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Non dico altro: recensione in anteprima del film con James Gandolfini

Torino Film Festival 2013: Non dico altro (Enough Said) ci riporta sul grande schermo James Gandolfini, a pochi mesi dalla scomparsa. Ma la vera sorpresa è Julia Louis-Dreyfus, che costruisce assieme alla regista e sceneggiatrice Nicole Holofcener un personaggio femminile complesso, inquieto e fragile. In Festa Mobile.

pubblicato 24 Novembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 06:58

E il cinema ci riportò per un’ultima volta James Gandolfini. Il grandissimo attore de I Soprano, scomparso a giugno, lo rivedremo prossimamente in sala un’ultimissima volta anche in Animal Rescue: ma intanto è Non dico altro, la bella commedia scritta e diretta da Nicole Holofcener, a farcelo vedere un’ultima volta sul grande schermo.

La presenza di Gandolfini rischia di catalizzare troppo l’attenzione su di lui, presenza “ingombrante” e irresistibile. Senza dimenticare poi un fattore emotivo che anche la critica in certi casi non può evitare. Insomma: a Gandolfini, come spettatori e amanti di cinema, si è voluto e si vuole un gran bene, ma non per questo non bisogna guardare pregi e difetti del film in modo distaccato.

Chiuso l’argomento, addentriamoci un po’ più in dettaglio in questo film semplice e giusto eppure ricco e sotto sotto complesso, firmato da una regista che si divide spesso tra piccolo e grande schermo. Si vede che dietro c’è lo zampino di una donna, perché se è vero che Non dico altro è una commedia romantica, è anche e soprattutto lo studio di un personaggio femminile.

Eva è una massaggiatrice divorziata con una figlia che sta per andare al college, e la situazione la preoccupa non poco. Una sera, a una festa, conosce Albert, suo coetaneo gentile e corpulento, anche lui single, poi Marianne, poetessa con cui va subito d’accordo e che diviene una sua cliente fissa.

Di lì a poco l’amicizia con Albert si trasformerà in qualcosa di più profondo, così come il rapporto con Marianne. Quest’ultima, infatti, finirà per sfogarsi con Eva di tutti i difetti dell’ex marito, che ancora la infastidiscono. Peccato che questi sia Albert… Eva si trova così di fronte a un bivio: credere ai racconti dell’amica o proseguire una relazione che sembrava perfetta?

Come in molti film (semi)indie del panorama americano, Non dico altro comincia piuttosto in sordina, leggero leggero per far felice tutti i palati e piuttosto piattino nell’esecuzione. Il che non significa che non inizi già a svelare le proprie carte, a preparare le fondamenta per tutto quello che svelerà col passare dei minuti o a lavorare per bene, anzi. Però bisogna aspettare un pochino per capire dove voglia andare a parare.


Quando il film comincia, Eva è una splendida donna single, simpatica verso tutti, brillante. Al primo appuntamento con Albert, in un ristorante dove ad un certo punto alzano la musica a palla e i due si sentono a disagio, si dimostra ben propensa a non far passare manco un secondo di silenzio tra un dialogo e l’altro. Anche quando rifiuta il primo bacio dell’uomo in macchina lo fa con un tatto quasi calcolato e corretto.

Ecco: Eva è una persona che finge e indossa una maschera. Lo spettatore scoprirà il suo mondo, il suo vero carattere e i suoi problemi poco a poco, ma ci mette solo alcuni minuti per capire che qualcosa non va in questa donna brillante, madre moderna di una figlia con cui ha una relazione un po’ complicata, tanto da volersi confidare di più con la sua migliore amica Chloe.

Holofcener, in un film leggero e consigliabile a tutti i palati, azzecca in pieno almeno una cosa: il personaggio protagonista. A molti è parso che Eva diventi sempre più odiosa, e diamo ragione a tutti quelli che l’han dichiarato. Però la sensazione mi sembra solo un punto a favore verso l’operazione che l’autrice vuole portare a termine, che è quella di descrivere le paranoie, i difetti e tutte le insicurezze di una donna che finge da troppo tempo di stare bene.

Non dico altro, così, si trasforma in un bello studio di un personaggio femminile fragilissimo che ha una paura pazzesca di ricadere negli stessi errori fatti in passato (viene da un divorzio al quale non è seguita alcuna storia). Poi certo, la pellicola dice anche qualcosa di sensato sui difetti visti attraverso gli occhi degli altri e persino “usati” dagli altri per ferire. Eva, specchiandosi nelle persone che le girano attorno, rubando informazioni con ogni mezzo e via dicendo, scopre sempre qualcosa di sé: e non ottiene una bella immagine.

Gandolfini è al solito perfetto nel ruolo di bear tenerone, ma la vera sorpresa del film è Julia Louis-Dreyfus, straordinaria nel regalare alla sua Eve tutte le sfumature della personalità di una persona che ha solo bisogno di affetto e sicurezza. Riesce a costruire un personaggio complesso, inquieto e che a tratti mette a disagio. Porta sulle sue spalle il peso di un film che senza la sua presenza sarebbe stato sicuramente più banale e piatto.

Voto di Gabriele: 7

Non dico altro (Enough Said, USA 2013, commedia 91′) di Nicole Holofcener; con Julia Louis-Dreyfus, James Gandolfini, Catherine Keener, Toni Collette, Ben Falcone, Tracey Fairaway, Eve Hewson, Tavi Gevinson, Rob Mayes, Toby Huss, Michaela Watkins, Amy Landecker. Qui il trailer. Dal 10 aprile 2014 in sala.

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