Over the Rainbow con Judy Garland tra compleanni, scarpette rosse e Gay Pride
Con quel visetto angelico, la voce intensa e un’esistenza consumata dai precoci successi e i logoranti eccessi, nel mese di giugno Judy Garland torna a festeggiare nascita e morte di un viaggio che si è spinto fino a Oz e “Oltre l’arcobaleno”, consacrandola regina delle icone gay.
Il 10 giugno, si festeggiano i 91 anni della nascita della piccola star che ha scaldato generazioni come l’arrivo dell’estate, il 22 giugno ricorrono i 44 anni della sua morte per overdose, per molti legata alla rivolta di Stonewall e la nascita del movimento gay che l’ha seguita, come l’arcobaleno dopo la pioggia, che dal 28 giugno 1969 torna a festeggiare il proprio orgoglio con un’arcobaleno sulla bandiera, Over the Rainbow come una sorta di inno nazionale e Judy Garland nel cuore.
Si festeggia la figlia d’arte madre di Liza Minnelli e quel Vincente Minnelli che tradì Judy anche con il giardiniere, la ragazzina che ha indossato il Sogno Americano con le scarpette rosse di Dorothy Gale per Il Mago di Oz, vinto un premio Oscar speciale come migliore attrice giovane, interpretato musical di successo con Gene Kelly per Il pirata, e Fred Astaire per Ti amavo senza saperlo.
Una buona occasione per ricordare l’attrice di quasi quaranta film, l’interprete di tanti successi, e l’indimenticabile cantante di quella Over the Rainbow, ricantatta da ugole dotate ma incapaci di oscurarne il bagliore, insiema a qualche curiosità.
Gallery fotografica 1931-1969
Curiosità
Judy nasce come Frances Ethel Gumm, prendendo il nome dal padre Francis “Frank” Gumm, e dalla madre Ethel Milne; mentre il suo soprannome per tutti era “Baby”.
Il suo nome divenne Judy Garland nel 1934, all’Oriental Theatre di Chicago, su suggerimento di George Jessel,.
Il 26 dicembre 1924, a soli 2 anni, cantando “Jingle Bells” nel “The New Grand Theater” di Grand Rapids, che apparteneva al padre, Judy conquistò per la prima volta il pubblico.
Dopo quella prima apparizioni Judy iniziò ad esibirsi con le sorelle nel trio della Gumm Sisters, in diversi teatro, cortometraggi della Meglin, della Warner e della MGM.
Quando ha iniziato le riprese de Il Mago di Oz, Judy Garland indossava una parrucca bionda e pesante, il trucco “baby-doll”. Quando George Cukor ha assunto il ruolo di direttore intermedio (dopo aver licenziato il regista originale e prima di trovare un sostituto), si è sbarazzato della parrucca e della maggior parte del trucco, e le disse di essere solo se stessa, ma ha comunque dovuto indossare un corsetto per apparire più giovane (e piatta di seno).
Anche se Judy Garland fu sempre la favorita per interpretare Dorothy, ci sono state molte altre attrici di Hollywood che furono considerate per il ruolo. Tra di loro c’erano Shirley Temple, che era più vicino all’età effettiva di Dorothy ed era estremamente popolare all’epoca.
Judy ha ricevuto un Oscar speciale come migliore attrice giovane, per il ruolo di Dorothy Gale ne”Il Mago di Oz”, insieme a due nomination come Miglior attrice protagonista di È nata una stella (1954) diretto da George Cukor, e come Miglior attrice non protagonista dei Vincitori e vinti (1961) diretto da Stanley Kramer.
La sua vita sentimentale e burrascosa fu costellata da cinque matrimoni e altrettanti divoro, con David Rose (dal 1941 al 1945), Vincente Minnelli (dal 1945 al 1951) scoperto a tradirla per ben due volte, con una comparsa e con il giardiniere di casa, Sidney Luft (dal 1952 al 1965), Mark Herron (dal 1965 al 1967) e Mickey Deans(dal 1968 al 1969).
