Oscar 2017, Gianfranco Rosi dedica la nomination di Fuocoammare a Lampedusa
“La cinquina di nominati, che parla solo di temi come gli afroamericani e l’Africa, è anche una risposta dell’Academy a Trump che vuole costruire i muri”. Gianfranco Rosi commenta così la nomination agli Oscar di Fuocoammare.
Già Orso d’Oro al Festival di Berlino e miglior documentario agli European Film Awards 2017, Fuocoammare di Gianfranco Rosi ha conquistato la prestigiosa nomination agli Oscar proprio come miglior documentario. Un’impresa da celebrare comunque vada a finire la notte delle notti, con il regista, anche Leone d’Oro a Venezia con Sacro GRA, che ha così commentato il lieto evento.
[quote layout=”big”]”Alla notizia della candidatura ho avuto un brivido, questo è stato un anno meraviglioso. Aver portato Lampedusa ad Hollywood è una cosa bellissima”. “Non ci credevo più per tutte le varie previsioni, sapevo sarebbe stata una battaglia fino all’ultimo, nulla era scontato”. “E’ una grandissima emozione. Il film da Berlino è arrivato in 64 Paesi, ora il suo messaggio esiste e naturalmente dedico questa candidatura a Lampedusa”. “La meta era la nomination: per ottenerla sono stati tre mesi impegnativi come una campagna elettorale. Ora sarà solo una grande festa”. “La cinquina di nominati, che parla solo di temi come gli afroamericani e l’Africa, è anche una risposta dell’Academy a Trump che vuole costruire i muri”. “D’altronde una delle reazioni più forti per Fuocoammare è arrivata dalle proiezioni in America, per la trasversalità della storia. I deserti californiani sono come il Mediterraneo, dei cimiteri. Con il Cinema non si puo’ cambiare il corso della storia, ma ho sempre sperato che il grido d’aiuto nel film venisse colto e questo credo sia successo”.[/quote]
A tifare per la nomination, tra i tanti volti di Lampedusa visti nel documentario, anche il dottor Bartolo e la sindaca Giusi Nicolini:
[quote layout=”big”]”Erano tutti in attesa e alla notizia della nomination c’è stato il grido di 3000 persone”.
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Fuocoammare dovrà ora battere I Am Not Your Negro (di Raoul Peck, Rémi Grellety e Hébert Peck), Life, Animated (di Roger Ross Williams e Julie Goldman), OJ: Made in America (di Ezra Edelman e Caroline Waterlow) e 13th (di Ava DuVernay, Spencer Averick e Howard Barish)