Home Trailer Passeggeri della notte: trailer italiano del film di Mikhaël Hers con Charlotte Gainsbourg (Al cinema dal 13 aprile)

Passeggeri della notte: trailer italiano del film di Mikhaël Hers con Charlotte Gainsbourg (Al cinema dal 13 aprile)

Tutto quello che c’è da sapere su “Passeggeri della notte”, il nuovo film del regista Mikhaël Hers con protagonista Charlotte Gainsbourg – Al cinema dal 13 aprile 2023 con Wanted.

13 Aprile 2023 00:05

Dopo aver incantato il pubblico della Berlinale, dal 13 aprile nei cinema d’Italia con Wanted Passeggeri della Notte, il film di Mikhaël Hers con protagonista Charlotte Gainsbourg. Una fervida Parigi anni ‘80, ricostruita meticolosamente dalla maestria di Hers e del suo prezioso materiale d’archivio, fa da cornice allo spaccato di vita quotidiana di una famiglia, alle prese con il suo passato, presente e futuro.

Passeggeri della notte – Trama e cast

La trama ufficiale: È la notte delle elezioni francesi del 1981, con la storica elezione di Mitterand: le strade si riempiono di gente mentre un’aria di speranza e cambiamento si diffonde in tutta Parigi. Ma per Elisabeth (Charlotte Gainsbourg), è un momento difficile, il suo matrimonio è finito, le resta una grande casa, un affitto da pagare e il mantenimento dei due figli adolescenti. Dopo alcuni tentativi falliti, trova lavoro in una stazione radiofonica dove assiste Vanda Dorval (Emmanuelle Béart), la carismatica conduttrice di un programma notturno, durante il quale le voci dei “passeggeri della notte”, sono assolute protagoniste. Qui Elisabeth incontra una ragazza problematica e senza fissa dimora, Talulah (Noée Abita), che invita a stare da lei. Talulah diventa, poco a poco, come una terza figlia, modificando gli equilibri interni del nucleo familiare. Un racconto di formazione, di prime volte e seconde occasioni, dove le voci dei “passeggeri” sono capaci di trasportare lo spettatore indietro nel tempo e in un’altra dimensione.

Il cast è completato da Quito Rayon-Richter, Megan Northam, Thibault Vinçon, Laurent Poitrenaux, Didier Sandre, Lilith Grasmug, Calixte Broisin-Doutaz, Eric Feldman, Ophélia Kolb, Zoé Bruneau.

Passeggeri della notte – Trailer e video

Curiosità sul film

  • Mikhaël Hers dirige “I passeggeri della notte” da una sua sceneggiatura scritta con Maud Ameline e Mariette Désert.
  • La maggior parte dell’azione si svolge nel XV arrondissement di Parigi, nel quartiere di Beaugrenelle, costruito negli anni ’70.
  • Alcuni delle riprese di sequenze d’epoca sono state girate con l’ausilio di una macchina da presa Bolex, la cui grana fa sembrare immediatamente tutto vecchio, anche le auto moderne.
  • L’idea di un programma radiofonico notturno nasce da un vero e proprio programma radiofonico intitolato “Les choses de la nuit” con Jean-Charles Aschero, andato in onda su France Inter dal 1976 al 1996, da mezzanotte alle 5 del mattino. Uno dei segmenti si chiamava “Quel est ton prénom?” (“What’s your name?”), dove qualcuno nascosto dal conduttore rispondeva alle domande dopo aver promesso di rispondere in modo veritiero (tranne, ironia della sorte, il loro nome). Il regista Mikhaël Hers ha ricordato quello spettacolo come una reminiscenza della sua infanzia e lo ha integrato nella sua sceneggiatura:

C’erano clip su Youtube che catturavano il linguaggio, la musicalità e l’essenza del periodo che mi hanno parecchio ispirato mentre stavo scrivendo il personaggio della giovane Talulah. Quelle voci nella notte portavano con sé la chiave del mistero. Erano un ponte tra le persone, un legame evocativo, impalpabile. Per la mia generazione, queste voci importavano davvero e volevo che aggiungessero colore al film. Mi piaceva l’idea di qualcuno che rivelasse tutto, che parlasse nella notte. Non ci sono più molti programmi come quello adesso, e la loro influenza stava scemando anche a quel tempo. Come dice Vanda ad Elisabeth, “la radio non ha più il monopolio della notte”.Per impersonare il ruolo della presentatrice dello show, Emmanuelle Béart era la scelta perfetta, con la sua voce incredibile. Potevo immaginarmela perfettamente come qualcuno che aveva sofferto, con ferite aperte…

