Nosferatu – Il principe della notte compie 45 anni: recensione e tutto quello che c’è da sapere sul remake horror di Werner Herzog
Recensione, colonna sonora e tutto quello che c’è da sapere sul “Nosferatu” di Herzog interpretato da Klaus Kinski, Isabelle Adjani e Bruno Ganz.
Nosferatu di Robert Eggers debutterà nei cinema con Universal Pictures il 1° gennaio 2025. Trattasi del secondo rifacimento del classico muto espressionista “Nosferatu il vampiro” di Murnau uscito nel 1922. Prima di Eggers, più precisamente nel 1979, usciva Nosferatu – Il principe della notte di Werner Herzog, un horror con vampiri tra i più sottovalutati di sempre. Protagonista un Klaus Kinski celato sotto un trucco inquietante e repulsivo che riporta la figura del vampiro agli antipodi, trasformandolo in una tormentata e animalesca creatura della notte, totalmente priva del fascino di stampo “stokeriano” visto nei successivi film di Dracula.
Chiamato nei lontani Carpazi per trattare un affare immobiliare, Jonathan Harker (Bruno Ganz) giovane agente immobiliare di Wismar incontra nel suo castello il conte Dracula (Klaus Kinski) che si rivela essere Nosferatu, il non-morto. Il mostro dopo aver vampirizzato l’ospite parte per seminare la peste in Olanda, ma Lucy (Isabelle Adjani), la moglie di Jonathan, riuscirà a sconfiggerlo sacrificando la sua vita.
Nosferatu il principe della notte – La recensione del film
Il tempo è un abisso profondo come lunghe infinite notti, i secoli vengono e vanno. Non avere la capacità di invecchiare è terribile. La morte non è il peggio: ci sono cose molto più orribili della morte. Riesce a immaginarlo? Durare attraverso i secoli, sperimentando ogni giorno le stesse futili cose. (Dracula)
Werner Herzog e Klaus Kinski, due artisti dai caratteri animosi e dai modi respingenti, fanno di nuovo squadra dopo Aguirre, furore di Dio, film che aveva dato inizio ad un tumultuoso sodalizio artistico. I due sul set di “Aguirre” arriveranno allo scontro fisico, con Herzog che arriva a minacciare di uccidere Kinski e sé stesso, quando l’attore esprime la volontà di abbandonare la lavorazione del film. Con questa premessa, la lavorazione di “Nosferatu” viene predisposta appositamente per ridurre al minimo lo stress di Kinski, e per evitare eventuali attriti dell’attore con Herzog, pianificazione che a quanto sembra diede i suoi frutti.
Il “Nosferatu” di Herzog riporta il vampiro al look del Conte Orlok di Max Schreck nel film di Murnau, ma lo estrapola esteticamente dall’immaginario “espressionista” e lo cala in una sorta di scenario “neorealista” che rende la figura del vampiro di Kinski sin troppo tangibile, viscerale e superbamente grottesca nel suo tormento interiore che diventa maschera di morte. Herzog chiama il suo vampiro “Dracula” e attinge, anche se con un certa libertà, dal libro di Bram Stoker del 1897, ma non si limita a questo. Il regista ripropone anche alcune sequenze del capolavoro di Murnau, arrivando a girare in alcune delle location utilizzate nell’originale e con Kinski che in più di qualche scena paga evidente tributo, in movenze e postura, alla iconica performance di Schreck.
Herzog crea così un ibrido tra due visioni/versioni ma non si ferma a questo, il regista infonde alla storia il suo peculiare stile cinematografico utilizzando magistralmente, tra le altre cose, la fotografia curata dall’austriaco Günther Krampf (The Ghoul), direttore della fotografia che collaborò, non accreditato, con il collega tedesco Fritz Arno Wagner al “Nosferatu” di Murnau. Questo crea una sorta d fil rouge visivo tra il film di Herzog e il capolavoro espressionista. A queste sequenze di stanpo quasi pittorico, Herzog ne accosta altre quasi oniriche che rappresentano l’influenza che Dracula pone in essere sulla mente di coloro che osano avventurar nel suo castello in rovina. Un luogo che per lo sprovveduto ospite appare meno vetusto di quel che si racconta, in realtà un “non luogo” creato dalla nefasta “magia” di Dracula, abitato dal solo Conte, ma popolato di sinistre presenze.
