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Niente di Personale – Cineblog intervista Ivano De Matteo, regista di cinema prestato alla televisione

In occasione della messa in onda degli otto nuovi episodi di Crimini (su Rai Due a partire da questa sera alle 21), abbiamo avuto occasione di scambiare quattro chiacchiere con Ivano De Matteo, regista di Niente di Personale (episodio in onda il 16 aprile), scritto da Carlo Lucarelli ed interpretato da Rolando Ravello, Donatella Finocchiaro,

di simona
pubblicato 9 Aprile 2010 aggiornato 2 Agosto 2020 02:30

In occasione della messa in onda degli otto nuovi episodi di Crimini (su Rai Due a partire da questa sera alle 21), abbiamo avuto occasione di scambiare quattro chiacchiere con Ivano De Matteo, regista di Niente di Personale (episodio in onda il 16 aprile), scritto da Carlo Lucarelli ed interpretato da Rolando Ravello, Donatella Finocchiaro, Salvatore Lazzaro, Peppino Mazzotta, Claudio Castrogiovanni, Pierluigi Misasi e Gabriele Mainetti. Noi di Cineblog.it abbiamo già visto Niente di Personale lo scorso dicembre, in anteprima al Courmayeur Noir in Festival, e siamo contentissimi di poter finalmente affermare che “mamma Rai” ogni tanto qualche prodotto di qualità è ancora in grado di sfornarlo. Grazie ai professionisti che ha messo in campo, si intende.

Ma parlare solo di televisione in questa sede avrebbe poco senso, ed avendo a disposizione un interlocutore come Ivano, perchè non aprofittarne per spostare il discorso verso il grande schermo e parlare anche del suo film La Bella Gente, ancora tristemente inedito nel nostro Paese? Ringraziando Ivano De Matteo per la squisita disponibilità (abbiamo anche preso in prestito alcune foto dalla sua pagina Facebook) con cui si è sottoposto alle nostre domande, vi invitiamo a proseguire la lettura anche dopo l’interruzione.

Il soggetto di Niente di Personale è tratto da una storia vera? E come sei entrato a far parte di questo progetto?
La storia non è vera. E’ un progetto che prevede la realizzazione di un totale di 20 film, uno per ogni regione italiana. Erano 8 nella prima serie e sono 8 anche per questa seconda serie. Ogni storia è stata scritta da un autore noir (Carlo Lucarelli, Giorgio Faletti, Massimo Carlotto, Giancarlo De Cataldo, Gianfranco Carofiglio, Sandrone Dazieri…solo per citarne alcuni n.d.r.), ambientata e girata in una città italiana; tutte sono dirette da registi che abbiano all’attivo la direzione di almeno un film destinato al grande schermo. Io ne ho fatti due, l’ultimo dei quali è appunto La Bella Gente, vincitore di numerosi premi in Francia ed all’estero, ma che in Italia non riesce a trovare una distribuzione.

Niente di personale

Un autore di cinema prestato alla TV. Come ti sei trovato a lavorare per il piccolo schermo?
Ma guarda, io sono un autore al 50%, nel senso che è la mia compagna a scrivere i miei film, anche se poi io subentro a metà dell’opera e quindi lavoriamo insieme, ormai da 20 anni. In questo caso sono stato un mero realizzatore. Quando mi hanno proposto la sceneggiatura di Carlo Lucarelli, mi ha divertito questo taglio ironico, perchè l’ironia fa parte della vita. Non è certo un film realistico, se avessi fatto un film del genere per il cinema avrei usato sicuramente un’altra tecnica. Questo credo sia un buon prodotto televisivo, con un suo ritmo ed una sua credibilità, mantenendo il personaggio del killer un po’ sopra le righe (Angelino, uno straordinario Rolando Ravello n.d.r.), che risulta quasi simpatico. Ho usato molti attori che conoscevo e con cui avevo già lavorato o con i quali – come nel caso di Donatella (Finocchiaro n.d.r.) – ci eravamo ripromessi di lavorare, e finalmente lo abbiamo potuto fare. In genere, con la mia compagna, faccio cinema più – l’uso delle virgolette mi sembra corretto – “autoriale”, non avevo mai realizzato un noir. In questo caso mi sono prestato, è stata la mia prima esperienza televisiva, e mi sono divertito molto. Ora torno al cinema con un altro progetto “autoriale” che parla di precarietà.

