Mr. Holmes: le recensioni Americane e Italiane
Mr. Holmes visto dai critici
E’ nelle nostre sale Mr. Holmes – Il mistero del caso irrisolto, diretto da Bill Condon e interpretato da Ian McKellen, Milo Parker, Laura Linney, Hattie Morahan, Patrick Kennedy, Hiroyuki Sanada, Roger Allam, Colin Starkey, Philip Davis, Nicholas Rowe, Frances de la Tour. L’avete visto? Vi è piaciuto? Dopo la nostra recensione (Ian McKellen è meraviglioso), ecco i pareri dei critici Americani e Italiani. Su RottenTomatoes, mentre scrivo, il film ha raccolto l’87% di voti positivi.
Devan Coggan – Entertainment Weekly: La sottotrama di mistero manca dell’ingegno delle più grandi storie di Sherlock Holmes, ma Ian McKellen eccelle. Voto: B+
Bilge Ebiri- New York Magazine / Vulture: E’ un piccolo racconto avvincente ma è più di questo. Da qualche parte nel suo groviglio di scadenze, false partenze e false piste è una grande verità sul mistero irrisolvibile dell’anima umana.
Stephen Whitty – Newark Star-Ledger: Il meglio, come in altri film di Bill Condon, sono i dettagli di emozioni fugaci, ma altrettanto rapidamente catturati: la preoccupazione camuffata da lampi di impazienza, la disperazione indicibile mascherata da semplice dolore. Voto: 3.5 / 4
Linda Barnard – Toronto Star: affascinante grazie all’eccellente lavoro di Ian McKellen. Voto: 2.5 / 4
John Anderson – Newsday: Ian McKellen è magistrale, in un racconto multistrato che naviga la terra di nessuno tra memoria e finzione. Voto: 3.5 / 4
Patrick Dunn – Detroit News: E’ una storia abbastanza convincente, ma l’intrigo ci aspettiamo di una storia di Sherlock Holmes è vistosamente carente, anche con tre diversi misteri sullo schermo. Voto: C
AO Scott – New York Times: le trame del film sono fragili, e non ingranano come potrebbero, ma servono come un traliccio per l’interpretazione del signor McKellen, che è ovviamente meraviglioso.
Rene Rodriguez – Miami Herald: Sherlock Holmes può non avere mai camminato sulla terra, ma il film lo umanizza a tal punto che esci dal cinema praticamente convinto di aver appena visto un film biografico. Voto: 3/4
Moira MacDonald – Seattle Times: Si tratta di un delicato esame della vita vicino alla sua fine. E con Ian McKellen è anche una master class di recitazione. Voto: 3/4
Ella Taylor – NPR: Insieme a tutti i sospiri e grugniti, Ian McKellen dà a Sherlock una ricca vita interiore turbata da dubbi morali ed esistenziali.
Joe Morgenstern – Wall Street Journal: Il film, diretto da Bill Condon, offre una vetrina per il signor McKellen, che nella vita reale ha 76 anni; guardare ogni momento della sua performance è puro piacere.
Bill Goodykoontz – Arizona Republic: Sherlock Holmes è una sorta di Superman-detective, e ciò che rende il film così intrigante – oltre ad una performance fantastica di Ian McKellen nel ruolo del protagonista – è vederlo di fronte alla sua kryptonite personale. Voto: 4/5
Peter Keough – Boston Globe: il regista Bill Condon e lo sceneggiatore Jeffrey Hatcher sono incompetenti, e danno vita ad un guazzabuglio incoerente, inverosimile e artificioso. Voto: 2/4
James Rocchi – TheWrap: è bello vedere McKellen in un ruolo che richiede – e premia – le sue capacità di recitazione. Voto: 4/5
Anthony Lane – The New Yorker: L’atmosfera che avvolge “Mr. Holmes” non potrebbe essere più tranquilla. Appartiene a quello che un mio amico chiama il genere tut-tut, che comprende qualsiasi film in costume o fiction che inizia con un suono di un treno a vapore.
Cath Clarke – Time Out: Sir Ian è un piacere da guardare, anche se il dramma non è così convincente come avrebbe potuto essere. Voto: 3/5
David Rooney – Hollywood Reporter: Il film rappresenta una piacevolmente alternativa a tutte le reinvenzioni moderne del venerabile detective di Arthur Conan Doyle.
Fabio Ferzetti – Il Messaggero: Anche dietro il film di Condon, del resto, c’è il romanzo omonimo di Mitzch Collin (Neri Pozza). Che reinventa con grazia un mito cui il tempo, stranamente, sembra donare ogni anno più forza.
Fulvia Caprara – La Stampa: (…) un personaggio che supera di gran lunga i limiti della storia, che rimanda all’interiorità del protagonista e spinge il pubblico a riflettere su un tema universale come quello della vecchiaia. Se recitare è (anche) un atto nobile, questo è il modo migliore per compierlo.
Maurizio Acerbi – il Giornale: Un investigatore meno mitizzato, lontano dai racconti del fido Watson (non fuma la pipa e non indossa il famoso berretto), affidato all’interpretazione, con vista Oscar, di un McKellen fin troppo autoreferenziale.
Emiliano Morreale – L’espresso: l’ultranovantenne Sherlock Holmes si è ritirato a coltivare api e fa amicizia con il figlio della domestica, cui racconta la propria ultima indagine, che lo ossessiona. Dal libro di Mitch Cullin, uno Holmes apocrifo, lento e accademico, senza particolare originalità rispetto ad altre variazioni sul tema. Ian McKellan fa il suo numero da vecchio detective sornione, che stenta a ricordare il passato.