Oscar 2014: l’Iran sceglie Il Passato come rappresentante; ma è davvero iraniano?
Oscar 2014: ancora polemiche sulla categoria dei film stranieri. Questa volta tocca all’Iran, che ha scelto come proprio rappresentante Il passato di Asghar Farhadi, già vincitore nel 2011 con Una separazione. Ma il film non sventolava bandiera francese? E soprattutto: interessa ancora la “nazionalità” di un’opera se si tratta di una co-produzione?
Devo ammettere che anch’io sono rimasto un po’ sorpreso, e invece pensandoci bene non c’è nessuna sorpresa nel fatto che l’Iran abbia scelto come proprio rappresentante nella corsa all’Oscar 2014 come miglior film straniero Il passato di Asghar Farhadi (qui la nostra recensione).
Insomma: il film sventolava sin dalla presentazione in concorso al Festival di Cannes 2013 bandiera francese. Farhadi è iraniano, certo, ma tutto il resto nel film è praticamente francese. Di co-produzione si tratta (c’è pure la Bim, che distribuirà il film in Italia), ma il produttore con la quota più alta è la francese Memento Films Production.
Il cast poi è capitanato da Bérénice Bejo, vincitrice della Palma come miglior attrice sulla Croisette, e Tahar Rahim, mentre tra gli attori protagonisti di iraniano c’è soltanto Ali Mosaffa. Perché quindi non bisogna stupirsi se il film è “andato” all’Iran invece che alla Francia in questa corsa alla statuetta di lingua non inglese?
Perché basterebbe ricordare cos’era successo l’anno scorso: Amour di Michael Haneke, co-produzione per la maggior parte francese e in parte austriaca (come la nazionalità dell’autore), è finito a gareggiare sventolando proprio bandiera austriaca. La Francia aveva così optato per Quasi amici, un titolo fortissimo che a sorpresa non è manco stato ammesso alla cinquina finale, mentre Amour ha infine vinto l’Oscar.
L’Iran ha così potuto chiamare di nuovo Farhadi dopo averlo già scelto come rappresentante nel 2011 con Una separazione, vincitore proprio dell’Oscar come miglior film straniero. Ecco spiegato perché la Francia ha optato per un’operina come Renoir di Gilles Bourdos: mi sembrava ovvio che, visto che La vita di Adéle era fuori dai giochi (esce il 9 ottobre in patria, ma la scadenza per poter partecipare alla gara è il 30 settembre), avrebbe scelto Il passato.
E Il passato è un titolo decisamente forte: a Cannes è stato elogiato da chiunque, e le recensioni americane sono ovviamente entusiastiche. Farhadi, avendo già vinto un Oscar recente, parte poi avvantaggiato a livello di visibilità. Deadline però riporta che in Iran la scelta ha scatenato polemiche, e non poteva essere altrimenti. Fars News Agency, vicina all’ala conservativa, scrive:
Diversamente da Una separazione, non c’è nulla di iraniano in questo film ad esclusione di un personaggio le cui origini potevano essere di qualunque tipo… Sarebbe stato meglio aver selezionato un film puramente iraniano.
In linea teorica l’agenzia non ha neanche tutti i torti. Se Il passato vincesse l’Oscar come miglior film straniero, farebbe vincere l’Iran: ma Il passato effettivamente non rappresenta granché il paese, soprattutto se comparato a Una separazione. Il problema però sta a monte, ovvero nelle regole ferree della categoria che già sono state nuovamente criticate quest’anno e che hanno già acceso polemiche altrove.
Proprio qualche giorno fa Variety scriveva che sarebbe ormai opportuno che le regole venissero aggiornate, e venisse innanzitutto tolta la questione dell’identità nazionale. Come dire: l’Oscar non deve andare al paese, deve andare all’autore del film. Si potrebbe così di conseguenza iniziare a pensare di non mandare soltanto un titolo per nazione, anche perché i confini verrebbero in qualche modo “smantellati”.
Il discorso si fa complesso e pure troppo, per carità, ma sicuramente ci sono dei compromessi per poter delineare un regolamento più attuale che rispetti la quantità di co-produzioni nel mondo. L’Academy, pur nel suo gioco baraccone e nel suo elogiare l’industria americana, dovrebbe rendersene ormai conto, se vuole continuare a premiare anche il “cinema del mondo”.
Il passato verrà distribuito negli Stati Uniti dalla Sony Pictures Classics il 20 dicembre 2013, mentre uscirà in Italia dal giorno prima, il 19 dicembre.