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Non sposate le mie figlie: nuovo trailer e prima clip in italiano della commedia francese

Non sposate le mie figlie: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sulla commedia di Philippe de Chauveron nei cinema italiani dal 5 febbraio 2015.

pubblicato 1 Febbraio 2015 aggiornato 31 Luglio 2020 00:22

Aggiornamento di Pietro Ferraro

Il prossimo 5 febbraio ariva nei cinema italiani Non sposate le mie figlie (“Que’est-ce on a fait au Bon Dieu?”), la commedia francese campione d’incassi (80 milioni di euro in Francia e 130 milioni in Europa).

Il film è diretto da  Philippe de Chauveron e interpretato da Christian Clavier (“Asterix e Cleopatra”) che si cala nel ruolo di un padre che si trova improvvisamente a dover gestire una nutrita famiglia multi-etnica con la primogenita che decide di sposare un musulmano, la seconda che sceglie un ebreo, la terza un cinese e per finire la figlia minore che intende sposare un attore di colore.

A seguire trovate una prima clip in italiano tratta dal film, un’intervista all’attore Christian Clavier e vi ricordiamo che è anche diponibile una recensione in anteprima del film.

INTERVISTA A CHRISTIAN CLAVIER

Qual è stata la sua prima sensazione leggendo la sceneggiatura?

Sono rimasto innanzitutto colpito dalla meravigliosa qualità dei dialoghi di Philippe de Chauveron. E ho percepito che le varie situazioni sarebbero state semplici e molto divertenti da interpretare. Motivo per cui ho ovviamente accettato il progetto!

Vuole descriverci il suo personaggio?

Innanzitutto è un uomo della mia età, con le certezze che ha un uomo della mia età. È un individuo che ha le sue pecche, è un conservatore, ma si salva grazie a un’ironia mordace. Adoro i suoi difetti. Se avessi provato il minimo disprezzo per lui, non avrei mai scelto di interpretato. Invece, ho immediatamente pensato al personaggio incarnato da Robert De Niro in TI PRESENTO I MIEI e MI PRESENTI I TUOI?, benché nel suo modo di essere mi ricordi Louis De Funès in LE FOLLI AVVENTURE DI RABBI JACOB, quello che cadeva dalle nuvole scoprendo: «Salomon, lei è ebreo?». Claude Verneuil ha i tipici problemi di un padre reale, ma ogni situazione è affrontata con leggerezza da Philippe de Chauveron, la cui scrittura è intessuta di empatia nei confronti di tutti i suoi personaggi in generale e del mio in particolare. Per un attore, un simile approccio equivale alla possibilità di divertirsi, di dare libero sfogo, persino di esplodere in certe scene, senza mai scivolare nel caricaturale.

I suoi genitori erano altrettanto severi?

Come tutta la generazione del ’68, sono cresciuto con folli desideri di libertà in una Francia prospera e freddolosa, che era appunto quella della generazione dei miei genitori. Persone normali, ma con una serie di convinzioni e giudizi. In casa mia il conflitto generazionale è avvenuto a livello culturale: non ascoltavamo la stessa musica, questo è certo. Lei è molto popolare fra i trentenni che la circondano, malgrado li metta in soggezione… All’inizio è vero che avevano una certa fifa, ma è servita a rendere più autentiche le intenzioni! Trovo molto divertente avere oggi questo ruolo di «passaggio» tra due generazioni, dopo essere stato io stesso uno sbarbatello che cercava di ritagliarsi un posto in mezzo ad attori del calibro di Jean Rochefort, Philippe Noiret, Lino Ventura, Michel Serrault, Jean Poiret, Pierre Mondy… La prima volta che ho lavorato con Mondy, non ero più tanto giovane, eppure accanto a lui ero come un bambino. Al suo fianco ho imparato moltissimo sulla recitazione, sulla regia… È forse il più bel ricordo della mia carriera.

Philippe de Chauveron ci ha rivelato la parte invisibile di improvvisazione che c’è nel suo lavoro nel film. Ce la spiega un po’?

In certe situazioni, quando il contesto è ben definito, adoro
improvvisare. Potrei andare avanti all’infinito. Ma non funziona in tutte le circostanze. Vale la pena di farlo, se il canovaccio è valido e lo consente, altrimenti l’improvvisazione appare fasulla e forzata.

Vuole dire che non si riesce a salvare una situazione con il solo talento dell’improvvisazione?

No, è impossibile riuscirci. E si corrono anche altri rischi, come
perdere il gusto di improvvisare, perché non ti fai neanche più ridere da solo. Un attore al servizio di una commedia, soprattutto quando è ben costruita come in questo caso, non è su un set per «cazzeggiare», ma per esprimere al meglio le intenzioni di un autore.

Lei ha la fama di essere un professionista e di sapere esattamente
quello che vuole sul piano artistico.