Herzog è un autore con una forte identità, quindi dona al suo Nosferatu un’impronta distintiva che lo pone come una sorta di ponte tra Murnau e Stoker. Il vampiro di Herzog diventa così allegoria della morte e metafora dei tormenti della vita, guidata da pulsioni profondamente umane e al contempo animalesche come odio, amore e desiderio. La vita eterna del Nosferatu di Kinski è una prigione senza sbarre, un inferno personale in cui tormentarsi e riflettere sulla caducità del tempo, ma soprattutto sull’eternità del rimpianto.
“Nosferatu – Il principe della notte” è lì a ricordarci quanto la figura del vampiro sia stata in qualche modo stravolta nel corso dei decenni fino a toglierli ogni parvenza di orrore, grottesco e blasfemo abominio. Francis Ford Coppola nel suo Dracula di Bram Stoker ha voluto mostrare in più scene questa dualità. Da una parte abbiamo la figura del fascinoso conte di Gary Oldman che “attraversa gli oceani del tempo” per amore, mentre dall’altra il vero volto del male sotto mentite spoglie, la mostruosità celata in agguato nell’oscurità: il pipistrello umanoide che illuminato si rivela composto di famelici ratti o il bestiale licantropo che possiede lascivamente Lucy durante una tempesta.
Nel caso di Herzog il suo vampiro è come l’Orlok di Murnau, una figura grottesca e ammantata di oscurità che però nonostante il suo aspetto turpe riesce a trasmettere sensualità alla sua vittima, trasformando il morso in un atto voluttuoso e lascivo, incarnando di fatto una sorta di brutale e kafkiana versione de “la bella e la bestia” in grado di trasmettere quell’insodabile misto di attrazione e repulsione.
Curiosità
- Klaus Kinski ha dovuto passare circa quattro ore al giorno truccato. Ogni giorno di riprese dovevano essere versati nuovi auricolari in lattice perché si distruggevano quando venivano rimossi. Kinski, noto per i suoi violenti capricci quotidiani, aveva un ottimo rapporto con la truccatrice giapponese Reiko Kruk ed era estremamente paziente e ben educato durante il trucco. Kinski stesso ha detto del trucco che odiava essere eccessivamente truccato per un ruolo, ma per il ruolo di Dracula era importante, quindi lo ha preso con filosofia. Kinski era così turbato dal suo aspetto truccato che ha evitato di guardarsi allo specchio durante le riprese.
- Il film implica in diverse occasioni che il castello di Dracula esista in una specie di mondo dei sogni oscuro ed è in questa realtà che Harker si ritrova all’inizio del film. Ciò è implicito nelle dichiarazioni degli zingari secondo cui il castello di Dracula è in realtà solo un cumulo di rovine, con queste rovine visibili mentre il sole tramonta, sebbene Harker si trovi in un castello completamente intatto. Lo stesso Harker nota persino che il castello “non sembra reale” ed è infestato dall’immagine di un ragazzo che suona il violino, che si suppone sia irreale o un fantasma.
- Werner Herzog decise di ripristinare i nomi originali dei personaggi il giorno in cui il copyright dell’originale “Dracula” non era più attivo, pur seguendo il progetto cinematografico delineato da Nosferatu – Il vampiro (1922) di F.W. Murnau.
- Per ottenere la performance sobria di Klaus Kinski che Werner Herzog desiderava, riutilizzò un trucco tratto dalla realizzazione di Aguirre furore di Dio (1972). Mentre Kinski voleva che l’opera Dracula fosse più energica, Herzog provocava Kinski e lo trascinava in una accesa discussione in modo che fosse esausto quando arrivava il momento di girare le sue scene.
- Le riprese al rallentatore estremamente difficili di un pipistrello in volo non furono girate dalla troupe di Werner Herzog, ma prese in prestito da un documentario scientifico.
- Werner Herzog ha affermato che i topi che compaiono nel film si sono comportati meglio di Klaus Kinski durante le riprese.
- Werner Herzog ha affermato di ritenere che l’originale Nosferatu – Il vampiro (1922) sia il più grande di tutti i film tedeschi. Ha fatto questo commento in un’intervista radiofonica con Terry Gross nel 1998.
- (a circa 25 minuti) La carrozza che prende Jonathan Harker al Passo Borgo era un vero carro funebre che era ancora in uso in Bulgaria al momento delle riprese.
