperta, che gli permetterà finalmente di vivere una vita fina quel momento stancamente trascinata, Max perderà presto il controllo della situazione, mettendo a rischio la propria vita e quella di altre persone.
Una ‘dark comedy’ dai toni a tratti drammatici, caramellosi e ‘malavitosi’, quella costruita da McCarthy e Paul Sado, semplicemente incapaci di gestire i toni di un’opera confusionaria e dall’evoluzione onestamente ridicola. Vero è che si può e si deve parlare di una favola per famiglie, ma il regista ha qui esageratamente smosso le acque di uno script che salta a piè pari di palo in frasca, zizgagando tra i generi per poi andare a sbattere contro un muro di no-sense. Partito discretamente, con un’idea di base persino intrigante e una comicità fortunatamente tenuta a freno vista la recente filmografia di Sandler, Mr Cobbler deraglia completamente nel momento in cui il goffo, apatico e onestamente insopportabile personaggio interpretato dal protagonista si ritrova a dover digerire un pesante lutto famigliare. Da questo momento in poi la bottega magica del titolo prende l’autostrada del ‘tutto è possibile’, alternando critica sociale ed economica al dramma personale di questo calzolaio, talmente tonto da non capire per anni e anni il presunto colpo di scena finale che qualsiasi spettatore avrà modo di intuire dopo circa mezz’ora di film.
Proprio Sandler, ormai in caduta libera e 22 volte nominato ai Razzie Awards (con 3 premi vinti), due dei quali ottenute proprio grazie a The Cobbler, dimostra tutta la propria inadeguatezza recitativa, in quanto incapace di andare oltre un’unica espressione da allocco per 95 minuti ostentata senza alcun tipo di pudore. Un divo da tempo sfocato, con incassi in caduta libera e produzioni sempre più limitate, qui affiancato da attori di grido come Ellen Barkin, Steve Buscemi e Dustin Hoffman, 10 anni dopo Mr. Magorium finito in un’altra triste bottega delle meraviglie. Eppure poteva avere delle potenzialità, questo buon soggetto sfortunatamente diventato caotico script, con un uomo di mezza età visibilmente alla deriva finalmente costretto a maturare, a capire cosa fare della propria esistenza, a guardare con occhi differenti il proprio presente e ad assumersi delle responsabilità, che nel suo caso avranno la forma di calzature. Peccato che tra una trasformazione e l’altra il calzolaio Sandler finisca per sfondare scarpe, suole e tacchi, cadendo un’altra volta rovinosamente in terra.
[rating title=”Voto di Federico” value=”3″ layout=”left”]
Mr Cobbler e la bottega magica (The Cobbler, 2014, commedia) di Thomas McCarthy; con Adam Sandler, Cliff Smith, Ellen Barkin, Melonie Diaz, Dan Stevens, Elli, Adam Shapiro, Evan Neumann, Allen Lewis Rickman, Donnie Keshawarz, Ethan Khusidman, Sondra James, Kim Cloutier, Steve Buscemi, Lynn Cohen – uscita giovedì 21 luglio 2016.