Noi siamo Infinito: spot, clip e note di produzione per The Perks of Being a Wallflower
Premiato dalla critica e dal box office, The Perks of Being a Wallflower arriva nei cinema d’Italia
Uscito a settembre negli Usa, dove ha incassato poco meno di 18 milioni di dollari, The Perks of Being a Wallflower prepara finalmente lo sbarco nei cinema italiani. Tratto dall’omonimo romanzo cult scritto da Stephen Chbosky, qui anche sceneggiatore e regista, il film, diventato Noi Siamo Infinito per il mercato italiano, è una storia profonda e coinvolgente sulle difficoltà di essere adolescente e di dover trovare il proprio posto nel mondo. Oggi, in attesa della nostra recensione in anteprima ormai davvero dietro l’angolo, ‘lanciamo’ l’uscita in sala della pellicola (14 febbraio) grazie all’arrivo di due spot e una prima clip in italiano, oltre ad un fiume di interessanti curiosità produttive, che vi attendono dopo il saltino.
Interpretata da Logan Lerman, Emma Watson ed Ezra Miller, il film cattura, in una toccante fotografia, le gioie e le avversità che si affrontano nel diventare adulti. E sono proprio i tre giovani protagonisti a lasciare pesantemente il segno, in una vera e propria gara di bravura in cui continuamente riescono a superarsi a vicenda. Innegabilmente sorprendente la prova del ‘piccolo’ Lerman, mentre non è altro che una conferma il talento del fenomenale Miller, già sbalorditivo in E ora parliamo di Kevin. Nulla da dire, invece, perché già sappiamo praticamente tutto, sull’impeccabile Watson, per un titolo curato nei minimi particolari, ambientato nel 1991, condito da un’ottima colonna sonora, ed onesto, commovente, adolescenziale ma anche adulto, divertente, fragile, quasi nostalgico e in ‘calo’ solo nella parte finale, dove a pesare è il cambio drastico ed improvviso di sceneggiatura. Complessivamente stiamo comunque parlando di un’opera nettamente superiore alla media, che potrebbe pagare l’enorme ritardo distributivo nel nostro paese, dopo aver perso completamente la strada dei Premi cinematografici.
Protagonista, per chi non lo sapesse, è Charlie, ragazzo molto intelligente ma allo stesso tempo timido e insicuro, che osserva il mondo intorno a sé tenendosi in disparte. Un giorno due carismatici ragazzi dell’ultimo anno, la bella Sam e il suo impavido fratellastro Patrick, lo prendono sotto la loro ala protettrice accompagnandolo verso nuove amicizie, il primo amore, il primo bacio, le prime feste, le rappresentazioni del Rocky Horror Picture Show e la ricerca della colonna sonora perfetta della loro vita. Allo stesso tempo, il suo professore di inglese, il sig. Anderson lo introduce al mondo della letteratura, facendo nascere in lui il sogno di diventare scrittore. Tuttavia, nonostante la felicità raggiunta, il dolore del suo passato, segnato dal recente suicidio del migliore amico Michael e dall’accidentale morte di una sua cara zia, tormenta ancora Charlie. Quando i suoi amici più grandi si preparano a lasciare il liceo per il college, l’equilibrio precario del ragazzo inizia a sgretolarsi, fino a palesare una dolorosa verità.
Note di Produzione
Nel 1987, un allora diciassettenne Stephen Chbosky (pronunciato sha-bos-ky) partecipò a un film festival al teatro Fulton di Pittsburg e conobbe uno dei cittadini più famosi della città, il re dell’horror George Romero. L’aspirante sceneggiatore e regista chiese a Romero di autografargli un poster che, ancora oggi, è appeso nel suo ufficio. L’iscrizione legge “Steve, abbi sempre paura. Spero che tu possa avere una produzione per la tua prima sceneggiatura. George Romero”.
Forse la sua prima sceneggiatura non ha trovato un produttore, ma il suo primo lavoro letterario, il romanzo per giovani “Noi Siamo Infinito” (The Perks of Being a Wallflower) fu pubblicato nel 1999 divenendo un cult e la sua lettura fu controversa, adottata in alcune scuole e proibita in altre. Ora Chbosky ha scritto e diretto un film sapientemente incorniciato, basato sul suo famoso romanzo. Come nel libro, il film segue il suo eroe, Charlie, attraverso il suo primo anno di scuola superiore, elettrizzante, traumatico e infine trionfante.
Laureato alla University of Southern California nel prestigioso corso di sceneggiatura, Chbosky comincia a scrivere il libro mentre è ancora all’università, finendolo qualche anno dopo a New York. “Ho scritto il libro per motivi molto personali” dice. “Stavo attraversando un momento difficile nella mia vita privata. Ma ero anche arrivato a un punto nella mia vita in cui ero pronto a scrivere sul perché brave persone a volte vivano cose tremende e su come una famiglia di amici possa aiutarti a superare tutto. Avevo davvero bisogno di risposte per me stesso ed è stato come se Charlie mi toccasse sulla spalla e mi dicesse ‘Sono pronto a raccontare la mia storia’. Non stavo cercando di ottenere consenso da tutti o di arrivare a tutti. Stavo solo cercando di raccontare la mia verità. Non ho mai pensato di allietare un grande pubblico. Ho raccontato autenticamente la mia storia e credo che la gente rispetti questo”.
