Oscar 2021: lanciata petizione da kazako-americani per bandire Borat 2
Lanciata una petizione per bandire Borat 2 dagli Oscar e da altri importanti premi cinematografici a causa dal ritratto della comunità kazaka.
Il sito ComicBook riporta che un’associazione di kazako-americani ha lanciato una petizione per bandire Borat 2 dagli Oscar 2021 e da altri importanti premi cinematografici a causa dal ritratto che il film propone della comunità kazaka.
A quattordici anni dal successo del mockumentary Borat – Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan è approdato su Amazon Prime Video il sequel Borat – Seguito di film cinema. Consegna di portentosa bustarella a regime americano per beneficio di fu gloriosa nazione di Kazakistan che ha visto Sacha Baron Cohen tornare nei panni del giornalista kazako Borat Sagdiyev con un altro road-movie che ha visto il comico britannico prendere di mira Donald Trump, i suoi sostenitori politici e una parte del suo elettorato, ma non solo Cohen con il supporto dell’attrice Marija Bakalova nei panni di Tutar, la figlia di Borat, ha messo in scena una feroce parodia sulla condizione delle donne in molti paesi del mondo, ma nel caso di “Borat 2”, la ragazza in gabbia portata in dono come bustarella al “regime” americano, che non deve pensare poiché il suo cervello potrebbe rompersi, era rappresentata nel film come abitante di un villaggio del Kazakistan.
Sebbene “Borat 2” sia stato ben accolto e dal Kazakistan siano giunte reazioni positive per un incremento del turismo grazie al film, il sequel di Cohen ha suscitato indignazione tra i leader del Kazakistan per il suo ritratto del popolo kazako, indignazione che ha portato il film ad essere bandito da quasi tutti paesi arabi e ad essere sconsigliato dal proiettarlo ai gestori dei cinema russi.
La Kazakh-American Association ha lanciato una campagna per bandire Borat – Seguito di film dagli Oscar, dai Golden Globe e da altri importanti riconoscimenti. Nelle lettere firmate dalla Hollywood Film Academy e dal Council on American-Islamic Relations, l’organizzazione fa appello all’Academy of Motion Picture Arts & Sciences, all’Hollywood Foreign Press Asociation, alla Directors Guild of America e alla British Academy of Film and Television. Arts per squalificare “Borat 2” per la sua discriminazione nei confronti del popolo kazako.
Gia Noortas, CEO della Hollywood Film Academy ha scritto quanto segue in una lettera indirizzata all’Academy:
La comunità kazaka in tutto il mondo è sottorappresentata e intrinsecamente vulnerabile. Sacha Baron Cohen comprende questo fatto e sfrutta il popolo kazako dirottando la nostra identità etnica, “imbiancandoci” e incitando a molestie nei nostri confronti. Considerando il clima politico socialmente consapevole di oggi e le nuove politiche sulla diversità adottate da associazioni cinematografiche in tutto il mondo, è incredibile che un film che rimprovera apertamente, bullizza e traumatizza una nazione di persone di colore sia ancora una forma di intrattenimento accettabile.
Nihad Awad CEO dell’American-Islamic Relations (CAIR) si è unito alla reprimenda di Gia Noortas:
Ci uniamo ai kazako-americani nel chiedere alle associazioni cinematografiche di vietare il sequel di Borat dai premi. Riconosciamo che il signor Cohen a volte usa i suoi personaggi bigotti per esporre il bigottismo in altri. Tuttavia, il signor Cohen non può contrastare il razzismo e il fanatismo contro alcune persone mentre si perpetua il razzismo e il bigottismo contro altre persone, in particolare kazako-americani, la cui vera cultura potrebbe non essere familiare alla maggior parte degli americani.
L’originale Borat uscito nel 2006 è stato acclamato dalla critica, ha incassato 262 milioni di dollari e ha ricevuto una serie di prestigiose nomination per diversi premi, tra cui una candidatura agli Oscar per la migliore sceneggiatura non originale, categoria vinta da The Departed; una candidatura al Golden Globe nella categoria Miglior film commedia o musicale, categoria vinta da Dreamgirls e ha vinto un Golden Globe come miglior attore in un film – Musical o commedia andato a Sacha Baron Cohen.