Stasera in tv: “Non sono un assassino” su Rai 3
Rai 3 stasera propone “Non sono un assassino”, thriller del 2019 di Andrea Zaccariello con Riccardo Scamarcio, Alessio Boni e Claudia Gerini.
Cast e personaggi
Riccardo Scamarcio: Francesco
Alessio Boni: Giovanni
Edoardo Pesce: Giorgio
Claudia Gerini: Paola Maralfa
Barbara Ronchi: Vittoria
Sarah Felberbaum: Beatrice
Caterina Shulha: Katherine
Vincenzo De Michele: Michele Monno
Elisa Visari: Marta
Flavia Gatti: Beatrice giovane
Silvia D’Amico: Alice
Trama e cast
Il vice questore Francesco Prencipe (Riccardo Scamarcio) esce di casa per raggiungere il suo migliore amico, il giudice Giovanni Mastropaolo (Alessio Boni), che non vede da quasi due anni. Due ore di macchina per un colloquio di poche parole. Una domanda. Una risposta. Quella stessa mattina il giudice viene trovato morto, freddato da un colpo di pistola alla testa. Francesco è l’ultimo ad averlo visto. Solo sue le impronte nella casa. Solo suo il tempo per uccidere. A interrogarlo e accusarlo una PM (Claudia Gerini) che conosce il suo passato, a difenderlo l’avvocato amico di una vita (Edoardo Pesce). Nell’attesa che lo separa dal processo, le immagini del passato di Francesco si accavallano incoerenti nel disperato tentativo di arrivare al vero assassino. E alla verità di una vita intera.
Curiosità
- Andrea Zaccariello con “Non sono un assassino” è alla sua seconda regia dopo Ci vediamo domani dirige da una sua sceneggiatura scritta con Paolo Rossi basata sull’omonimo romanzo di Francesco Caringella.
- Andrea Zaccariello inizia la sua carriera cinematografica nel 1999 con Boom, film a episodi con Ilaria Occhini, Alessandro Di Carlo, Brad Harris, Piero Natoli e Serena Bonanno. Nel 2002 dirige il thriller Una specie di appuntamento, episodio di Sei come sei, con Luca Zingaretti presentato al Festival di Berlino, Cannes, Venezia, Mosca e Montréal. Nel 2013 dirige “Ci vediamo domani”, una commedia interpretata da Enrico Brignano, Francesca Inaudi e Burt Young. Il film vince il Best Comedy Award al Huston Film Fest 2015 e la Migliore Regia Asti Film Festival 2013. Scrive e dirige cortometraggi, fra cui il thriller Gioco da vecchi (1996), con Massimo Girotti e Arnoldo Foà, vincitore del Nastro d’Argento per la migliore regia, TV (2009) con Salvatore Cantalupo e Michela Cescon, che si aggiudica la nomination ai Nastro d’Argento e Caffè Capo (2010), candidato ai David di Donatello. Ha inoltre diretto molti spot pubblicitari tra i quali quelli per Lavazza, Crodino, Algida, Parmacotto con Christian De Sica, Yomo con Aldo Giovanni e Giacomo, Kimbo con Gigi Proietti, Pagine Gialle con Claudio Bisio e Wind con Ezio Greggio.
- Il team che ha supportato Andrea Zaccariello dietro le quinte include il direttore della fotografia Fabio Zamarion (Tolo Tolo), il montatore Massimo Quaglia (Il talento del calabrone), lo scenografo Luca Gobbi (Un figlio di nome Erasmus) e la costumista Eva Coen (Il regno).
- Le musiche originali di “Non sono un assassino) sono del compositore Leo Z (Abbi fede).