Hai detto che hai usato un approccio differente da quello che avresti usato se avessi realizzato questo film per il cinema. In che senso? Sarebbe stato più crudo sul grande schermo?
Se avessi lavorato su una storia di ‘ndrangheta sarei stato un po’ più cattivo…ma in questo caso il taglio era un po’ più morbido, Lucarelliano, e – pur senza snaturare il mio stile – l’ho voluto mantenere così. Per quanto riguarda il girato, anche se andrà in onda sul piccolo schermo, io lo reputo cinematografico: usavo carrelli, muovevo la macchina…cose che, perlomeno nella TV che di solito mi capita di vedere, non si fanno. Poi, vabbè, il film è stato girato in quattro settimane (dopo un mese di prove con gli attori), abbiamo dovuto correre.
Rolando Ravello e Ivano De Matteo

Complimenti per l’ottimo lavoro svolto sia da un punto di vista strettamente registico che per la direzione degli interpreti e per la qualità del lavoro attoriale. Mi riallaccio a quanto è stato detto recentemente da un tuo collega, regista di fiction televisive, che parlava della produzione per il piccolo schermo come di industria e non di arte; sminuendo il cinema in favore delle produzioni seriali televisive. Mi piacerebbe sapere qual’è il tuo pensiero in merito.
Intanto devo dire di non aver sentito il discorso a cui ti riferisci, ma se spezzava una lancia in favore di quel tipo di tv, mi dissocio! La differenza fra cinema e televisione, dal mio punto di vista, è solo la grandezza dello schermo. O meglio: la differenza c’è se te la impongono (se, da regista, accetti di fare un prodotto come – cito per fare un esempio – Cento Vetrine, puoi anche immaginarti a cosa vai incontro). Per me il cinema è racconto. C’è una storia e va raccontata. Se poi qualcuno dice che in televisione va raccontata in maniera semplificata perchè il pubblico dall’altra parte ha un tasso di intelligenza minore, non è vero. E’ assolutamente sbagliato. Basta pensare ai vecchi sceneggiati degli anni ’70. Magari la regia era un po’ teatrale, molto fissa, però la gente era abituata ad una certa qualità sia di scrittura che attoriale. Adesso c’è talmente tanta produzione televisiva che bisogna, come dire, riempire. E siccome gli attori non sono poi tanti (o meglio: sono tanti, ma che sanno fare veramente questo lavoro sono un po’ di meno rispetto alla grande richiesta della produzione televisiva) a volte si segue il motto “mettemoce un po’ tutto”. Crimini è diverso, la qualità del prodotto è sicuramente più alta della media, è un prodotto di taglio cinematografico, più curato. Facendo anche l’attore ti posso assicurare che in alcune fiction arrivi sul set alla mattina, ti mettono un foglio in mano e ti dicono di sbrigari a dire le tue battute perchè hanno fretta di arrivare alla fine. Per Niente di Personale ho invece potuto provare con tutti gli attori, lavorare sulla psicologia di ciascun personaggio, fare della ricerca. Perchè l’attore deve sentirsi tranquillo e il lavoro del regista è anche quello. Non si tratta solo della ricerca della giusta inquadratura, non è soltanto muovere la macchina. Il regista, in primis, deve dirigere. Io vengo dal teatro, prima di dirigere io leggo, faccio prove con gli attori. Analizziamo il personaggio, magari tagliamo una battuta…a me piace lavorare con gli attori, non si può pretendere di mettergli semplicemente un foglio in mano, altrimenti li si riduce a dei pupazzi. Altrimenti tutto si riduce davvero ad una macchina, diventa un lavoro da dipendente che timbra il cartellino, e io questo non lo voglio fare e non lo farò mai. Ho fatto l’attore in Romanzo Criminale (la miniserie n.d.r.) e posso assicurare che anche Sky sta proponendo delle cose interessanti. Purtroppo se da una parte c’è un certo tipo di televisione, dovrebbe essercene un altro tipo dall’altra parte. Bisogna fare opposizione facendo qualcosa di diverso…altrimenti se ci si adegua non cambierà mai niente.