- (a circa 1 ora e 8 minuti) La scena in cui Nosferatu arriva in città ha richiesto migliaia di topi grigi. I veri topi grigi non erano disponibili e quindi quelli bianchi sono stati dipinti di grigio e utilizzati al loro posto.
- Klaus Kinski (Conte Dracula) ha interpretato in precedenza Renfield nel film Il conte Dracula (1970).
- Su richiesta della 20th Century Fox, Werner Herzog ha prodotto due versioni del film contemporaneamente, per attrarre il pubblico di lingua inglese. Invece di filmare scene di dialogo, alcune sono state girate in tedesco e altre in inglese. Il doppiaggio è stato utilizzato con gli attori originali in entrambe le versioni, il che significa che le voci degli attori potevano essere incluse nella versione inglese del film. Lo stesso Herzog ha affermato di considerare la versione in lingua tedesca quella “culturalmente autentica”.
- Procurarsi i topi per il film si è rivelato difficile, anche se alla fine la produzione ne ha procurato una grande quantità da un centro di ricerca scientifica. Quando sono stati spediti in Olanda per le riprese, un ispettore doganale è svenuto dopo aver aperto la cassa e averne scoperto il contenuto. Oltre alla famigerata tintura a cui i topi hanno dovuto sottoporsi, ognuno di loro ha dovuto essere sterilizzato o castrato per controllarne la riproduzione. Gli attivisti per i diritti degli animali hanno anche affermato che i topi erano denutriti e avrebbero iniziato a mangiarsi a vicenda durante la produzione.
- Il biologo comportamentale olandese Maarten’t Hart, assunto da Werner Herzog per la sua competenza sui ratti da laboratorio, rivelò che dopo aver assistito al modo disumano in cui venivano trattati i ratti, non desiderava più collaborare. Oltre alle condizioni di viaggio così pessime che i ratti, importati dall’Ungheria e lasciati senza cibo per tre giorni, avevano iniziato a mangiarsi a vicenda all’arrivo nei Paesi Bassi, Herzog insistette affinché i ratti bianchi fossero tinti di grigio. Per farlo, secondo Hart, le gabbie contenenti i ratti dovevano essere immerse in acqua bollente per diversi secondi, causando la morte di un’altra metà di loro. I ratti sopravvissuti si leccarono immediatamente per pulirsi la tintura, come Hart aveva previsto. Hart lasciò intendere anche che pecore e cavalli che compaiono nel film erano stati trattati molto male, ma non lo specificò ulteriormente.
- L’abito color crema con maniche rosse indossato da Isabelle Adjani è quasi una replica esatta dell’abito indossato nel dipinto “La Belle Iseult”, di William Morris.
- Werner Herzog ha scelto Roland Topor per il ruolo di Renfield dopo averlo visto in uno show televisivo francese. Era rimasto molto colpito dalla risata folle e totalmente disperata con cui Topor aveva concluso ogni sua affermazione in quello show. In “Nosferatu”, la sua risata è molto più pronunciata nella versione inglese del film rispetto a quella tedesca.
- L’intera troupe era composta da 16 persone, il doppio di quelle che aveva Werner Herzog quando girò Aguirre furore di Dio (1972).
- I personaggi di Mina e Lucy hanno i ruoli invertiti rispetto a quelli del romanzo di Bram Stoker.
- Werner Herzog non poteva girare a Wismar, dove era stato girato il film originale di Murnau, quindi trasferì la produzione a Delft, nei Paesi Bassi. Alcune parti del film furono girate nella vicina Schiedam, dopo che le autorità di Delft rifiutarono di consentire a Herzog di liberare 11.000 topi per una scena del film. La casa di Dracula è rappresentata da location in Cecoslovacchia. Herzog intendeva originariamente girare in Transilvania, ma il regime di Nicolae Ceausescu non lo permise a causa della relazione tra il personaggio del conte Dracula e Vlad l’Impalatore. Il castello di Pernstejn sostituisce il castello di Dracula nel film, sia negli interni che negli esterni. Lo stesso Herzog girò la sequenza di apertura al museo delle Mummie di Guanajuato nel Messico centrale nella città coloniale di Guanajuato, circa 200 miglia a nord-ovest di Città del Messico, dove un gran numero di corpi mummificati naturalmente delle vittime di un’epidemia di colera del 1833 sono esposti al pubblico.
