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Nightmare – Dal profondo della notte: la recensione dell’originale in attesa del reboot

In attesa che il discusso reboot diretto da Samuel Bayer arrivi (in ritardo) il 25 agosto nelle nostre sale, facciamo un passo indietro e torniamo al 1984, data epocale per il cinema horror. Nasceva infatti una delle icone più longeve ed amate del genere (e non solo), che sarebbe vissuta in altri film e serie

pubblicato 22 Luglio 2010 aggiornato 1 Agosto 2020 22:21


In attesa che il discusso reboot diretto da Samuel Bayer arrivi (in ritardo) il 25 agosto nelle nostre sale, facciamo un passo indietro e torniamo al 1984, data epocale per il cinema horror. Nasceva infatti una delle icone più longeve ed amate del genere (e non solo), che sarebbe vissuta in altri film e serie televisive. Cineblog oggi vi riporta al primo, mitico film…

Nightmare – Dal profondo della notte (A Nightmare on Elm Street, USA, 1984) di Wes Craven; con Robert Englund, Heather Langenkamp, Johnny Depp, Ronee Blakley, John Saxon.

Marge ha appena barricato le finestre della sua ridente villetta a schiera al 1428 di Elm Street e, accendendosi una sigaretta, invita la figlia Nancy a scendere in cantina. Le racconta la storia di Fred Krueger, un maniaco omicida che anni prima aveva assassinato una ventina di bambini: per colpa di alcuni problemi burocratici, l’assassino era però stato lasciato in libertà. Così alcuni genitori, compresa Marge, si erano fatti giustizia da soli, bruciando vivo Krueger…

Ma l’Uomo Nero non è morto: il boogeyman per eccellenza degli anni ’80 e di un’intera generazione vive nel mondo degli incubi e tormenta i teenager di Springwood. E la scena la dice assai lunga sulla stratificazione politica di Nightmare – Dal profondo della notte, film culto del New Horror e titolo importantissimo per capire le vere potenzialità del genere e per amare Wes Craven, nonostante si sia ultimamente perso e abbia smarrito in qualche modo l’originalità di un tempo.

Nightmare – Dal profondo della notte: uno sguardo all\’originale in attesa del reboot
Nightmare - Dal profondo della notte: uno sguardo all'originale in attesa del reboot
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Nightmare - Dal profondo della notte: uno sguardo all'originale in attesa del reboot
Nightmare - Dal profondo della notte: uno sguardo all'originale in attesa del reboot

Nightmare - Dal profondo della notte: uno sguardo all'originale in attesa del reboot
Nightmare - Dal profondo della notte: uno sguardo all'originale in attesa del reboot
Nightmare - Dal profondo della notte: uno sguardo all'originale in attesa del reboot
Nightmare - Dal profondo della notte: uno sguardo all'originale in attesa del reboot


In pieno periodo reaganiano, Nightmare sbatte in faccia all’America la propria identità, basata sul giustizialismo e sulla bella facciata. “Non può farti niente perché la mamma lo ha ucciso”, dice Marge. Che però qualche scena prima aveva deciso di portare Nancy da uno specialista dei sogni visti i problemi che la figlia sta passando: ovvero, i genitori hanno perso la bussola, le ridenti villette a schiera nascondono il Male e le colpe ricadono di conseguenza sui figli.

Ormai è chiaro a tutti che Freddy Krueger è la cattiva coscienza di un’America sporca di sangue, e che torna a tormentarla di notte. Il Sogno americano inizia ad andare in frantumi perché innanzitutto inizia ad andare in frantumi una delle sacrosante istituzioni dello stato: la famiglia (borghese). E così Krueger trova il modo di vendicarsi a sua volta colpendo coloro che non hanno colpe, ma che sono già segnati. La nuova generazione, la nuova America, è costretta a prendersi una grande e marcia eredità.

Craven tra l’altro si dimostra intelligente anche nel caratterizzare la famiglia allo sfacelo attraverso i personaggi. I genitori di Nancy sono divorziati e Marge è un’alcolizzata, la madre di Tina nella prima sequenza compare nella stanza della figlia con un amante, Rod forse non ha nemmeno dei genitori, al contrario di Glen per cui la loro presenza è fin troppo asfissiante. Finiscono quasi tutti male: chi fatto a pezzettini dalle lame del guanto del babau, chi impiccato, chi ridotto in un geyser di sangue in una delle tante scene memorabili.

Intanto i fantasmi dei bambini vagano tra le inquadrature, presenze inquietanti ed inquiete che cantano una filastrocca da brividi. Eppure: chi dei personaggi se li ricorda? I discorsi di Marge sembrano quasi usarli come alibi, mentre la vera ragione per cui Krueger viene ucciso è che dev’essere così e non può essere altrimenti. Un gesto del genere va condannato, anche a costo dell'”occhio per occhio”. Letture del genere sono arrivate ben a posteriori, ma già all’epoca il successo di Nightmare, almeno a livello epidermico, era alle stelle: l’originalità della trama e la sua realizzazione (oggi a tratti un po’ dozzinale negli effetti speciali, ma con il budget a disposizione il film è un vero miracolo) colpirono giustamente l’immaginario collettivo.

La New Line Cinema fece il colpaccio, e da casetta di produzione indipendente oggi ci porta, di sogno in sogno, nella Terra di Mezzo. Per Johnny Depp, che interpreta Glen, il fidanzato di Nancy, non il ruolo della vita ma il primo passo verso il successo. Per Craven, che si sbizzarrisce con trovate tra il macabro e l’ironico (spassosa quella della lingua che esce dal telefono, costata si dice un paio di dollari), il capolavoro della carriera. Da quel momento nasce la saga: sei sequel, di cui uno meta-cinematografico firmato dallo stesso Craven, un “cross-over” con un’altra icona come Jason Voorhees, un paio di serie televisive in pieno periodo Mtv, e oggi un reboot modaiolo firmato Platinum Dunes.

Freddy Krueger ne ha passate tante negli anni, e oggi ha perso il suo volto storico, quello di Robert Englund, ed ha acquisito quello di Jackie Earle Haley. Viene nuovamente bruciato, seppellito, decapitato, diventa (involontariamente?) simulacro di omosessualità latente, diventa Super Freddy, gioca ai videogame, rifa la strega del Mago di Oz e viene fatto tornare nel mondo del cinema dal suo creatore. Ma nel 1984 è ancora avvolto nell’ombra, usa poche ma efficaci battute senza esagerare, come invece fa in molti seguiti. E fa una paura fottuta. E anche se Nancy nel finale tenta di affrontarlo guardandolo in faccia, torna più forte che mai. Il sonno della ragione ha generato i suoi mostri, e neanche nelle ore del riposo l’America dorme sonni tranquilli.

Nightmare - Dal profondo della notte: uno sguardo all'originale in attesa del reboot
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