ELENCO SALE

Mikhaël Hers – Note biografiche

Mikhaël Hers è stato a Parigi il 6 febbraio del 1975. Ha studiato nel dipartimento di Produzione a La Fémis e si è laureato nel 2004. Ha diretto poi tre acclamati cortometraggi: Charell (selezionato alla Settimana della Critica del Festival di Cannes, nel 2006), Primrose Hill (per la seconda volta selezionato alla Settimana della Critica del Festival di Cannes, nel 2007 e vincitore del Festival Internazionale del Cortometraggio Clermont Ferrand) e Montparnasse (selezionato per la Quinzaine des Réalisateurs di Cannes nel 2009 e vincitore del premio Jean Vigo). Nel 2010 dirige After Memory Lane, primo lungometraggio presentato al Festival di Locarno), seguono This Summer Feeling (Rotterdam Film Festival 2016) e Amanda (nella selezione ufficiale del Festival di Venezia nel 2018, vincitore del Gran Prix al Festival di Tokyo, e nominato a due candidature ai César), “Passeggeri della Notte” è il suo quarto lungometraggio.

Intervista a cast e regista

Il regista Mikhaël Hers parla della scelta di ambientare “Passeggeri della notte” negli anni 80.

E’ stato il mio punto di partenza, al cuore del progetto sta inscritta la storia di quella decade. Gli ’80 sono stati gli anni della mia infanzia. Dicono che ognuno di noi sia il prodotto della propria infanzia, nel rispettivo paese di origine, e volevo tornare indietro a quel periodo della mia vita, rivivendo quegli scenari e quei suoni. Quelle sensazioni e quei colori mi hanno reso la persona che sono oggi. Li porto con me.

Mikhaël Hers parla dell’enorme evento storico che apre il film, la vittoria di François Mitterrand come Presidente francese il 10 maggio 1981.

È stata un’immagine impressionante, un momento seminale per un’intera generazione, ma non sapremo mai come Elisabeth abbia vissuto quell’evento. Penso che questa assenza di influenza politica venga dalla mia infanzia. Avevo sei anni durante quella famosa notte e ricordo di aver percepito che qual- cosa di importante stava accadendo – ciò ha rallegrato i miei genitori perché erano di sinistra, ma allo stesso tempo era tutto così vago. I miei non hanno mai fatto parte di un partito politico. Il loro attivismo influenza- va principalmente le loro vite quotidiane, le loro relazioni con il resto del mondo e le altre persone. Penso che ciò abbia plasmato il mio rapporto con la politica, e così quello di Elisabeth. Quale miglior attivismo di quello che dimostra ogni giorno nell’amore nei confronti dei figli, nel modo in cui ha accolto Talulah e nei termini in cui concepisce l’amore e i confini sociali?

Mikhaël Hers racconta com’è stato filmare gli anni Ottanta.

Per quanto rigorosa, ricca e fedele possa essere la ricostruzione, non è sicuramente stato abbastanza per catturare il senso di un’epoca. Non volevo agire sistematicamente. Il nostro approccio è stato più sensoriale. Certamente, una buona ricostruzione del periodo dipende anche dai set, dalla scenografia, costumi, colonna sonora e così via. Alcune scene hanno richiesto risorse sostanziali – la notte dell’elezione e la ricostruzione dell’appartamento in studio. Altre erano invece già più similari al mood anni ’80, come quelle del night-show radiofonico. C’è anche del materiale d’archivio durante il film, che a mio parere trasmette quel tono realistico essenziale a sostenere il resto del film – è un invito a viaggiare nel tempo. La maggior parte del materiale d’archivio era materiale casuale, a parte le inquadrature di Rivette in metropolitana, recuperato dal documentario di Claire Denis Jacque Rivette, le veilleur. Il mio montatore ha avuto l’idea di usare questa scena, ma non penso che molti spettatori l’abbiano riconosciuta. L’aspetto più importante è il vagone della metropolitana con tutti i suoi passeggeri anonimi, i “passeggeri della notte”

Il regista racconta come ha collaborato con il direttore della fotografia Sébastien Bachman per dare al film un’estetica tipicamente anni ’80.