- (intorno ai 26 minuti) A differenza della maggior parte delle versioni della storia di Dracula, in cui Dracula stesso si traveste da cocchiere e porta Harker al suo castello, in questa versione Dracula sembra impiegare un vero cocchiere, che è chiaramente visto come una persona diversa da Dracula, che guida la carrozza fino all’ingresso della tenuta di Dracula.
- (intorno ai 7 minuti) Renfield esamina una pagina in un libro di mappe. Indicando, dice, “Transilvania. Oltre la foresta”. “Oltre la foresta” è il significato letterale del nome “Transilvania”.
- Sylvia Kristel è stata la prima scelta per il ruolo di Lucy, ma ha rifiutato l’offerta perché non voleva lavorare con Klaus Kinski, che era noto per la mancanza di rispetto verso le donne.
- Uno dei cinque film di Dracula realizzati e distribuiti intorno al 1979. I film sono Dracula (1979), Nosferatu – Il principe della notte (1979), Amore al primo morso (1979), Nocturna (1979) e Il succhione (1979). Sempre del 1979 sono stati i film sui vampiri Sete di sangue (1979) e Le notti di Salem (1979).
- Robert Englund afferma di aver basato la sua interpretazione di Freddy Kruger in Nightmare – Dal profondo della notte (1984) sulla performance di Klaus Kinski in “Nosferatu”.
- Lo scenografo Henning von Gierke era anche uno chef affermato a cui piaceva cucinare per la troupe e che preparava il cibo per la colazione durante le riprese. Gierke ha collaborato con Herzog in sette film e diverse opere. È stato scenografo durante L’enigma di Kaspar Hauser, Nosferatu – Il principe della notte e Fitzcarraldo. Come scenografo ha lavorato a Cuore di vetro e Woyzeck, come scenografo per le opere: Lohengrin e Giovanna d’Arco e come costumista per il film The Transformation of the World Into Music. Gierke ha scattato altre fotografie sul set di La ballata di Stroszek. È apparso due volte nel film di Herzog The Transformation of the World Into Music come se stesso e nella realizzazione televisiva di Herzog dell’opera Giovanna d’Arco.
- Il film è incluso nella lista dei “Grandi Film” di Roger Ebert. Il critico cinematografico Roger Ebert ha affermato: “Una qualità sorprendente del film è la sua bellezza. L’occhio pittorico di Herzog non è spesso sufficientemente riconosciuto. I suoi film lo surclassano sempre con i loro temi… Guarda qui il suo controllo della tavolozza dei colori, le sue composizioni decentrate, il contrappunto drammatico di luce e oscurità. Ecco un film che rende omaggio alla serietà dei vampiri. No, non ci credo. Ma se fossero reali, ecco come devono apparire”.
- Sebbene Werner Herzog conoscesse la tradizione dei vampiri, non aveva esperienza di narrativa sui vampiri oltre al romanzo di Bram Stoker “Dracula”, il classico Nosferatu – Il vampiro (1922) del regista tedesco F.W. Murnau e la parodia di Roman Polanski Per favore, non mordermi sul collo! (1967).
- Durante le riprese nell’Olanda Meridionale, Klaus Kinski con indosso trucco e costume da Nosferatu veniva portato sul set ogni giorno. Poiché le riprese si svolgevano durante un’estate calda, dovette sedersi in un’auto climatizzata, il che lo irritava molto.
- Questo film vede la partecipazione di Isabelle Adjani e Roland Topor. Isabelle Adjani ha recitato in precedenza in L’inquilino del terzo piano (1976) di Roman Polanski, basato sull’omonimo romanzo di Roland Topor.
- (a circa 21 minuti) Una delle aree che Jonathan Harker attraversa sulla strada per il castello è stata filmata nella gola di Partnach a Garmish, in Baviera, Germania, vicino allo stadio olimpico invernale del 1936.
- Incluso tra i “1001 film da vedere prima di morire”, a cura di Steven Schneider. È l’unico caso in cui sono inclusi sia un film originale che il suo remake.
