Open Windows: recensione in anteprima del film con Elijah Wood e Sasha Grey
Assurdo e a tratti ridicolo come un cartoon diretto da De Palma. Ma anche tecnicamente ardito, e con una riflessione affascinante sullo sguardo (dello spettatore). Il cyber thriller di Nacho Vigalondo non sarà la tazza di tè di tutti, anzi: ma Open Windows ha delle carte da giocarsi che non stanno certo a livello di trama… In anteprima al Trieste Science+Fiction 2014.
Uno dei film-sfida tecnicamente più complessi degli ultimi anni. D’altronde a Nacho Vigalondo piacciono le sfide complesse: Los Cronocrimenes è uno dei mind-bender con viaggi spazio-temporali più riusciti e divertenti degli ultimi anni, ed era la sua opera prima; Extraterrestre, meno riuscito, era un curioso caso di commedia sci-fi “da camera” tutta ambientata in una casa.
Con Open Windows il regista spagnolo si rilancia ancora e gira quello che è già stato definito “La Finestra sul Cortile 2.0″. Noi ci aggiungiamo un altro paragone: quello di un “Nodo alla gola 2.0″, anche se i riferimenti a Hitchcock francamente finiscono qui. Voyeurismo e pianosequenza si ritrovano nei suoi due film, ma è palese che Vigalondo appartenga ad un altro mondo, con tutto ciò che ne consegue.
Non bisogna per forza abbracciare completamente Open Windows, figurarsi. In questo cyber thriller che è un gioco al gatto e al topo visto attraverso decine di finestre del computer, c’è una trama che sembra fatta apposta per scremare il pubblico. Possiamo quasi dire che il film è come un cartoon diretto da De Palma: tecnicamente seducente e ardito, ma dall’assunto di base già pericoloso di per sé e dallo svolgimento assurdo (se non implausibile e ridicolo).
Protagonista del film è Nick, tra i principali fan di Jill Goddard, attrice sulla cresta dell’onda che in questo momento sta partecipando ad una conferenza stampa del suo ultimo film. Nick la sta seguendo in streaming in diretta, in attesa di essere contattato per andare a cena con lei: il ragazzo ha infatti vinto un contest e finalmente avrà l’occasione di incontrarla.
Ma un uomo di nome Chord lo informa che l’attrice ha voluto cancellare la serata con lui: e da quel momento comincia a dare ordini a Nick. Lo costringe a fare cose a suo piacimento e a mettersi in situazioni al limite del pericoloso, finché il ragazzo non capisce dove Chord voglia arrivare. Chord è infatti un pericoloso hacker intenzionato ad arrivare personalmente da Jill per rapirla…
Tecnicamente Open Windows è un oggetto clamoroso. Si tratta a tutti gli effetti di un “pianosequenza” che guida lo sguardo dello spettatore attraverso le varie finestre (del browser, di Skype, di videocamere, di altri programmini installati nel laptop di Nick). C’è una minuziosa costruzione dello schermo, che è perennemente un multiscreen che farebbe impazzire pure Greenaway: non osiamo immaginare quanto lavoro ci sarà stato dietro in post-produzione.
Però, appunto, poi ci sta la trama, elemento che sembra essere messo lì apposta per fare una selezione naturale del pubblico. Non una selezione aprioristica e snob, ma anzi piuttosto semplice: per la serie “prendere o lasciare”, love it or hate it. Si fa un po’ fatica a credere a Elijah Wood (comunque ancora una volta azzeccatissimo e in un ruolo che sembra essere il contraltare di Maniac) paladino della situazione, tra spericolate corse in macchina, sparatorie e continui giochi di identità con Chord e alcuni hacker francesi che lo scambiano per un fantomatico super-terrorista cibernetico chiamato Nevada.
Più va avanti, più Open Windows si fa spericolato, accumulando situazioni su situazioni che o fanno scattare la risata o lasciano basiti per la loro implausibilità. Fino ad un colpo di scena che davvero non si sa come prendere. Eppure lo si guarda tutto, come se non si riuscisse davvero a staccare gli occhi da quel desktop: perché o a quel punto si vuole andare fino in fondo, o perché il giochino acchiappa, o perché ci scopriamo davvero essere dei voyeur.
Insomma: si stia più o meno al gioco imbastito da Vigalondo & co., c’è qualcos’altro in Open Windows che ci fa restare lì a bercelo tutto d’un fiato nonostante il plot non stia né in cielo né in terra. E non può essere solo una questione di tecnica. Non può essere manco essere la presenza di Sasha Grey, che interpreta un personaggio che ha qualcosa in comune con lei, certo, ma non combacia del tutto con la sua icona.
La risposta ce la dà forse lo stesso Vigalondo nella scena più “erotica” del film, che non a caso vede protagonista la Grey. Chord praticamente regala in mano a Nick l’occasione di una vita: quello di far fare a Jill tutto quello che lui vuole dandole ordini scritti via chat; più il giochino si fa osé, meno l’hacker farà male a distanza all’agente della ragazza, in quel momento legato in una stanza di un hotel.
In questa scena si crea nello spettatore un cortocircuito. Si capisce bene la titubanza di Nick (sta per umiliare una persona già in pericolo, per di più un’attrice che rispetta), ma anche la sottile perversione del gioco (Nick è davvero il voyeur privilegiato: è sì il master che domina la slave, ma a distanza, al sicuro!). E quando Nick va a confermare a Jill via chat che lui la sta osservando attraverso il computer, istintivamente non gli viene da scrivere “I’m seeing you”, ma “I’m watching you”!
Fra see e watch c’è evidentemente una differenza. Ci sono delle sfumature fondamentali che aprono abissi tra il vedere e il guardare (figurarsi se ci mettiamo dentro pure l’osservare): tutto confermato tra l’altro uno dei colpi di scena che riguarda il super-hacker Nevada. Una riflessione del genere in un film in cui lo schermo di un computer racchiude il diegetico, e quindi si fa mondo, dovrebbe come minimo far scattare un campanello d’allarme. Allora sì che ogni twist stupidino comincia ad assumere implicazioni diverse (davvero geniale quello del “contatore”, ammettiamolo tutti).
Senza contare alcune singole sequenze che da sole sono dei veri pezzi di bravura, e alcune trovate che fanno venire la pelle d’oca. Ed un finale che, anche se è la cosa più inconcepibile del film a livello di trama, ha un suo fascino grazie a un gioco di pixel e vedo-non-vedo. Qui Jill fa una decisione estrema che per davvero conclude il film e anche l’esperienza dello spettatore. Jill ci chiude lo sguardo: e da personaggio diviene persona. Ma noi non potremo essere spettatori privilegiati di tale trasformazione. Per forza di cose…
Voto di Gabriele: 7
Open Windows (Spagna / USA 2014, 100′ thriller) di Nacho Vigalondo; con Elijah Wood, Sasha Grey, Neil Maskell, Iván González. Qui il trailer. Nessuna uscita in Italia prevista.