Paolo Villaggio: 81 anni, 10 film e curiosità
Gli auguri di Cineblog per il dissacrante e provocatorio Paolo Villaggio, in 10 film e altrettante curiosità, con le maschere comiche di Fantozzi, Fracchia, il Professor Otto von Kranz e quelle più o meno serie.
Ad un anno dal suo ottantesimo compleanno, torniamo a fare gli auguri a Paolo Villaggio, vivo e vegeto, nonostante qualche bufala macabra abbia già provato a farlo fuori, e la sua consueta verve grottesca, abbia già provveduto a prevedere il giorno della morte, e un eventuale ribollita in piazza per le sue spoglie terrene.
Invece che essere cremato, penso alla possibilità di essere bollito. Mi immagino in un bel pentolone in piazza del Popolo a Roma, con i fiori dentro, la preparazione, tu che arrivi e tutti che applaudono. Però devi avere il diritto a essere preservato da cose umilianti, tipo il limone o la carota. La carota può suscitare ilarità! (Marie Claire)
Vivo e sempre più astioso, dissacrante e provocatorio, a suo dire anche scontroso, vanitoso, perfido, vigliacco, inaffidabile, ‘bidonaro’, indifferente e falso cinico, raccontando se stesso a Panorama, e tirando dentro le attitudini di amici e colleghi come Vittorio Gassman (“cannibale”), Ugo Tognazzi (“erotomane”), e Fabrizio De Andre? (“una carogna”).
Lo stesso Paolo Villaggio imbarcato come animatore sulle navi della Costa Crociere, dal 1960 al 1962, con Silvio Berlusconi al piano e Fabrizio De André alla chitarra, per il quale ha scritto anche le parole di canzoni come Carlo Martello.
L’attore, polemista impenitente e scrittore del monologo autobiografico portato in scena con il Delirio di un povero vecchio, e dell’autobiografia edita da Mondadori che svela retroscena pubblici e privati con Vita, morte e miracoli di un pezzo di merda, che oggi ricordiamo con 10 film e altrettante curiosità.
Fantozzi, regia di Luciano Salce (1975)
La celebre saga del ragionier Ugo, ideato e interpreto da Villaggio a bordo della mitica bianchina, inizia qui, trasformandolo nel simbolo del ceto medio italiano degli anni settanta, infelice, frustrato e ‘sfigato’, a lavoro, in famiglia, nella società. Una saga probabilmente ispirata dall’impiego del centro direzionale della Consider (gruppo Finsider), uno dei tanti lavori svolto dallo scrittore, autore di testi di canzoni, attore e regista, dopo un’infanzia povera e le celebri crociere con De André, dove si esibiva anche un giovane Berlusconi, prima di essere notato da Maurizio Costanzo, che lo convince a trasferirsi a Roma per fare cabaret.
Il secondo tragico Fantozzi, regia di Luciano Salce (1976)
Il primo e il secondo film della saga confermano la nascita di un’icona dell’immaginario, nella trasposizione abbastanza fedele ai due best seller scritti da Villaggio, ovvero l’omonimo Fantozzi e Il secondo tragico libro di Fantozzi, confermando un cast di attore per gli episodi a seguire, dal ragionier Filini interpretato da Gigi Reder, a Plinio Fernando, Anna Mazzamauro, Liù Bosisio. Tra parentesi è lo stesso villaggio con il tempo a smentire la mitica frase «per me la Corazzata Kotiomkin è una cagata pazzesca». Nello stesso anno Paolo Villaggio interpreta il crudele tedesco Prof. Schmidt nell’episodio del corale Signore e signori, buonanotte (1976)
Fantozzi contro tutti, regia di Paolo Villaggio e Neri Parenti (1980)
Il terzo capitolo della saga “fantozziana”, e l’ultimo tratto da un libro dell’attore genovese. La scena di “tiro al piattello” si ritrova anche in Scuola di ladri – Parte seconda diretta dallo stesso Neri Parenti nel 1987, mentre nell’episodio “Coppa Cobram”, la gag del distributore di coca-cola è identica a quella interpretata da Dom DeLuise in L’ultima follia di Mel Brooks (1976).