Il notevole successo di questo libro porta allo scrittore diverse offerte per adattare la storia per il cinema. Invece Chbosky si trasferisce a Los Angeles per inseguire altri progetti, inclusi la stesura della sceneggiatura per la versione filmica del fenomeno di Broadway “Rent” e la creazione della serie tv della CBS Jericho. Ma sapeva che prima o poi sarebbe tornato sulla storia di Charlie. “Ho sempre voluto fare un film basato sul mio libro”, afferma. “Vedevo le immagini così vividamente mentre lo scrivevo. Ma volevo il tempo e lo spazio per farlo nella maniera giusta. Nel frattempo ho lavorato su molte sceneggiature diverse. Ho perfezionato le mie capacità finché non sono stato pronto a scrivere una sceneggiatura che fosse fedele al libro”.
Chbosky sente un’enorme responsabilità nei confronti dei suoi tantissimi fan nell’adattare la storia in sceneggiatura. “Nei 13 anni dalla pubblicazione, ho ricevuto centinaia di lettere ed e-mail”, ci spiega “Alcune facevano spezzare il cuore. Ti rendi conto che davvero tanti ragazzi si sentono terribilmente soli. Pensano che nessuno li stia ascoltando, che a nessuno importi di loro. Alcuni dicevano che pensavano di farla finita, ma dopo aver letto il libro hanno deciso di non farlo. Quando succede questo, vieni cambiato, e ti rendi conto della responsabilità che hai”.
Il libro è scritto come una serie di lettere che Charlie scrive a un amico senza nome. Le lettere di Charlie trattano questioni che i teenager continuano ad affrontare ancora oggi. Alcuni di questi argomenti sono “scottanti”, come l’uso di droghe, di alcol o il sesso, e hanno acceso dibattiti e proteste, fino a far vietare la lettura del libro. “Ogni volta che il libro viene bandito, dicono che sia una medaglia d’onore”, dice “Ma per me è sempre un momento triste. Ho scritto il libro in parte per terminare un silenzio. Voglio che genitori e figli parlino di cosa gli succede. La censura pone limite al dialogo”.
“Più importanti degli eventi del libro sono i personaggi”, spiega l’autore. Per questo motivo, scrivendo la sceneggiatura, ha ottimizzato la trama ed ha focalizzato l’attenzione sulla relazione tra Charlie e i primi amici che incontra nella nuova scuola, Sam e il suo fratellastro Patrick, che vedono in lui uno spirito buono. “Alcune cose dovevano essere tagliate, ma i temi centrali sono rimasti immutati. La famiglia di amici e il rapporto tra Charlie, Sam e Patrick doveva esserci. Alla fine ho tagliato cose che sono molto belle nel libro ma non trovavano il giusto spazio nel film. Anche perché se avessi girato ogni scena del libro, avrei realizzato un film di quattro ore!”
Nel film, la storia è sempre raccontata dal punto di vista di Charlie, ma Chbosky ha architettato un leggero spostamento nel punto di vista, ritenendolo necessario per raccontare la storia con maggiore efficacia. “Nel libro impariamo ad amare gli amici di Charlie attraverso il suo amore per loro. Ma questo in un film non funziona. Ho dovuto trovare una maniera oggettiva di mostrare l’amore soggettivo di Charlie. Ho dovuto rendere Patrick molto più divertente, perché non era sufficiente che Charlie descrivesse la sua simpatia. Doveva proprio vedersi”.
Sentendo la notizia che Chbosky stava lavorando sull’adattamento del suo romanzo, Lianne Halfon, Russell Smith e John Malkovich, soci nella Mr. Mudd Productions, gli hanno teso la mano. La società ha prodotto film di successo, inclusi i nominati agli Oscar Juno, Ghost World, Art School Confidential, Abel e Jeff Who Lives at Home, oltre a documentari acclamati tra cui Which Way Home. I soci si sono trovati d’accordo sul fatto che Chbosky fosse l’unico regista che avrebbero preso in considerazione per il progetto. “Il patto era che quando avremmo avuto una sceneggiatura che riflettesse davvero il libro, allora avremmo cominciato a girarlo” dice Smith “Tutte le componenti dovevano essere le migliori, perché un regista alla sua opera prima è sempre un’incognita, ma noi eravamo tutti d’accordo che Stephen dovesse dirigere il film. Dato che aveva scritto un bellissimo libro e una meravigliosa sceneggiatura, eravamo sicuri che ne sarebbe stato capace”.