Dal romanzo al film
Quando la pagina scritta è sposa fedele di una confessione in prima persona, il romanzo diventa quasi
sempre una specie di “diario”. Il viaggio nel sottosuolo del protagonista di “Io non sono un assassino”, il bellissimo romanzo di Francesco Caringella, è esattamente questo: il diario interiore di un uomo affascinante e capace ma tutt’altro che perfetto, accusato dell’omicidio del suo migliore amico, un giudice integerrimo e sensibile con cui aveva condiviso tutto. E di come l’uomo, che sa di essere innocente, si difende strenuamente da quell’infame accusa. Il cinema lavora per immagini e le parole vanno tradotte sempre e solo per scene. In fondo anche i dialoghi sono servitori dell’immagine, così come la musica. Dunque, non era facile tradurre sullo schermo la felice scelta dell’autore. Paradossalmente la soluzione è nata proprio da quella scelta. Abbiamo deciso di afferrare il filo di Arianna della coscienza del protagonista e incamminarci fino in fondo al labirinto della sua esistenza e della sua psiche. Insomma, abbiamo accettato la sfida di Francesco Caringella, diciamo così, esasperandola. Il protagonista di “Io non sono un assassino” non si limita a “raccontarci” la storia tra lui e l’amico assassinato, ma si spinge all’estremo. All’adolescenza e alla prima gioventù, per esempio, ricostruendo tutta la sua “educazione sentimentale”; alle speranze dei trent’anni, agli amori, ai tradimenti, agli obiettivi, alle ambizioni. Per arrivare alla maturità dei cinquanta con le sue inevitabili rese dei conti. Con questa intenzione abbiamo anche sviluppato il personaggio di Giorgio, l’avvocato difensore che avrebbe formato con gli altri due, il trio di amici per la vita. E per questo, entrando nelle loro vite fin da giovanissimi, abbiamo voluto svelare i fatti che avrebbero determinato le scelte di tutta la loro esistenza. L’aver deciso di entrare in questo “labirinto” ha determinato un percorso creativo e narrativo in fondo simile al labirinto stesso. Rispetto al romanzo abbiamo cercato di trovare per ogni personaggio “la strada” di un approfondimento drammaturgico, quindi anche della possibile motivazione per uccidere il giudice e far ricadere la colpa sull’imputato. Persino il meccanismo legal, nel labirinto in cui ci siamo avventurati, ha trovato nuove strade: come un misterioso patto di sangue tra i tre adolescenti che sarà svelato solo nel finale. Forse, quindi, da inossidabile legal il romanzo è diventato sullo schermo, pur rimanendo solidamente ancorato al meccanismo thriller, una sorta di melò ricco di colpi di scena. Comunque, una storia profondamente umana. Potremmo definirlo un racconto di formazione al contrario. Cioè, una lenta destrutturazione di tutti gli elementi narrativi per arrivare a un “dunque” che, per noi e speriamo anche per chi vedrà il film, è decisamente importante: non solo l’individuazione del colpevole, ma soprattutto dei “perché” e dei “come” quel colpevole ha agito. E di come questi “perché” e questi “come” rappresentino uno degli aspetti più drammatici della modernità che oggi circonda, o forse addirittura ispira, le vite di noi tutti. [Paolo Rossi & Andrea Zaccariello]
Note di regia
Molti film hanno trattato l’argomento processuale, moltissimi il tema della giustizia. Con “Non sono un assassino” vorremmo cercare di raccontare come la chiave di ogni giustizia risieda, non nella legge, ma nello spirito più intimo dell’uomo. La vicenda diventa quindi un’investigazione che va al di là del thriller, esplorando il modo in cui l’animo umano è stato irrimediabilmente modificato, oggi come mai prima. Ed evidenziando come coscienza e volontà siano state stravolte dalle invisibili pulsioni dell’ego. Vittime dell’ambizione di riuscire a trovare un senso, una “giustizia” interiore che qualifichi le loro vite, i personaggi del racconto divengono parte di una tragedia greca al contrario: laddove gli dei muovevano a loro piacimento le vite degli uomini conducendoli verso un destino senza uscita, qui sono gli uomini che scavalcano gli dei – rinchiusi in un’etica ormai surclassata dalla modernità – e si rivelano figure involontariamente aliene, mosse da quello che, pur apparendo anche a loro stessi come incontrovertibile opera del fato, è soltanto diventato un diverso modo di scegliere. [Andrea Zaccariello]