Nel bagno delle donne su Sky Cinema Uno e Now dal 28 aprile
Su Sky Cinema Uno e Now dal 28 aprile “Nel bagno delle donne”, opera prima di Marco Castaldi dal romanzo ‘Se son rose’ di Massimo Vitali.
Nel bagno delle donne, su Sky Cinema Uno e Now disponibile dal 28 aprile Nel bagno delle donne, opera prima di Marco Castaldi tratta dal romanzo ‘Se son rose’ di Massimo Vitali, edito da Fernandel.
La cultura delle “scorciatoie”, che è alla base del malcostume del nostro paese, si è radicata sempre di più e danneggia qualsiasi prospettiva di ripresa. In questo universo si inserisce la nostra storia. Giacomo, il protagonista, 35 anni di pigrizia, è un uomo che non sa e non vuole combattere. E’ un orso introverso, un po’ nerd ma poco social, che cammina con lo sguardo basso su uno dei suoi dispositivi senza dare alle persone quello che vorrebbero da lui: solamente un po’ di attenzione e un po’ di entusiasmo. Perde il lavoro, viene lasciato dalla moglie e per caso rimane chiuso nel bagno di un cinema d’essai. Il mondo lo ha aggredito, e la sua reazione è chiudersi a riccio, come farebbe un bambino, decidendo di rimanere bloccato in quel bagno, al riparo dalle minacce, dai fallimenti e, più in generale, dagli altri. Il suo gesto è folle, infantile, estremo, ma concretizza un desiderio che tutti gli uomini hanno. Giacomo, dentro quel bagno, si sente come un feto dentro la pancia della mamma. E così prende la decisione più importante, folle e priva di senso della sua vita: decide di rimanere lì dentro, chiuso in quel bagno, almeno per un po’. E questo potrebbe essere l’epilogo assurdo di una storia drammatica, invece è proprio a questo punto che comincia veramente la storia. Perché questo gesto codardo, pazzo e infantile, porta a delle conseguenze inimmaginabili.
Il film è interpretato da Luca Vecchi dei The Pills, Daphne Scoccia (Il colpo del cane), Stella Egitto (Detective per Caso), Francesca Reggiani (The Pills: Sempre meglio che lavorare), Paolo Triestino (Si accettano miracoli), con ruoli cameo per Andrea Delogu, Francesco Apolloni e Nino Frassica (nei panni di se stesso).
Marco Castaldi parla di un film dolce amaro sul bisogno di crescita di una generazione: questo è un film sulla crescita, la nostra generazione ancora non ha capito come si fa a diventare grandi. Luca ci riesce facendo un auto lockdown. Il film è un’escalation di situazioni assurde, raccontate con i toni della commedia che culminano in un finale dolce amaro. L’atmosfera è la rappresentazione fisica della vita dei personaggi e deve trasmettere disagio con toni freddi e grigi alternati a colori desaturati. La telecamera si muove a mano per dare realismo, mentre l’ambiente si trasforma seguendo l’evoluzione del protagonista, plasmandosi fino al punto di non ritorno, cioè l’arrivo della fama. L’obiettivo è lasciare allo spettatore la libertà di schierarsi, dandogli gli strumenti necessari per costruirsi un giudizio critico. La crescita è il punto focale della dialettica tra uomo e mondo, diventare adulti richiede coraggio e a seconda del tipo di legame che abbiamo con i nostri genitori, il nostro partner e il nostro universo lavorativo, dovremo fare uno sforzo più o meno grande lungo il cammino verso la maturità.
Le musiche originali di “Nel bagno delle donne” sono del compositore Rossano Baldini (Tutti i rumori del mare). Per ascoltare la colonna sonora integrale clicca QUI.
Rossano Baldini parla della sua partitura per il film: Nel Bagno Delle Donne è un film che ha tutti i tratti della commedia all’italiana: la satira e la critica sottile alla società contemporanea; l’aderenza alla realtà dei personaggi; il rapporto con il potere, con l’emancipazione economica e sociale. Nel carosello di ruoli che si succedono nel film, ho sentito di avere la libertà di poter spaziare tra i generi musicali, perché forte era la definizione tematica di ognuno di essi. Il protagonista – un uomo che non vuole troppo crescere – ha un tema infantile fatto di note ripetute, come se potessimo suonarle con un dito solo. A seconda del momento in cui compare nel film, il tema può avere vesti diverse, pur rimanendo coerente a sé stesso e alla sua ingenuità: è dapprima una chitarra distorta nel brano rap con il geniale Pippo Sowlo, vero logo musicale del personaggio; è una melodia dolce suonata al pianoforte, quando tutto sembra dissolversi e abbandonarsi alla malinconia; è un temino declinato nel modo minore quando prende la forma dei ricordi e unisce i due protagonisti, due eroi perdenti che si riconoscono l’uno nelle debolezze dell’altro. Con il regista Marco Castaldi ci siamo accorti che anche il bagno era, in senso figurato, un vero personaggio. Un luogo abbastanza desolato e squallido all’inizio del film con le sonorità di un blues incerto, lento e un po’ annoiato; un posto glamour e scintillante quando Roversi diventa una star con la vivacità del jazz manouche, un po’ delirante, sopra le righe, tremendamente allegro. Nel Bagno Delle Donne non ha la pretesa di raccontare una generazione, ma è una storia di uomo che conosciamo e che forse ci appartiene molto da vicino.
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