Fracchia la belva umana, regia di Neri Parenti (1981)
L’Olimpo delle maschere comiche di Villaggio, al ragionier Ugo Fantozzi e lo stravagante Professor Otto von Kranz, affianca anche quella del patologico geometra Giandomenico Fracchia, apparsa per la prima volta nel 1968 con il programma Quelli della domenica. Un personaggio single, vigliacco, sfortunato, goffo e servile, con un serial killerper sosia come La Belva Umana, pronto a trasformarsi in un cult, prima di scomparire nell’ultimo scontro parodia con Dracula
Superfantozzi, regia di Neri Parenti (1986)
Mentre milioni di italiani consacrano la comicità ‘amara’ della saga ‘fantozziana’, anche quella meno riuscita, uno degli italiani che non ride, oltre alla nostra Carla, sembra essere proprio Villaggio
“I film di Fantozzi non mi fanno ridere, non li guardo proprio. Con Fantozzi ho guadagnato tanto, ma ho speso tutto. Viaggi ovunque, aerei privati, con ospiti a bordo, alberghi di lusso. Tornassi indietro farei meno stronzate. Ho fatto una serie di film atroci tipo I pompieri, Scuola di ladri. Mi davano anche due miliardi a film. Invecchiando, faccio meno cavolate e guadagno in autorità”
Ho vinto la lotteria di capodanno, regia di Neri Parenti (1989)
Forse la lotteria di Capodanno non l’ha vinta, ma nella sua carriera villaggio può vantare due Grolle d’Oro a Saint-Vincent, un David di Donatello, un Nastro d’Argento, il Pardo d’Oro a Locarno, un Orso d’Argento a Berlino, un’Aquila d’Oro a Montreal, il Leone d’Oro alla Mostra del cinema di Venezia, il premio della Regia Televisiva, il premio Mario Riva della TV, la Palma d’Oro dell’umorismo a Bordighera per due anni consecutivi, il Forte dei Marmi per la satira politica e quattro Telegatti.
La voce della Luna, regia di Federico Fellini (1989)
La collaborazione con Fellini, oltre a fruttare un David di Donatello, agevola anche altre incursioni nel cinema d’autore, da Io speriamo che me la cavo di Lina Wertmuller a Il segreto del bosco vecchio di Ermanno Olmi, per il quale vince il Nastro d’argento come migliore attore, da Cari fottutissimi amici di Mario Monicelli, Orso d’Argento al Festival di Berlino, e Denti di Gabriele Salvatores, mentre l’ultima apparizione sul grande schermo risale alla tavola di Albanese con Tutto tutto niente niente diretto da Giulio Manfredonia nel 2012.
Le comiche, regia di Neri Parenti (1990)
il film campione d’incassi nel 1990 segna il sodalizio della fortunata serie di gag interpretate al fianco di Renato Pozzetto, rendendo omaggio a quelle celebri del passato, interpretate da comici del calibro di Stan Laurel, Oliver Hardy, i fratelli Marx, Buster Keaton e Harold Lloyd.
Io speriamo che me la cavo, regia di Lina Wertmuller (1992)
« Quale parabola preferisci? Svolgimento. Io, la parabola che preferisco è la fine del mondo, perché non ho paura, in quanto che sarò già morto da un secolo. Dio separerà le capre dai pastori, una a destra e una a sinistra. Al centro quelli che andranno in purgatorio, saranno più di mille migliardi! Più dei cinesi! E Dio avrà tre porte: una grandissima, che è l’inferno; una media, che è il purgatorio; e una strettissima, che è il paradiso. Poi Dio dirà: “Fate silenzio tutti quanti!”. E poi li dividerà. A uno qua e a un altro là. Qualcuno che vuole fare il furbo vuole mettersi di qua, ma Dio lo vede e gli dice: “Uè, addò vai!”. Il mondo scoppierà, le stelle scoppieranno, il cielo scoppierà, Corzano si farà in mille pezzi, i buoni rideranno e i cattivi piangeranno. Quelli del purgatorio un po’ ridono e un po’ piangono, i bambini del limbo diventeranno farfalle. Io, speriamo che me la cavo. »
(L’ultimo tema letto dal protagonista, sul treno diretto a Settentrione)
Fantozzi – Il ritorno, regia di Neri Parenti (1996)
Un ritorno funestrato da un esposto della Procura della Repubblica di Roma, con richiesta di sequestro giudiziario, a causa della sequenza diseducativa in cui Fantozzi getta sassi dal cavalcavia, emulando tragici fatti di cronaca nera, risolta con l’eliminazione della scena, prima di arrivare all conclusione della saga nel 1999 con Fantozzi 2000 – La clonazione, l’unico senza il compagno di disavventure “ragionier Filini”, scomparso con Gigi Reder, al quale il film è dedicato.