Il 25 Marzo 1969 fece il suo ultimo concero al Falkoner Centre di Copenhagen, mentre la sua ultima apparizione pubblica risale al 15 Giugno 1969, all’Half Note nightclub, nel Greenwich Village di New York.
Judy è morta il 22 Giugno 1969, 12 giorni dopo il suo 47° compleanno, nella sua casa londinese di Cadogan Lane (Chelsea), dove viveva con il suo ultimo marito, Mickey Deans, che ha trovato il suo corpo senza vita in bagno.
Per il referto dell’autopsia, si trattò di morte accidentale, dovuta ad un’assunzione eccessiva di barbiturici protratta per un lungo periodo di tempo, condizione aggravata dall’anoressia, e dalle conseguenze della grave cirrosi che l’aveva colpita nel 1959.
Judy riposa al Ferncliff Cemetery di New York.
Una rosa gialla con sfumature rosse-arancioni porto il suo nome dal 1978.
Nel 1979 Sid Luft l’ex marito di Judy Garland, mise all’asta alcuni oggetti appartenuti all’attrice, che in totale fruttarono 250mila dollari. Fra gli oggetti all’incanto, un paio di ciglia finte aggiudicate per 125 dollari.
Diversi tipi di scarpette rosse sono stati testati dal reparto guardaroba della MGM prima di trovare quelle giuste. Ogni copia (si dice 7) ha un valore stimato di $ 1,5 milioni di dollari, fatto che li rende i cimeli più costosi di Hollywood. Sono stati definiti da alcuni come “Il Santo Graal” di Hollywood.
Furono realizzate delle vere scarpette rosse per festeggiare il 50esimo anniversario del film nel 1989. Valevano 3 milioni di dollari.
Nell’estate del 2005, da un museo del Minnesota, sono state rubate le luccicanti scarpette rosse che furono di Judy Garland ne Il mago di Oz. Il direttore del museo dedicato alla Garland, ha precisato che sono rimaste solo due paia di scarpette usate dall’attrice: un paio è esposto al museo Smithsonian, e un altro paio è stato venduto all’asta nel 2000 per oltre seicentomila dollari.
Leonardo DiCaprio figura nel gruppo di donatori che hanno acquistato le celebri scarpette rosse di Dorothy ne Il mago di Oz esposte nell’Academy Museum di Hollywood.
L’abito blu e bianco disegnato da Adrian Greenberg, indossato da Judy Garland-Dorothy Gale per Il mago di Oz è stato battuto all’asta nel 2012, per 480mila dollari. Una cifra alta, ma inferiore a quella battuta per una copia dello stesso abito (utilizzata per i test del film e non per le riprese) che nel 2011 è stata acquistata per 910mila dollari. Secondo l’esperto di aste Darren Julien, la differenza di prezzo tra i due abiti, è che del secondo erano state realizzate poche copie, quindi di fatto è più raro rispetto agli abiti indossati per le riprese.
In una scena di Sex and the City 2, Carrie si rivolge al cagnolino di Samantha dicendogli “Non siamo più nel Kansas”, una celebre battuta de Il mago di Oz.
Tra i tributi musicali compaiono
. “Judy” di Mickey Rooney (1969)
. “Quiet Please There’s a Lady on Stage” di Peter Allen (1976)
. “Judy Do” dei Thompson Twins (1984)
. “Heart on Demand” di John Gorka (1986)
. “Saint Judy” di Marc Almond (1987)
. “Lament for Judy Garland” di Mickey MacConnell (1992)
. “The Rainbow’s End” di Linda Eder (2005)
. “Judy Garland” di Pete Chambers (2005)
La canzone “Over the Rainbow“, nota anche come “Somewhere Over the Rainbow” scritta da Harold Arlen e da E.Y. Harburg, è cantata da Judy Garland nel film Il mago di Oz del 1939, si è classificata al numero 1 dalla American Film Institute nel 2004, nelle 100 Greatest Songs in American Films, mentre i discografici statunitensi l’hanno eletta “miglior canzone del XX secolo”.