La squadra ha avuto un approccio diretto nella creazione del film, assai apprezzata dal regista alla sua opera prima “Non potevo chiedere dei produttori migliori”, dice Chbosky. “Erano lì tutti i giorni sul set e in post produzione. Mi hanno sempre detto la verità. Le loro note e i suggerimenti sono stati impagabili”. John Malkovich ha dato un suggerimento a Chbosky prima dell’inizio delle riprese. “John mi disse che la ragione per cui amava la sceneggiatura era che secondo lui aveva un vero cuore. E siccome avevamo un cuore vero, non avevamo bisogno di sentimentalismo. Disse ‘Prendi sempre il girato più duro’ e non me lo scordai mai. Io sono un sentimentale. Mi piace il girato romantico ma, più spesso di quanto si possa pensare, quel semplice consiglio ci ha salvati dall’essere troppo sentimentali”.
Chbosky definisce il film una storia d’amore non convenzionale. “Scrissi la battuta ‘Noi accettiamo l’amore che crediamo di meritare’ nella prima stesura”, dice lui, “divenne tema centrale dell’intero del libro e poi del film. Non si parla solo di amore romantico. Può riferirsi a quello tra amici. Può essere come noi trattiamo noi stessi. Si tratta di avere una vita fantastica semplicemente aprendosi di più al mondo”.
Anche se il libro viene letto soprattutto da ragazzi, Chbosky è sicuro che il fascino del film trascenderà l’età: “Guardando il film, un adulto potrebbe avere nostalgia di cosa significava avere quell’età. Un dodicenne che non ha ancora frequentato le scuole superiori potrebbe invece trovarvi una sorta di cartina indicativa. Qualcuno nel pieno di quegli anni potrebbe solo aver bisogno di capire che quello che sta vivendo è reale e che qualcun altro lo capisce. Io vorrei che una madre vedesse il film e si ricordasse l’essere giovane, e voglio che una figlia senta conferma di cosa significa essere giovani. Io voglio che entrambe sentano la necessità di parlarsi a proposito delle esperienze che hanno vissuto. Questo è tutto ciò che voglio”.
Charlie e Compagnia
Trovare gli attori giusti per qualsiasi film è un processo delicato, ma dare un volto a personaggi amati da una generazione rappresenta davvero una sfida unica. Chbosky ha messo insieme meticolosamente un cast straordinario per il suo debutto da regista, trovando, per i ruoli principali di Charlie, Sam e Patrick, un trio di giovani attori estremamente talentuosi: Logan Lerman, Emma Watson ed Ezra Miller. “Io credo che il testo stesse aspettando il suo cast”, dice, “Se avessi scritto la sceneggiatura tre anni prima sarebbero stati tutti troppo giovani. Se avessi finito due anni più tardi sarebbero stati troppo vecchi”.
Logan Lerman, star emergente protagonista di Percy Jackson, è stato scelto per il ruolo Charlie. Il suo immediato legame con il personaggio ha sorpreso anche il regista. “Pensavo che nessuno conoscesse Charlie come me, ma Logan mi ha sorpreso”, racconta Chbosky, “La sua interpretazione è così sottile. È goffo, ma al tempo stesso bello e positivo. Vive ogni emozione con una tale destrezza. Penso che sia una delle performance migliori di un attore così giovane che abbia mai visto. Ha una scena molto emotiva con Joan Cusack, che fa il Dr. Burton. L’abbiamo provata in tante maniere. Ho salvato un girato di lui che ripete la scena tre volte, con dei piccoli aggiustamenti. Sono tra i dieci minuti più potenti che io abbia mai visto in un film. La conserverò sempre”.
Logan Lerman, quando ha ricevuto il copione, conosceva la fama del romanzo ma non lo aveva mai letto. La sua reazione alla storia e ai personaggi è stata immediata e intensa: “Sono stato sommerso dalle emozioni. Queste persone sono così vere e interessanti. Inizialmente non sapevo chi volessi interpretare, ma sapevo che volevo essere parte del film, a prescindere”.
Presto decise che era il ruolo di Charlie a fare per lui. “Charlie è così ingenuo e vive in maniera scomoda nella sua stessa pelle”, dice “Sta affrontando le difficoltà emotive di alcune situazioni difficili del suo passato e cerca di sopravvivere al suo primo anno di scuole superiori”.
Ciò che salva Charlie, secondo Chbosky, è la sua genuinità. “Charlie è uno spirito puro. In superficie è goffo e solitario, ma cerca sempre di trovare gioia nel mondo. Ha appena iniziato le superiori ed ha da poco perso un caro amico, in più è ancora in difficoltà per la perdita della sua più cara parente, molti anni prima. Sta cercando di trovare la speranza, ma ciò che incontra sono ragazzi dell’ultimo anno ostili e una sorella che si rifiuta di mangiare il pranzo insieme a lui. Poi fa una cosa coraggiosa. Va da solo alla partita di football del venerdì sera, e conosce Patrick. E questo cambia la sua vita per sempre. Questo è un messaggio importante. Alzati da lì. Vai alla partita. Potresti sembrare uno sfigato. Ma vacci a quella partita”.