- Werner Herzog vedeva il suo film come una parabola sulla fragilità dell’ordine in una città borghese e austera. “È più di un film horror”, dice. “Nosferatu non è un mostro, ma una forza ambivalente e magistrale del cambiamento. Quando la peste minaccia, le persone gettano le loro proprietà in strada; si liberano dei loro ornamenti borghesi. Avviene una rivalutazione della vita e del suo significato”. Isabelle Adjani ha detto della sua eroina: “C’è un elemento sessuale. È gradualmente attratta da Nosferatu. Sente un fascino, come tutti penseremmo. Prima, spera di salvare la gente della città sacrificando se stessa. Ma poi, c’è un momento di transizione. C’è una scena in cui lui le succhia il sangue, succhia e succhia come un animale, e all’improvviso, il suo viso assume una nuova espressione sessuale, e lei non lo lascia più andare via. C’è un desiderio che è nato. Un momento come questo non si è mai visto in un film di vampiri”. Secondo Klaus Kinski: “Vediamo Dracula con simpatia [in questo film]. È un uomo senza libero arbitrio. Non può scegliere e non può cessare di essere. È una specie di incarnazione del male, ma è anche un uomo che soffre, soffre per amore. Questo lo rende molto più drammatico, più ambiguo”.
- Il materiale di partenza chiarisce abbastanza chiaramente che non ci sono servitori nel castello di Dracula, il che significa che doveva essere lui stesso a preparare i cibi incredibilmente raffinati mostrati. Sebbene non sia certamente impossibile che un immortale impari a preparare cibi con arte, sembra un hobby piuttosto strano per qualcuno che non mangia cibo.
- Il film è stato distribuito nei cinema del Regno Unito come parte di un doppio spettacolo con Wizards (1977) di Ralph Bakshi. Utile•9
- Il film horror italiano del 1988 Nosferatu a Venezia è un “sequel solo di nome”, con di nuovo Klaus Kinski nel ruolo del protagonista.
- Il film segna anche la seconda delle cinque collaborazioni tra il regista Werner Herzog e l’attore Klaus Kinski, subito seguita da Woyzeck del 1979.
- Una trasposizione in romanzo della sceneggiatura è stata scritta da Paul Monette e pubblicata sia da Avon Publishing che da Picador nel 1979.
- (a circa 58 minuti) l’attrice Beverly Walkerm (Hollywood 90028, Gabriella Gabriella, We Three Kings) appare in un cameo nei panni di una suora.
- (a circa 54 minuti) la persona che infila il piede nella bara e viene morsa da un topo è il regista Werner Herzog in un cameo.
- Nel 1986 è uscito il videogioco per computer Nosferatu the Vampyre, tratto con licenza ufficiale dal film di Herzog. Trattasi di un gioco di avventura e azione pubblicato nel 1986 per Amstrad CPC, Commodore 64 e ZX Spectrum dalla Piranha, un’etichetta del gruppo editoriale Macmillan Publishers..
Nosferatu il principe della notte – La colonna sonora del film
- Le musiche originali del film sono del gruppo tedesco dei Popol Vuh fondato da Florian Fricke nel 1969 insieme con Holger Trulzsch (percussioni) e Frank Fiedler (strumenti elettronici). Il gruppo e il regista werner Herzog hanno collaborato anche per Aguirre, furore di Dio, Fitzcarraldo e L’enigma di Kaspar Hauser (in cui compariva anche Fricke in veste di attore dopo una prima collaborazione in “Segni di vita” nel 1968).
- Altri brani inclusi nella colonna sonora: “Rheingold di Richard Wagner” eseguita dalla Wiener Philharmoniker condotta da Sir Georg Solti, “Sanctus” interpretata da Lorengar, Heinz Hoppe, Franz Crass, Choeurs René Duclos and Orchestre de la Société des Concerts du Conservatoire condotta da Jean-Claude Hartemann / “Zinzkaro (musica folk georgiana)” interpretata da Vocal Ansambl Gordela / “Brothers of Darkness, Sons Of Light (presente nelle edizioni americana e inglese del film)” scritta da Florian Fricke e interpretata dai Popol Vuh.
1. Bruder Des Schattens 5:44
2. Hore, Der Du Wagst 6:00
3. Das Schloss Des Irrtums 5:38
4. Die Umkehr 5:58
5. Mantra 1 6:15
6. Morning Sun 3:21
7. Venus Principle 4:42
8. Mantra 2 5:23
9. Die Nacht Der Himmel 5:02
10. Der Ruf Der Rohrflote 3:39
11. To A Little Way 2:34
12. Through Pain To Heaven 3:47
13. On The Way 4:04
14. Zeiwsprache Der Rohrflote 3:23
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Fonte: IMDb