La Bella Gente Qual è la situazione di La Bella Gente? Non uscirà in sala in Italia?
Ancora non ha distribuzione. Mi hanno contattato alcune case di distribuzione francesi, sono stato ad Istanbul all’inizio di dicembre. Oltre al Grand Prix e al CICAE Award (premio assegnato dalla Confederazione Internazionale dei Cinema d’Arte e d’Essai) al Festival du Cinéma Italien d’Annecy, il film ha vinto a Grenoble, al Festival du Film Italien de Villerupt; a Tolosa. Premio del pubblico al MedFilm Festival in Turchia ed al Festival du Cinéma Italien Trambley en France; Grand Prix de la Jury al Festival di Bastia e premio migliore interpretazione femminile a Victoria Larchenko nel ruolo di “Nadja”. Potrei essere polemico…questa situazione è un po’ frustrante. Ho un film italiano, fatto anche con i soldi dello Stato, con un cast di tutto rispetto (Monica Guerritore, Elio Germano, Iaia Forte, Antonio Catania, Myriam Catania n.d.r.), che sta vincendo dei premi…che devo fare di più per farlo uscire?

Il Festival di Torino non è servito?
Anche a Torino è andato benissimo. Avrebbe dovuto essere presentato in concorso, poi Gianni Amelio lo ha tolto dalla competizione perchè nel frattempo aveva vinto ad Annecy. Sono stati pubblicati articoli su La Stampa, sul Corriere, su Repubblica…non è servito a niente. Era uscita la notizia che Rai Cinema ne avesse comprato i diritti per la distribuzione. Per un giorno ci ho creduto anche io. Oltre al danno, la beffa…

Ci puoi dire qualcosa in più in merito al tuo prossimo film?
Che spero di iniziare questo inverno, che tratta di un problema molto attuale ma ho paura appunto a parlarne per non farmi rubare l’idea.La produzione è la Rodeo Drive. Sarà una commedia decisamente amara.

Restando in ambito cinematografico: si potrebbe aprire una lunga parentesi sullo stato attuale di cattiva salute del nostro cinema. La ricerca del profitto ad ogni costo a discapito della qualità (cinepanettoni elevati a pellicole d’essai e niente fondi per realizzare i bei film. Ma anche una generale mancanza di idee e di coraggio per portarle in scena). Problemi distributivi – che ti auguriamo di risolvere quanto prima – a parte, tu cosa ne pensi?
Penso che alla base ci sia una mancanza di coraggio e la tendenza a fossilizzarsi su alcuni argomenti tralasciando una realtà decisamente più ampia. Ovviamente non si può dimenticare di dire quanto sia fondamentale avere l’appoggio del “potere” sia politico che economico o l’appartenenza ad una lobby e questo contribusce in maniera sostanziale alla decadenza della qualità. Invece di cercare l’attore di qualità, il più giusto per il ruolo o comunque quello che il regista pensa sia tale, si tende invece a cercare la persona che in quel momento per più ragioni ha la possibilità di farti chiudere un film.
Ivano De Matteo

Quali film (italiani e non) ti sono piaciuti durante questi ultimi mesi? E cosa pensi della dilagante moda del 3D? Sarà davvero il futuro della cinematografia?
Il film che più mi ha colpito (anche se non recentissimo) è stato “La zona” che, oltretutto, era un’opera prima. Prementtendo che ho problemi di nausea col 3D, credo che potrebbe essere il futuro per un certo tipo di cinema ma sicuramente non del mio (se continueranno a farmi fare questo lavoro). (Noi ci auguriamo di si! n.d.r.)

Quando invece ti capita di guardare la televisione, cosa guardi? Segui qualche fiction italiana? Quale?
Ormai guardo prevelentemente Sky. Anche per quanto riguarda la fiction ho trovato cose molto interessanti (da “Romanzo criminale” a “Boris”).