Sapendo che la storia è così conosciuta e amata, Lerman era rassicurato dal fatto che Chbosky avrebbe mantenuto il controllo creativo sul copione e sulle riprese: “Il libro sta a cuore a così tante persone. Stephen ha portato vera passione al progetto e la passione è contagiosa. Sono state riprese estenuanti, ma sedermi e parlare con Steve tutti i giorni mi ricaricava. Ha messo insieme un gruppo di persone che ammiro profondamente. Essere parte di un film al quale ho potuto lavorare con persone talentuose come queste è un grande onore. Spero soltanto che la gente risponda con la stessa forza con cui lo abbiamo fatto noi”.
Sam e Patrick, fratellastri, ragazzi dell’ultimo anno, presentano Charlie ai loro amici, un gruppo di spiriti liberi e creativi che Sam chiama “l’isola dei giocattoli abbandonati”. “Decidono di accoglierlo in maniera tale che lui non si debba più sentire solo”, dice Chbosky. “Sam ha la reputazione di essere un po’ pazzerella, mentre Patrick è gay, perciò loro sanno cosa significa essere giudicati. Non si può negare l’intrinseca aura celeste di questi due ragazzi. Loro mostrano a Charlie le vie del mondo. Gli consentono di esplorare la vita, di spogliarsi di fronte a 300 persone per il Rocky Horror Picture Show e di farsi domande sulle cose che lui crede di conoscere. Tentano di guidarlo al primo bacio, al suo primo vero giro in macchina e alla musica che definirà la sua intera vita”.
Emma Watson interpreta Sam nel suo primo ruolo importante dalla fine della saga di Harry Potter, che l’ha resa una star alla tenera età di undici anni. “Per me Sam è la ragazza perfetta”, dice Chbosky “Emma è assolutamente luminosa in questo ruolo. Lo ha preso molto seriamente. Ci ho messo circa cinque minuti per rendermi conto che lei era la persona perfetta per il personaggio e per il film. È cresciuta in mezzo ad un uragano, e lo ha fatto con tale grazia e classe, ma c’è un non so che di solitario in lei. Sapevo quando l’ho conosciuta che questa era una parte di lei che premeva per uscire. Aveva solo bisogno che le venisse permesso”.
La Watson stava studiando all’università Brown quando ha ricevuto la sceneggiatura. Non conoscendo il romanzo, ne ha parlato con un paio di amici ed ha scoperto che ne erano grandi fan. “Ho pianto davvero quando ho letto la sceneggiatura”, dice Emma Watson “Non è possibile non immedesimarsi nelle esperienze dei personaggi. Non ho avuto bisogno di frequentare una scuola americana o andare al ballo per sentirmi come Sam o Charlie o Brad, o chiunque di loro”.
Dopo quasi un decennio d’interpretazione di Hermione Granger, la Watson era a conoscenza dei rischi del portare in vita un personaggio così amato. “ A volte mi sentivo come se fossi passata dalla padella alla brace”, ammette “La gente sembra avere a cuore il personaggio di Sam quanto quelli di Harry Potter. Mette una grossa pressione cercare di interpretare un personaggio che la gente già conosce e in cui si identifica. Spero soltanto di essere stata all’altezza delle aspettative e di esser riusciti a rendere giustizia ad un libro splendido”.
Avere Chbosky al timone le ha dato la sicurezza che stessero facendo proprio questo. “C’è una linea così pura di connessione”, dice lei. “Steve aveva una visione completa del film. Aveva sognato di girarlo per più di dieci anni. Aveva pianificato ogni singola scena del film nella sua testa. Sapeva esattamente come voleva che tutto andasse ed io avevo totale fiducia in lui perché era il suo mondo”.
Ognuno dei personaggi affronta una crisi in questa storia, secondo la Watson. “Non c’è un solo personaggio che non compie una parabola o che non viva un processo di crescita. Hanno a che fare con delle cose difficili e serie, ma tutto è sempre affiancato a qualcosa di umoristico, perciò speriamo di far ridere e piangere il pubblico in egual misura”.
E Sam può imparare da Charlie tanto quanto lui può fare da lei. “Lui ha passato un periodo pesante, ma è la più dolce e sensibile anima che potreste incontrare. Sam e Patrick provano a guidarlo nel suo primo anno di scuola superiore che, come tutti sappiamo, può essere spaventoso. Sam è una di quelle ragazze che a scuola sente di dover essere costantemente su di giri e di dover fare baldoria. Ma questo dopo un po’ di tempo diventa faticoso. Con Charlie, può finalmente essere se stessa”.
L’attrice parla dei suoi coprotagonisti con affetto e grande rispetto. “È stato divertente lavorare con Logan Lerman ed Ezra Miller perché abbiamo lo stesso tipo di legame nella vita reale”, lei racconta “questo ha fatto sì che il lavoro non sembrasse lavoro. Logan spezzerà i cuori in questo film. È devastante. Lui capisce Charlie in maniera innata. Ed Ezra è così divertente. Poter improvvisare con lui è stato un sogno. Io pensavo di avere energia, ma lui è proprio un’altra storia. È perfetto per Patrick”.
