Oscar 2013: è Cesare deve morire dei Taviani il candidato dell’Italia per il Miglior film straniero
Il film dei fratelli Taviani, Orso d’Oro a Berlino, batte Diaz e Reality. Sarà lui a rappresentare l’Italia nella corsa all’Oscar 2013 per il film straniero.
Anche l’Italia ha il suo candidato alla corsa come Miglior film straniero degli Oscar 2013: si tratta di Cesare deve morire, l’ultima fatica di Paolo e Vittorio Taviani. Il film, scelto poco fa da una Commissione di Selezione formata da Angelo Barbagallo, Nicola Borrelli, Francesco Bruni, Martha Capello, Valerio De Paolis, Piera Detassis, Nicola Giuliano, Fulvio Lucisano e Paolo Mereghetti, proverà ad entrare nella celebre cinquina: all’Italia non capita da La bestia nel cuore. Era il 2006.
Cesare deve morire ha battuto altri titoli “forti” come Diaz (la vostra scelta, con il 26% dei voti; secondo posto per i Taviani con il 23%) e Reality. L’opera dei Taviani ha un premio molto importante alle spalle, ovvero l’Orso d’Oro dell’ultimo Festival di Berlino. L’Oscar 2012 per il Miglior film straniero è stato vinto da Una separazione, che si era guadagnato lo stesso premio della pellicola dei Taviani alla Berlinale 2011. Paolo e Vittorio Taviani dichiarano:
Ci stiamo imbarcando per il festival di New York e la notizia che ci ha raggiunto è davvero un bel buon viaggio. I film che concorrevano erano film di autori importanti per il cinema italiano e non solo italiano. Comunque il gioco è appena cominciato.
Cesare deve morire è un potente documentario girato nella Sezione di Alta Sicurezza del carcere Rebibbia di Roma, con un gruppo di detenuti, costruito con una sceneggiatura cucita sulle peculiarità e i dialetti dei detenuti-attori. Girato con un bianco e nero che segue le prove dei laboratori teatrali e le trame della tragedia shakespeariana del Giulio Cesare insieme a quelle personali dei vari detenuti, giunge fino alla rappresentazione finale dello spettacolo, ripresa a colori. Scelta giusta? Staremo a vedere.
Le nomination degli Oscar saranno annunciate il 10 gennaio 2013. In bocca al lupo ai fratelli Taviani.