Filmografia
The Big Revue, (1929), (nel ruolo di se stessa e con le Sorelle Garland)
A Holiday in Storyland, regia di Roy Mack (1930), (Nel ruolo di se stessa e con le Sorelle Garland)
Bubbles, regia di Roy Mack (1930), (Nel ruolo di se stessa e con le Sorelle Garland)
The Wedding of Jack and Jill, regia di Roy Mack (1930), (Nel ruolo di se stessa e con le Sorelle Garland)
La Fiesta de Santa Barbara, regia di Louis Lewyn (1935), (Nel ruolo di se stessa e con le Sorelle Garland)
Every Sunday, regia di Felix E. Feist (1936)
Pigskin Parade, regia di David Butler (1936)
Follie di Broadway 1938 (Broadway Melody of 1938), regia di Roy Del Ruth (1937)
Thoroughbreds Don’t Cry, regia di Alfred E. Green (1937)
Viva l’allegria (Everybody Sing), regia di Edwin L. Marin (1938)
L’amore trova Andy Hardy (Love Finds Andy Hardy), regia di George B. Seitz (1938)
Listen, Darling, regia di Edwin L. Marin (1938)
Il mago di Oz (The Wizard of Oz), regia di Victor Fleming (1939)
Ragazzi attori (Babes in Arms), regia di Busby Berkeley (1939)
Andy Hardy incontra la debuttante (Andy Hardy Meets Debutante), regia di George B. Seitz (1940)
Musica indiavolata (Strike Up the Band), regia di Busby Berkeley (1940)
Little Nellie Kelly, regia di Norman Taurog (1940)
Le fanciulle delle follie (Ziegfeld Girl), regia di Robert Z. Leonard e Busby Berkeley (1941)
La vita comincia per Andy Hardy (Life Begins for Andy Hardy), regia di George B. Seitz (1941)
I ragazzi di Broadway (Babes On Broadway), regia di Busby Berkeley (1941)
For Me and My Gal, regia di Busby Berkeley (1942)
Presenting Lily Mars, regia di Norman Taurog (1943)
Girl Crazy, regia di Norman Taurog e Busby Berkeley (1943)
La parata delle stelle (Thousands Cheer), regia di George Sidney (1943)
Incontriamoci a Saint Louis (Meet Me in St. Louis), regia di Vincente Minnelli (1944)
L’ora di New York (The Clock), regia di Vincente Minnelli (1945)
Ziegfield Follies, regia di Lemuel Ayers e Roy Del Ruth (1945)
Le ragazze di Harvey (The Harvey Girls), regia di George Sidney (1946)
Nuvole passeggere (Till the Clouds Roll By), regia di Richard Whorf; numero musicale della Garland diretto da Vincente Minnelli (1946)
Il pirata (The Pirate), regia di Vincente Minnelli (1948)
Ti amavo senza saperlo (Easter Parade), regia di Charles Walters (1948)
Parole e musica (Words and Music), regia di Norman Taurog (1948)
I fidanzati sconosciuti (In the Good Old Summertime), regia di Robert Z. Leonard (1949)
L’allegra fattoria (Summer Stock), regia di Charles Walters (1950)
È nata una stella (A Star is Born), regia di George Cukor (1954)
Pepe, regia di George Sidney (1960) – cameo
Vincitori e vinti (Judgment at Nuremberg), regia di Stanley Kramer (1961)
Gli esclusi (A Child is Waiting), regia di John Cassavetes (1963)
Ombre sul palcoscenico (I Could Go On Singing), regia di Ronald Neame (1963)
“Always be a first-rate version of yourself, instead of a second-rate version of somebody else.”
Via | Judygarland – Facebook – Wikipedia