Il regista ha un commento ugualmente appassionato per la Watson. “Emma si è lanciata in quel personaggio e non ha più guardato indietro”, dice Chbosky, “la sua forte passione, professionalità e integrità artistica mi hanno ispirato. Ha corso un grosso rischio con questo film. E ne ha abbracciato ogni aspetto. Ha trovato il personaggio ed è stata brillante”.
Patrick è il migliore amico di Sam oltre ad esserne il fratellastro. È arguto, del tutto anticonformista ed esagerato. “Patrick è un pagliaccio e un sapientone, ma sarà sempre in prima linea a difendere chi deve essere difeso”, dice Chbosky, “È quello che si considera un ‘fratello’ anche se è gay. Per me era importante nello scrivere il personaggio e poi nello scegliere Ezra Miller, che in questo film sarebbe stato il più fico, e il più forte. Lui è quello che Charlie vorrebbe essere. Ezra lo ha interpretato perfettamente”.
A soli 19 anni Miller sta velocemente mettendo su un importante curriculum, interpretando personaggi complessi nei recenti film E Ora Parliamo di Kevin e Another Happy Day. Afferma che la sua prima reazione al copione è stata “Santa madre di Jehovah!”
“The Perks of Being a Wallflower è stato un libro determinante per me e per molti dei miei migliori amici quando stavamo entrando alle scuole superiori. L’adolescenza è un periodo nel quale è quasi impossibile capire cosa sta succedendo. Viene a crearsi un vuoto immenso dove prima risiedevano l’innocenza e la magia dell’infanzia. Ci sono lezioni che tutti dobbiamo imparare e sono davvero dure. Gran parte del tempo sembra una lotta senza senso. Ma, se riusciamo a mantenere la dignità nonostante il dolore, questo ci darà potere per il resto della nostra vita”.
Patrick ha una comprensione rara della propria identità, secondo Miller: “Lui può stare in mezzo ad una scuola superiore americana e capire di essere gay. Perché lui e il suo fantastico gruppo di pazzi amici idiosincratici stanno tutti cercando di capire le proprie identità, lui riconosce questo in Charlie”.
Patrick prende molta della sua forza da Sam, e viceversa: “Sam e Patrick sono maschio e femmina, uno complementare all’altro. Insieme creano un fantastico pezzo unico. I loro cuori uniti possono forgiare qualsiasi tipo di situazione”.
Come i loro personaggi, Miller, Watson e Logan hanno stretto un forte legame durante le riprese. “Credo che Emma ed io eravamo destinati a conoscerci”, dice Miller. Descrive Lerman come ‘il consumato cinefilo che comprende ogni aspetto tecnico di ciò che sta accadendo’. “Penso che non sia solo uno dei prossimi importanti volti di punta del cinema, ma avrà una forza ancora più grande dietro la macchina da presa”.
Esprimendo il suo rispetto per Chbosky, Miller nota quanto raramente per uno scrittore sia possibile trasportare la sua visione fino allo schermo, come ha fatto Chbosky. “Ma non credo che sarebbe stato possibile per chiunque altro, fare questo film. Steve è un regista naturale. Lui ci dava consigli che mettevano tutto in prospettiva, permettendo agli attori di muovere la scena nella direzione che voleva lui, senza che fosse lui a imporre la sua visione. Poi è riuscito a mettere insieme un cast che è come il supremo set per chimici”.
Chbosky ha sempre sentito che l’amicizia tra i giovani attori del film sarebbe dovuta diventare reale per poter essere credibile sullo schermo. “Ho detto a tutti che sarebbe stato veramente importante che passassero l’estate della vita”, dice. “Se l’avessero fatto, il mio lavoro sarebbe stato semplice. E l’hanno fatto. Il cameratismo li ha portati a stare svegli tutta la notte e suonare musica e diventare grandi amici, il ciò si è riflesso sul film. E questo si è esteso a tutti i ragazzi del cast. Mae Whitman ed Emma sono diventate immediatamente amiche”.
Whitman, che adesso interpreta Amber Holt nella serie di NBC Parenthood, è Mary Elizabeth, la migliore amica di Sam e di importante impatto su Charlie. “Mary Elizabeth è parecchio prepotente, e vuole comandare tutti”. Parla Chbosky. “Può essere una buffona qualche volta e Mae ha totalmente abbracciato questo aspetto nella sua interpretazione. Ma nel suo rapporto con Charlie finalmente impara ad aprirsi verso qualcuno a cui sta a cuore”.
L’attrice, Mae Whitman, è arrivata sul set che era già fan del libro. “Ero sorpresa e grata che la sceneggiatura fosse così fedele all’originale”, dice lei “troppo spesso la sceneggiatura non rende giustizia al libro, ma qui non sembrava mancare nulla. La storia mette davvero in risalto la sensazione di essere giovani e sensibili. Tutto è nuovo e stai vivendo tutte quelle emozioni intense per la prima volta. Può essere travolgente ed emotivo, e doloroso. Il film tratta parecchie questioni difficili, ma nulla viene edulcorato. Conforta sapere che altre persone stanno passando le stesse cose, per quanto oscure possano essere”.