Ho frequentato una buona scuola. Le assicuro che quando si hanno di fronte artisti come Noiret o Poiret, e lungi da me il pensiero di paragonarmi a loro, si ha tutto l’interesse nell’arrivare sul set «ben equipaggiato», perché nessuno era disposto a perdere neanche un minuto di tempo con qualcuno che non svolgesse la sua parte di lavoro.

Se dovesse conservare un solo concetto di questo film, quale sarebbe?

L’idea che quando c’è amore, nulla è mai perduto!

Clip in italiano – I matrimoni delle prime tre figlie:

Non sposate le mie figlie: trailer italiano della commedia francese campione d’incassi

Aggiornamento di Pietro Ferraro

Disponibile un trailer italiano della commedia Non sposate le mie figlie (“Que’est-ce on a fait au Bon Dieu?”), il grande successo che ha sbancato i cinema francesi con oltre 12 milioni di spettatori arriva nelle nostre sale il prossimo 5 febbraio.

Il film è diretto Philippe de Chauveron e interpretato da un nutrito cast con I GENITORI: Christian Clavier (“Asterix e Cleopatra”) e Chantal Lauby (“La Cage Dorée). LE FIGLIE: Frédérique Bel (“L’Amore dure tre anni”, “Profiling”), Elodie Fontan, Julia Piaton (“Il Paradiso degli Orchi”, “Profiling”), Emilie Caen. I GENERI: Ary Abittan (“Troppo Amici”), Frédéric Chau, Medi Sadoun, Noom.

La trama ufficiale:

Benvenuti nella famiglia Verneuil: 4 matrimoni, 2 facce da funerale

Claude e Marie Verneuil sono una tranquilla coppia borghese cattolica e conservatrice che ha allevato 4 figlie secondo i principi di tolleranza, integrazione e apertura che sono nei geni della cultura francese. Ma il destino li mette a dura prova – non una ma ben 4 volte!

Il primo boccone amaro arriva infatti quando la loro primogenita decide di sposare un musulmano. Ma poi la seconda sceglie un ebreo e la terza un cinese. Ormai tutte le loro speranze di assistere ad un tradizionale matrimonio in chiesa vengono riposte sulla figlia minore che finalmente, grazie al Cielo, ha incontrato un bravo cattolico…

Qu’est ce-qu’on a fait au bon Dieu? – Enrico Vanzina adatta il film fenomeno francese per il mercato italiano

La Francia e il cinema. Se il botteghino italiano vive una delle sue peggiori stagioni degli ultimi anni, i cugini d’Oltralpe continuano ad affollare le sale del proprio Paese, facendo piovere una grandinata di euro sulle proprie commedie. Nel 2008 lo storico boom di Giù al Nord, con 193,764,365 dollari incassati, seguito nel 2009 dai 48,398,428 dollari di Le Petit Nicolas, nel 2010 dai 44 milioni di Les petits mouchoirs, nel 2011 dai 166,126,377 dollari di Quasi Amici, nel 2012 dai 45 milioni di Marsupilami e nel 2013 dai 33 milioni di Les profs.

Ebbene il 2014 verrà ricordato per il ‘caso’ Qu’est ce-qu’on a fait au bon Dieu?, riuscito ad incassare la bellezza di 82,016,971 dollari, doppiando o quasi i 45,232,099 dollari di Supercondriaco. Numeri che il box office tricolore si sognerebbe anche la notte, per un film fenomeno che arriverà nei cinema nostrani grazie a Lucisano. Con sorpresa. Perché ad occuparsi dell’adattamento tricolore sarà Enrico Vanzina. La speranza, ovviamente, è che non diventi realtà un vero e proprio stravolgimento. Diretto da Philippe de Chauveron e con Christian Clavier protagonista, il film è uscito in sala in Francia il 16 aprile ed è tuttora in programmazione. 60 i milioni di euro incassati fino ad oggi, risultato che lo proietta ad un passo dalla top ten delle migliori performance al botteghino di sempre per un film francese.

Sulla scia di recenti commedie di successo che giocano sulla capacita? di ridere di vizi e pregiudizi nazionali, “Qu’est ce-qu’on a fait au bon Dieu?” affronta con sottile umorismo i problemi e le sfide sociali che si ripropongono quotidianamente nella societa?. Al centro di una vicenda che mette da parte il politicamente corretto, un ricco avvocato cattolico e “gollista” ripone sull’ultima figlia nata, Laure, le ultime speranze dopo aver visto tre delle sue figlie convolare a nozze multietniche. Ma Laure si innamora di Charles, attore nato in Costa d’Avorio e figlio di un ex militare ivoriano ostile alla figura di De Gaulle e all’imperialismo francese. E’ la miccia di un’irresistibile sequenza di gag brillanti che ha gia? attirato quasi dieci milioni di spettatori nelle sale transalpine. Che la pellicola possa sfondare anche in Italia, come già avvenuto con Quasi Amici un paio d’anni fa?