Ouija: le recensioni dagli Usa e dall’Italia
La tavoletta Ouija arriva al cinema con un film omonimo: leggiamo insieme cosa ne pensano i critici Americani e Italiani
E’ uscito la settimana scorsa il film horror “Ouija” diretto da Stiles White e interpretato da Olivia Cooke, Ana Coto, Daren Kagasoff, Bianca A. Santos, Douglas Smith, Matthew Settle, Vivis Colombetti, Robyn Lively, Shelley Hennig, Lin Shaye, Claudia Katz, Leigh Bush. L’avete visto? Vi è piaciuto? Dopo aver letto la nostra recensione, oggi vi propongo i pareri dei critici Americani e Italiani. Su RottenTomatoes, mentre scrivo, il film ha raccolto solo il 7% dei pareri positivi. Io l’ho trovato decisamente noioso.
Michael O’Sullivan – Washington Post: “Ouija” è ostacolato dal fatto che la visione di un gruppo di persone sedute intorno ad un tavolo non è intrinsecamente cinematografico. Voto: 2/4
Mick LaSalle – San Francisco Chronicle: “Ouija” ha qualcosa che non va fin dai primi cinque minuti. Voto: 1/4
Bilge Ebiri – New York Magazine / Vulture: “Ouija” non ha intenzione di ridefinire il genere horror, ma a volte, è solo bello avere un film che sa quello che sta facendo e lo fa bene.
Linda Barnard – Toronto Star: cliché e telegrafato con largo anticipo. Voto: 1.5 / 4
Ben Kenigsberg – New York Times: “Ouija” si basa sul gioco Hasbro ma a differenza di un biglietto del cinema, un gioco da tavolo può facilmente essere restituito.
Katie Rife – AV Club: prodotto professionalmente ma completamente privo di ispirazione. Voto: C-
Claudia Puig – USA Today: Un film noioso che attinge quasi ogni cliché dal genere horror. Voto: 1/4
Kevin C. Johnson – St. Louis Post-Dispatch: orrore sicuro per quelli che amano gli spaventi inesistenti. Voto: 1.5 / 4
Farran Smith Nehme – New York Post: A seconda di come si è stanchi, molti di questi vecchi trucchi funzionano ancora. Voto: 2.5 / 4
Alonso Duralde – TheWrap: “Ouija” finisce per essere più divertente di quanto si possa pensare, anche se è il tipo di film che non si può davvero prendere sul serio per un secondo.
Justin Chang – Variety: roba abbastanza di routine.
Francesco Alò – Il Messaggero: Non memorabile ma ben realizzato. Stroncato in Usa ha incassato bene. Non ci vuole la tavoletta Ouija per prevedere un sequel.
Maurizio Acerbi – il Giornale: Massacro che qui viene rimandato ai minuti finali, creando una buona cornice di attesa, vanificata da una totale mancanza di originalità.
Roberto Nepoti – la Repubblica: Ti chiedi se sia una strategia di marketing (ma ha senso promuovere le vendite di un oggetto che ammazza la gente?) e intanto ti annoi, benché la rumorosa colonna sonora ce la metta tutta per non farti abbassare l’attenzione. Posto che l’oggetto del titolo è un’entità omicida, nessun dubbio che farà una serie di vittime tra gli evocatori dell’occulto. Se il regista Stiles White non è dei peggiori, gli tocca una sceneggiatura povera di originalità e dallo sviluppo prevedibile: dove, al massimo, puoi giocare e prevedere chi sarà a lasciarci le penne, e in che ordine. La buona notizia è la durata: un minuto meno di 90.