Whitman ha scoperto che la sua familiarità con il libro è servita come guida per scoprire le sfaccettature del suo personaggio e comprendere il rapporto con gli altri personaggi. “Mary Elizabeth è un personaggio complesso”, dice Whitman. “È un po’ punk e goth, appare arrabbiata e ha opinioni forti. Ma è anche buddhista. Sente il legame con il mondo e passa tutto questo a Charlie. È molto difficile per lei essere vulnerabile o scoprirsi in una maniera tipicamente femminile. Leggendo il libro, conoscevo le molte cose che Sam e Mary Elizabeth avevano passato insieme e sapevo perché fossero così unite”.
Nina Dobrev, una delle star della famosa serie del canale CW The Vampire Diaries, interpreta Candace, l’apparentemente felice sorella maggiore di Charlie. “Io credo che il film si rivolga a diversi tipi di persone”, dice la Dobrev, “Le persone e i fatti trascendono il tempo. Non importa se è ambientato negli anni ‘90, si riferisce a persone di oggi, e vi si riferirà anche tra altri dieci anni. Il mio personaggio vuole essere sempre perfetto, con voti perfetti e cose del genere. E la sua vita finirà per essere tutto tranne quello. Tutti conoscono qualcuno del genere – o sono quella persona”.
Il cast include anche Erin Wilhelmi, nel ruolo di Alice, la migliore amica di Mary Elizabeth. Quando ha ricevuto il copione sapeva esattamente quale ruolo voleva. Wilhemi racconta, “Nella prima descrizione del personaggio, era scritto che lei voleva essere goth, ma non ci stava riuscendo. E poi diceva, ‘puntini, puntini, puntini, povera Alice’. E io ho pensato, ‘Perfetto’”.
Johnny Simmons è invece Brad, un quarterback con una vita segreta. Come gli altri personaggi, ha qualcosa da insegnare a Charlie, che lo sappia o meno. “Da Sam lui impara la redenzione”, dice Chbosky “da Patrick, impara che è ok essere esattamente chi si è e che non bisogna averne paura. Se ti prendono in giro, allora rispondi. Brad gli mostra che nessuno è come sembra. Non sai mai cosa le persone stanno passando, dietro le loro porte chiuse. Anche la persona più forte che abbiate mai conosciuto ha le proprie insicurezze. Anche i più tosti hanno bisogno di amore”.
Gli adulti nella vita di Charlie sono stati pensati e ingaggiati altrettanto scrupolosamente. “Secondo me troppi film che parlano di ragazzi fanno sembrare sciocchi gli adulti”, dice Chbosky, “questo film cerca di rispettare entrambi i lati”.
Per recitare il ruolo del professore preferito nonché mentore di Charlie, il sig. Anderson, il regista si è rivolto a Paul Rudd. “Ho conosciuto Paul a New York circa dieci anni fa. Il mio libro era uscito un anno prima e sapevo che un giorno avrei fatto il film, e che sarebbe stato lui ad incarnare il professor Anderson”.
L’ispirazione per il personaggio è stato il professore vero di Chbosky, Stuart Stern. Membro della facoltà alla scuola di cinema USC, Stern è autore delle sceneggiature di classici come Gioventù Bruciata, Sibyl, Rachel Rachel e Missione in Oriente. “Parlava di quando conobbe per la prima volta James Dean, di quando viaggiava con Brando, o lavorava con Sally Field per capire come interpretare Sibyl. Non ci potevo credere. Mi ha completamente cambiato la vita. È diventato mio amico e mentore. È la prima persona che abbia mai letto la sceneggiatura di Noi Siamo Infinito. Il prof. Anderson è il mio tributo a lui. È un maestro che ama ed incoraggia lo studente in cui vede qualcosa di speciale”.
Rudd non era al corrente della popolarità del libro finché non menzionò il nome di Chbosky alla babysitter dei suoi figli: “Lei mi disse ‘vuole dire lo Steve Chbosky di ‘The Perks Of Being A Wallflower’? Quello è il mio libro preferito di sempre!’ A quella generazione il libro è così caro ed io non ne avevo affatto idea”.
Paul Rudd ricorda di avere diversi insegnanti che lo facevano “sentire compreso”. “E mi piaceva l’idea di interpretare quel tipo di uomo”, dice lui, “ma è stato strano essere il più anziano nel film. Non mi era mai capitato, ma mi ha aiutato a centrare il personaggio. Lui rivede qualcosa di se stesso in quel ragazzo. Forse pensa che Charlie è più talentuoso di lui nella scrittura, ma sa che apprezza la letteratura nella sua stessa maniera e probabilmente come non fa il resto della classe”.
La vita in famiglia di Charlie è importante quanto quella a scuola e Chbosky si considera fortunato di avere avuto nel cast attori veterani come Kate Walsh, Dylan McDermott e Melanie Lynsky per i ruoli della madre, del padre e della zia. “Volevo credere a questa famiglia emotivamente e fisicamente”, dice Chbosky, “dovevano incorporare le emozioni della storia che stavamo raccontando”.
