Non ci indurre in tentazione: trailer del dramma italiano di N. Santi Amantini
Al cinema l’esordio alla regia di N. Santi Amantini
Il prossimo 28 febbraio approderà nei cinema italiani il drammatico Non ci indurre in tentazione. Il film è l’esordio alla regia del direttore della fotografia N. Santi Amantini e una vera e propria sfida attoriale per Lorenzo Berti (anche co-autore con Amantini della sceneggiatura), che in un assolo davanti alla macchina da presa incarna la duplice personalità di un ex-seminarista in crisi di fede, rinchiuso tra le pareti della sua casa natia, intraprende gli ultimi giorni di una lotta spirituale con il suo Doppio tentatore, “un gemello cattivo” che comincerà a perseguitarlo.
Una fotografia dai toni lividi accompagna lo spettatore nei meandri di una personalità in conflitto, le cui azioni si materializzano in un vero e proprio sdoppiamento di personalità che prende corpo incarnando la parte più oscura dell’essere umano.
Dopo il salto trovate un trailer del film e alcune note di regia in cui Amantini parla delle sue molteplici fonti di ispirazione, tra le quali cita Stanley Kubrick, Christopher Nolan e Gus van Sant.
Note di regia:
Lavorare con molto o poco budget è la stessa cosa. È tutta questione di saper raccontare una storia.” Così dice il grande regista americano John Carpenter, che ha fatto dei film a basso budget delle vere e proprie pietre miliari nella storia del Cinema. E con questo monito mi sono mosso anch’io, all’età di 21 anni per dare vita al mio primo lungometraggio come regista, “Non ci indurre in tentazione”. Avere pochi soldi è sempre stato un limite, ma allo stesso tempo un vantaggio: fare di necessità, virtù. Io e Lorenzo Berti (sceneggiatore e attore protagonista) ci siamo mossi con la stesura delle prime pagine di soggetto sapendo quanti e quali mezzi economici e non potevamo avere a disposizione, e in base a ciò abbiamo scritto la nostra storia: un limite, perché non potevamo sbizzarrirci più di tanto, un vantaggio, perché eravamo costantemente stimolati a trovare la perfezione nel poco e nel povero, nuove strade, nuove idee.
Alla fine l’idea stilistica che sta dietro a “Non ci indurre in tentazione” e alla quale mi sono ispirato, e che ho fatto mia, è quella dei cosiddetti film “da camera”, che erano propri anche del regista svedese Ingmar Bergman: pellicole caratterizzate da pochissime location e altrettanti personaggi: nel caso del mio film, una casa e due personaggi, interpretati dallo stesso attore. Con altri elementi poi che contribuiscono ad arricchire le vicende e la trama dell’opera. Bergman è stato il mio massimo punto di riferimento, sia nello stile registico, che di scrittura, ma anche da un punto di vista di direzione dell’attore e della relativa interpretazione, e per quanto riguarda idee scenografiche, fotografiche, ecc… A lui si aggiungono altre fonti d’ispirazione, come Gus Van Sant, Hitchcock, Kubrick, e anche Nolan, e il sempre presente Steven Spielberg.
Un film minimale, spoglio e contraddistinto da una messa in scena sobria visivamente, ma colma di idee, simboli e risvolti psicologici: in un crescendo di tensione che porta ad una parte finale più concitata e tesa.