Charlotte Gainsbourg e Nymphomaniac: “Sono molto complessata”
Charlotte Gainsbourg è nel cast del già controverso Nymphomaniac diretto da Lars von Trier. La pellicola infatti parlerà della vita sessuale di una donna dall’infanzia ai 50 anni e ci saranno scene di sesso (reali). Shia LaBeouf ha già dato la sua versione, oggi leggiamo cosa racconta Charlotte a IoDonna, in edicola sabato 15 settembre.
Sua madre Jane Birkin dice di lei: «Ha l’orgoglio british di mia madre e la falsa rassegnazione slava di suo padre». Si ritrova in questo ritratto?
Non avevo mai sentito questa descrizione, ma mi ci ritrovo, sì. Mi piace avere queste due identità, sono entrambe molto forti in me, anche se avevo la tendenza a lasciarmi sedurre di più dal mio coté slavo, quando mia nonna paterna era ancora in vita. Da quando è morta rivendico piuttosto il coté inglese. Ma ho l’impressione di aver fatto finta con tutte queste identità: per lungo tempo non ho saputo dove posizionarmi, ho recitato dei ruoli.
Suo padre Serge Gainsbourg di lei ha dato un’altra definizione: «Un’orchidea travestita da ortica».
Quel che mi è stato chiaro fin da subito e quel che mi provocava i complessi più acuti nei confronti dei miei, era che ero lontana dal canone della loro bellezza. ero ingrata, ottusa, tenevo sempre il broncio, non stavo bene nei miei panni. La mia unica difesa era chiudermi, non ero certamente un tipo facile. Era il mio modo di lottare, di esprimermi. Da piccola facevo scenate terribili, ma mio padre mi aveva in pugno, mi faceva un sacco di regali e “mi comprava”. Lo vedevo nel weekend… e mi dava tutto quello che volevo. Ero molto riservata, la mia stanza era all’ultimo piano della nostra casa, avevo il mio telefono, mi ci rintanavo, qualche volta prendevo il piatto e andavo a mangiare da sola in camera, nessuno mi vedeva più. Per mia madre ero una specie di incubo.
Ha lavorato con molti grandi, qual è il regista che l’ha più segnata?
Yvan (Yvan Attal, il marito, la coppia ha tre figli, ndr). Ha saputo insegnarmi ad andare più in là, a mollare gli ormeggi. Ha capito che ero bloccata dalle mie inibizioni. ha saputo farmi osare, anche a costo di essere un po’ ridicola.
E il ruolo più lontano da lei qual è?
Credo che sia quello che ho appena finito di interpretare, proprio per Yvan: formo una coppia molto libera con Asia Argento… Il film (Do not disturb, ndr) è il remake di una commedia americana, Humpday (quella era in versione omo, questa, invece, è lesbo, ndr).
Lars von Trier, parlando di Antichrist, (uno dei due film che Gainsbourg ha girato con il regista danese) mi ha detto che lei è molto timida. Che poteva star zitta per un’intera cena e poi, l’indomani, masturbarsi davanti alla macchina da presa senza problemi.
Per lui quello è il mio più grande talento!
Il suo proverbiale pudore quindi a volte sparisce?
Sono più preoccupata del pudore dei sentimenti che di quello del corpo. Non sono il tipo che si spoglia facilmente e sono molto complessata, ma quella scena faceva parte del contratto, era nella sceneggiatura fin dall’inizio, sapevo che ci sarebbe stata una scena di masturbazione e delle riprese molto impudiche. Ma è stato fatto tutto il necessario perché fossi a mio agio. Le scene di lutto che c’erano all’inizio del film sono state molto più difficili.
Foto: Locandina di Antichrist (2009) e foto da Melancholia (2011), entrambi diretti da Lars von Trier.