Il Circo arriva a Pittsburgh
Noi Siamo Infinito è stato girato primariamente nella periferia di Pittsburgh, inclusa le città di Peters Township, Bethel Park, Dormont e Upper St. Clair, la stessa area in cui, e non è una coincidenza, crebbe Stephen Chbosky: “Non avrei girato il film in nessun altro luogo. Girare a Pittsburgh è stato fedele al libro e alla mia esperienza. C’è una scena tra la zia Helen e il piccolo Charlie fuori, sulla strada. La casa in cui sono cresciuto io è fuori campo letteralmente di 15 metri”.
Emma Watson concorda sul vantaggio di aver scelto di girare “a casa” del regista: “Steve è cresciuto a Pittsburgh. È la sua casa, dov’è andato a scuola, e i personaggi per la maggior parte sono ispirati a persone reali che lui conosceva, alcuni dei quali ancora conosce. È stato forte poter girare li”.
Prima dell’inizio delle riprese Chbosky ha introdotto il cast ad alcune tappe importanti dei suoi anni da adolescente. “I teenager hanno qualcosa in comune dappertutto, ma la verità sta nei dettagli”, racconta lui. “ Il cast non sapeva cosa fossero i pretzel al cioccolato di Sarris finché non è venuto qui. Non avevano mai mangiato il formaggio scheggiato o le patatine al formaggio da ‘Original O’ oppure un sandwich da Primanti Bros. Questi erano i compiti che gli davo. E devo dire che hanno apprezzato parecchio questi compiti”.
“A volte mi sembrava di aver portato il circo in città. Stavamo tutti in un piccolo albergo vicino il centro commerciale che frequentavo da ragazzo. Hanno tutti abbracciato l’esperienza urbana, che nessuno di loro aveva realmente mai vissuto. Sono tutti ragazzi attori. Sono cresciuti sul set, perciò finalmente hanno potuto avere tutti l’esperienza della scuola superiore, andare a una tavola calda e al cinema, mentre la dolce Emma si fermava a firmare ogni libro di Harry Potter che le davano in mano”.
Per le scene del fragoroso Rocky Horror Picture Show il regista è tornato al luogo storico dove originalmente vide il film da giovane, il Dormont Hollywood Theater. Chbosky ammette che quando era ragazzo non aveva avuto il coraggio di partecipare, e così ha dato ai suoi personaggi via libera per essere le star della ricostruzione su grande schermo del classico.
“Il cast locale del ‘Rocky Horror Floor Show’ è stato la nostra consulenza tecnica”, dice “e il pubblico è pieno di veri devoti del Rocky Horror. Ezra Miller ed Emma Watson erano in paradiso durante quelle scene. Abbiamo dovuto trascinare Ezra via dal parco perché era del tutto immerso nel personaggio di Frank-N-Further! Quelli sono stati i giorni più belli”.
Quella scena è stata anche il momento clou per il costumista David Robinson: “Ci siamo divertiti davvero tanto! Doveva sembrare che dei ragazzi del liceo si fossero fatti quei costumi, ma dovevano anche essere belli. Credo che il risultato finale sia stato fantastico. Poi Ezra Miller in tacchi a spillo è uno con cui tocca fare i conti!”
Forse l’elemento più significativo per Chbosky nel ricreare per lo schermo la propria gioventù è stata la colonna sonora che ha messo insieme per il film. “Non importa quanti anni hai”, dice, “quando ripensi alla tua gioventù, pensi alla musica che ascoltavi. Io facevo i mix in cassetta come i ragazzi nel film, poi i CD e ora ci sono le Playlist. È una costante con i ragazzi. La musica è una pietra angolare dell’essere giovani. Aiuta a formare la propria identità. Ci definisce e ci lega ai nostri amici”.
Alla sua storia Chbosky lega la colonna sonora degli anni passati alle superiori che include alcuni dei pezzi più memorabili degli anni ‘80 e dei primi ‘90, incluse ‘Asleep’ degli Smiths, ‘Come On Eileen’ dei Dexy’s Midnight Runners, ‘Could it be another Change’ dei Samples e ‘Araby’ dei The Reivers.
“Sapevo che ‘Come On Eileen’ doveva assolutamente essere il brano per il ballo. Sapevo che ‘Air Supply’ doveva esserci. E volevo ‘Dear God’ degli XTC nel film perché adoro quella canzone. Ma l’essenza del film è ‘Asleep’ che ho sentito per la prima volta su un mix in cassetta tanti anni fa. Ha caratterizzato un anno della mia vita”.
Anche la Music Supervisor Alexandra Patsavas ha contribuito con le sue idee, suggerendo brani non familiari a Chbosky. “Ha una tale passione per quel periodo”, spiega lui “Mi ha fatto conoscere cose che non avevo mai sentito, ma che amerò fino al giorno della mia morte. Per me la colonna sonora è un mix che riflette un tempo e dà un tono. Sono veramente fiero della musica in questo film”.
La musica e il cantare non sempre si fermavano dopo lo stop delle telecamere. Si è formata una band “da camera di albergo”, simpaticamente chiamata “Octopus Jam” composta da Ezra Miller alla batteria, Logan Lerman alla chitarra e Watson al microfono, con anche una serie di guest artist rotante, tra cui l’autore di brani e cantante Landon Pigg, che appare anche nel film.
