Offside – La recensione in anteprima
Offside (Offside). Regia di Jafar Panahi. Con Sima Mobarak Shahi, Safar Samandar, Shayesteh Irani, Ida Sadeghi, Ayda Sadeqi, Golnaz Farmani, Mahnaz Zabihi, Nazanin Sediq-zadeh, Melika Shafahi, Safdar Samandar, Mohammad Kheir-abadi, Masoud Kheymeh-kabood, Mohammed-Reza Gharebaghi, Hadi Saeedi, Masoud Gheyas-vand, Ali Baradari, Ali Roshan, Mohsen Tabandeh, Reza Khayeri, Karim Khodabandeh.Ci sono passioni riscaldano gli animi e che
Offside (Offside). Regia di Jafar Panahi. Con Sima Mobarak Shahi, Safar Samandar, Shayesteh Irani, Ida Sadeghi, Ayda Sadeqi, Golnaz Farmani, Mahnaz Zabihi, Nazanin Sediq-zadeh, Melika Shafahi, Safdar Samandar, Mohammad Kheir-abadi, Masoud Kheymeh-kabood, Mohammed-Reza Gharebaghi, Hadi Saeedi, Masoud Gheyas-vand, Ali Baradari, Ali Roshan, Mohsen Tabandeh, Reza Khayeri, Karim Khodabandeh.
Ci sono passioni riscaldano gli animi e che rendono inaspettatamente più vicini popoli che all’apparenza sembrano molto lontani, non solo per distanze geografiche ma soprattutto per questioni culturali. Una fra queste è il tifo calcistico, una febbre che contagia nazioni di ogni continente con la medesima virulenza, nonostante la qualità del gioco e i risultati ottenuti dalle squadre locali. Siamo alla vigilia dei Campionati del Mondo di Calcio del 2006, la nazionale dell’Iran scende in campo per affrontare la rappresentativa del Bahrain, una partita che vale il biglietto per i mondiali che si terranno in Germania, la cui sola partecipazione rappresenta un evento che per uno stato come l’Iran che storicamente ama il calcio ma che non ha mai ottenuto risultati prestigiosi in campo intercontinentale. La febbre dello stadio però non è una malattia che contagia a seconda del sesso dei tifosi ma, a causa dei divieti imposti dallo stato islamico, teocratico e autoritario, alle donne non è concesso entrare nello stadio. La passione per lo sport e l’idea di assistere a uno storico momento per la propria Nazionale spinge numerose ragazzine a vestirsi con abiti maschili per tentare di aggirare i controlli che le escluderebbero l’ingresso al campo di gioco.
Una ragazzina caparbia e testarda, inseguita da un padre apprensivo e tradizionalista, riesce a superare il primo sbarramento ma a pochi passi dalla tribuna viene arrestata dai militari e rinchiusa in un recinto con altre “infiltrate”. Al termine della partita saranno consegnate alla polizia della buoncostume, ma quei novanta minuti saranno per loro la peggiore delle torture nella consapevolezza di essere allo stadio e non poter vedere la partita coi propri occhi.
Arriva in Italia l’ultimo film del regista Jafar Panahi con un inspiegabile ritardo di oltre 5 anni, Offside è infatti stato presentato alla 56ma edizione della Berlinale, dove per altro ha vinto l’Orso d’Argento. Pare ovvio pensare che il film sia stato rispolverato dalla distribuzione italiana per via dei recenti di cronaca che hanno visto il regista imprigionato dal regime di Teheran con l’accusa (assurda ma fondatissima) di essere uno dei leader dei dissidenti contro il capo di stato Mahmud Ahmadinejad. La voce del cinema ancora una volta si dimostra un’arma temuta dai potenti e la solidarietà di tutti i professionisti del settore è rivolta a Jafar già dallo scorso festival di Cannes. Non a caso la situazione dell’universo femminile iraniano era stato al centro del suo film Il cerchio, che vinse un Leone d’Oro a Venezia nel 2000. Offside è un caso interessante di film che attraverso lo sport mette in luce le contraddizioni si una società che ghettizza le donne per via di leggi medioevali ma che vengono giustificate dalla necessità di “protezione” delle stesse.
Il film di Panahi riesce a lanciare un disperato grido di allarme nonostante i toni della narrazione siano quelli leggeri della commedia, anche perché spesso un sorriso può essere più forte di mille lacrime. Si ride delle motivazioni per cui i poliziotti devono tenere lontane le donne dagli stadi: durante le partite infatti gli uomini danno sfogo ai loro istinti, usano improperi e bestemmiano, come si dice nel film “Almeno allo stadio mi posso lamentare liberamente”.
Offside non è un capolavoro, non è un film tra i più rappresentativi della cinematografia iraniana e il ritardo che lo porta in Italia gli fa perdere parte della sua attualità, ma rappresenta una testimonianza della forte intenzione di una classe culturale a mettersi in gioco pur di far cambiare le cose. Parte del film è stato realizzato realmente durante la partita tra Iran e Barhein, quasi fosse un documentario a cui sono stati aggiunti dei ruoli di fiction (ma che prendono spunto da storie vere). La ricerca di un’unità di spazio e di tempo è servita a mantenere in sospeso l’idea che si potesse trattare di una storia vera, quasi ripresa in presa diretta. I luoghi sono reali, l’evento è reale e di conseguenza anche personaggi e comparse lo diventano.
Offside uscirà nei cinema venerdì 8 aprile 2011. Qui potete vedere il trailer del film.
Voto Carlo 7
Voto Carla: 8