Oscar 2020, ecco i film europei in corsa
In attesa che il quadro si completi, ecco i Paesi europei che hanno già scelto da quale film farsi rappresentare ai prossimi Oscar
Sebbene vi sia ancora tempo per confermare il titolo che ciascuna nazione potrà presentare per la nuova categoria Miglior Lungometraggio Internazionale, fino all’anno scorso Miglior Film in Lingua Straniera, svariati Paesi hanno già ufficializzato la propria scelta in merito ai film da sottoporre all’Academy in vista degli Oscar 2020 (via Cineuropa).
Settimana scorsa sono venuti fuori i cinque film che si contendono l’unico posto a disposizione per l’Italia, che non è l’unica a non aver ancora inoltrato la propria preferenza. Si nota come alcuni di questi titoli siano stati tanto a Berlino quanto a Cannes nel corso delle ultime rispetti edizioni, altri invece arrivino addirittura dall’ultima Mostra. Alcuni hanno alle spalle già un percorso curioso, come Truth and Justice, film estone che in quattro settimane è diventato il film più visto di sempre in patria dall’indipendenza nel 1991.
La procedura prevede una prima shortlist di nove titoli che in teoria sarà resa pubblica entro dicembre. Dopodiché, a gennaio, l’Academy ridurrà a cinque i candidati, gli stessi che arriveranno alla serata del 9 febbraio, giorno della Cerimonia degli Oscar. Ricordiamo che la regola per partecipare prevede che il film sia stato distribuito nel Paese d’origine tra l’1 ottobre 2018 ed il 30 settembre 2019.
Paesi europei
Austria: Joy, Sudabeh Mortezai (Austria)
Belgio: Our Mothers, César Díaz (Belgio/Francia/Guatemala)
Bosnia-Erzegovina: The Son, Ines Tanovic (Bosnia-Erzegovina/Croazia/Romania/Slovenia/Montenegro)
Bulgaria: Ága, Milko Lazarov (Bulgaria/Germania/Francia)
Croazia: Mali, Antonio Nuić (Croazia)
Repubblica Ceca: The Painted Bird, Václav Marhoul (Repubblica Ceca/Ucraina/Slovacchia)
Estonia: Truth and Justice, Tanel Toom (Estonia)
Finlandia: Stupid Young Heart, Selma Vilhunen (Finlandia/Paesi Bassi/Svezia)
Francia: Les Misérables, Ladj Ly (Francia)
Georgia: Shindisi, Dito Tsintsadze (Georgia)
Grecia: When Tomatoes Met Wagner, Marianna Economou (Grecia)
Germania: System Crasher, Nora Fingscheidt (Germania)
Ungheria: Those Who Remained, Barnabás Tóth (Ungheria)
Kosovo: Zana, Antoneta Kastrati (Kosovo/Albania)
Lettonia: The Mover, Dāvis Sīmanis (Lettonia)
Lituania: Bridges of Time, Kristīne Briede, Audrius Stonys (Lituania/Lettonia/Estonia)
Paesi Bassi: Instinct, Halina Reijn (Paesi Bassi)
Macedonia del Nord: Honeyland, Tamara Kotevska, Ljubomir Stefanov (Macedonia del Nord)
Norvegia: Out Stealing Horses, Hans Petter Moland (Norvegia/Svezia/Danimarca)
Polonia: Corpus Christi, Jan Komasa (Polonia)
Romania: The Whistlers, Corneliu Porumboiu (Romania/Francia/Germania)
Serbia: King Peter the First, Petar Ristovski (Serbia/Grecia)
Slovacchia: Let There Be Light, Marko Škop (Slovacchia/Repubblica Ceca)
Slovenia: History of Love, Sonja Prosenc (Slovenia/Italia/Norvegia)
Spagna: Dolor y gloria, Pedro Almodóvar (Spagna)
Svezia: And Then We Danced, Levan Akin (Svezia/Georgia/Francia)
Svizzera: Wolkenbruch’s Wondrous Journey Into The Arms Of A Shiksa, Michael Steiner (Svizzera/Germania)
Ucraina: Homeward, Nariman Aliev (Ucraina)
Paesi non europei, con produzione europea
Algeria: Papicha, Mounia Meddour (Francia/Algeria/Belgio)
Brasile: The Invisible Life Of Eurídice Gusmão, Karim Aïnouz (Brasile/Germania)
Colombia: Monos, Alejandro Landes (Colombia/Paesi Bassi/Argentina/Germania/Danimarca/Svezia/Uruguay/Svizzera)
Marocco: Adam, Maryam Touzani (Marocco/Francia/Belgio/Qatar)
Palestina: It Must Be Heaven, Elia Suleiman (Francia/Germania/Canada/Turchia/Qatar)
Tunisia: Dear Son, Mohamed Ben Attia (Tunisia/Belgio/Francia)
Uruguay: Así habló el cambista, Federico Veiroj (Uruguay/Argentina/Germania)