Emma Watson dice: “È un gruppo di persone talmente bello. La sera stavamo tutti insieme in albergo e suonavamo. Abbiamo passato la maggior parte delle nostre sere suonando e chiacchierando e facendo gli scemi”.
Ugualmente importanti, per ricreare l’atmosfera di fine ventesimo secolo, sono stati i costumi. Con più di una dozzina di attori principali e folle di figuranti, il costumista David Robinson dice di aver ripulito tutti i negozi dell’usato a Pittsburgh e dintorni. “Gli attori avevano parecchi cambi di abito. Abbiamo avuto una partita di football, una manifestazione di cheerleader, un ballo, la festa di Sadie Hawkins, il Natale, il Rocky Horror, il ballo di fine anno e la cerimonia di diploma. È stato un uragano dopo l’altro per i vestiti”.
Solo per le comparse sono stati richiesti più di 4000 cambi. Robinson ha usato vecchi annuari locali per assicurarsi dell’autenticità ed ha riadattato vestiti vintage di quei tempi per i costumi, tra cui anche il vestito per il ballo di Sam.
Uno dei punti salienti del libro, come del film, sono un paio di scene che potevano essere filmate solo a Pittsburgh. Il tunnel Fort Pitt che porta al centro di Pittsburgh sbuca su un ponte con una vista grandiosa del profilo della città ed è un must per i visitatori della città; inoltre lo sfondo per un momento di cambiamento di Charlie, mentre guarda Sam sbizzarrirsi sul retro di un furgoncino che attraversa il tunnel, per poi provare lui stesso.
Chbosky chiama quella sequenza ‘il sogno che diventa realtà’. “Ho tenuto l’immagine di quei ragazzi che volano attraverso il tunnel per circa diciotto anni e poterlo finalmente filmare è stato fantastico”.
Alla Watson inizialmente è stato detto che non avrebbe girato lei la scena bensì uno stunt, ma la sua determinazione a volerla fare ha convinto il regista. Così si è trovata in piedi sul retro di un furgone a 60 miglia all’ora attraversando il tunnel, retta solo da una fune. “Avevo solo una fune, con le mani per aria, in velocità fino in fondo al tunnel finché non siamo usciti dall’altro lato”, ricorda lei, “ La prima volta che lo feci mi emozionai così tanto che piansi. È stato davvero speciale e bello, questa scena mi ha lasciata a bocca aperta. È pazzesca e anche Steve sapeva, quando la concepì, che sarebbe stata così. È stato, senza esagerare, uno dei momenti più eccitanti della mia vita”.
Charlie ripete la stessa pazzia più tardi nel film e anche Lerman ha insistito nel recitare lui stesso nella scena e non uno stunt. “L’esperienza è unica. Ricordo com’è stato salire sul retro del furgone e mettermi in piedi. Siamo schizzati fuori dal tunnel e abbiamo visto le luci della città. Non avevo mai provato un’esperienza del genere prima d’ora. Non si può descrivere a parole quant’è stato forte”.
L’immagine dei ragazzi “in volo” è ciò che Chbosky vuole lasciare agli spettatori. “Alla faccia di tutto il dolore, loro sentono che le possibilità per il futuro sono infinite”, dice “è la canzone perfetta, il perfetto viaggio in macchina, e loro sono le persone perfette. Questi sono i momenti che definiranno la tua vita per sempre. Per me ‘infinito’ era la parola perfetta per descrivere quel presentimento che ti dice che dopo questo, la vita andrà solo meglio. Sarà tutto in discesa.”
Con il film finalmente completato, Chbosky sostiene di non poter immaginare un’esperienza migliore. “Il sabato prima di finire con le riprese è stato come l’ultimo giorno di campeggio”, dice, “Anche il duro veterano di produzione piangeva, perché tutti sapevano che stavamo dicendo addio ad un momento unico. Landon Pigg cantò una canzone intitolata ‘Something Brief’ (Una Cosa Breve) su come questi momenti, vengono e poi vanno, e anche l’amore viene ma poi va. Stavamo tutti in un piccolo bar a Mount Lebanon, ed io guardavo tutti. Emma dondolava al ritmo della musica e Mae era seduta di fianco al fidanzato. Ezra piangeva come un pazzo. Eravamo tutti commossi. Penso che nessuno dei presenti quella notte se la scorderà mai, è stato come finire la scuola, diplomarsi”.
“Quando scrissi il libro, poche persone lo lessero e mi fecero dei commenti davvero utili, ma principalmente ero io seduto solo in una stanza a scrivere, ” aggiunge Chbosky, “il film invece è il prodotto di centinaia di persone. Sono così fiero di poterlo condividere con tutti i coinvolti, inclusi i fan. Non ne cambierei nemmeno una posa. Lo abbiamo fatto bene e lo abbiamo fatto con passione. È il riflesso migliore che avrei mai potuto fare del libro.”