Prima di iniziare a girare, il mio direttore della fotografia, Sébastien Bachman e io abbiamo lavorato duramente per finalizzare l’identità formale del film. Da subito, ho pensato avremmo potuto lavorare con la grana delle immagini. Associavo i miei ricordi rispetto a questa epoca ad una tonalità particolare e cercavo di concretizzare la mia idea affievolendo l’immagine, specie con l’aiuto di filtri, cercando di abbassare la alta definizione delle videocamere digitali. La cosa importante era riunire i diversi formati del film senza interrompere il ritmo, così che comunicassero tra di loro per amalgamare il tutto. Mi piaceva l’idea di immagini diverse che rimbalzassero tra loro in modo contagioso. Le persone potrebbero certamente accorgersi di questo patchwork, ma spero che si lascino prima di tutto trasportare dal film e che i diversi formati che si interconnettono tra di loro regalino il senso dell’epoca.

Mikhaël Hers racconta com’è stato lavorare con Charlotte Gainsbourg.

Come con Vincent Lacoste per Amanda, ero inizialmente e soprattutto attratto da ciò che Charlotte trasuda in carne ed ossa, e sono stato davvero travolto dalla sua abilità di immedesimarsi nel personaggio. Penso che la vita di Elisabeth abbia portato Charlotte lontano da chi è veramente, ma allo stesso tempo trovato punti di connessione con sé stessa – come il legame con la famiglia e i figli, una certa forma di timidezza…Il senso intuitivo di Charlotte, la sua intelligenza, sensibilità e sottigliezza sono travolgenti. Ha trovato il tono del personaggio fin dal primo giorno sul set, quando stavamo girando una scena in biblioteca, dove Elisabeth stava controllando i libri, registrando i prestiti e così via. Quando ho visto quanto bella e aggraziata Charlotte stava rendendo quella scena ordinaria, ho percepito aprirsi nuove prospettive per il mio film. Con Charlotte, tutto è guidato da sentimenti complessi e ambivalenti.

Charlotte Gainsbourg racconta cosa l’ha spinta ad accettare il ruolo dopo aver letto la sceneggiatura, e come è stata coinvolta nel progetto.

Ad essere onesta, non so precisamente. Scelgo i film per istinto, senza fare una profonda analisi sulla loro struttura drammatica, o sui plot twist, tempistiche e così via. Leggo i copioni come fossi un’esordiente. Sia che sia presa da ciò che leggo sia il contrario. In questo caso, sono stata presa! Guardando indietro, immagino di essere stata toccata dalla calorosità del copione, dalla relazione madre-figli, il passare del tempo, la delicatezza della narrazione e delle descrizioni… La bellezza e la poeticità di questo progetto provengono dalla sua delicatezza. In più, ero eccitata di fare un tuffo indietro negli anni ’80. Ho anche adorato i precedenti film di Mikhaël, che guardavo durante la lettura del copione. Ero intrigata dalla sua personalità….Mikhaël è piuttosto timido e la prima volta che ci siamo incontrati non ha detto molto. In realtà, non sono sicura che “timido” sia la parola giusta. Sarebbe meglio dire che ha una personalità particolare. Sul set abbiamo dovuto conoscerci e comprenderci a vicenda, ma ciò non ha implicato per forza parlare molto. Ho intuito fossimo sulla stessa lunghezza d’onda. E ciò non significa neanche avere esattamente la stessa sensibilità, ma in relazione al mio personaggio, sentivo ci fossimo capiti perfettamente. Eravamo connessi.

Gainsbourg parla del suo personaggio, Elisabeth Davies.

Elisabeth non viene né da un background di working-class, né da un ambiente privilegiato o intellettuale. Non avevo troppi riferimenti personali per questo personaggio ma è esattamente il motivo che ho trovato interessante. Ero anche molto curiosa di questa parte di Parigi del quindicesimo arrondissement con i suoi “piani alti”, che non conoscevo benissimo. La prima vera e propria questione per me era scoprire se Mikhaël fosse uno di quei registi ultrapuntigliosi preoccupati del proprio script o se avessi potuto appropriarmi Intervista di Claire Vasse un po’ delle battute, ed è stato questo il caso. Mikhaël sembrava anche sorpreso che l’avessi chiesto. Penso che volesse fossi io in primis a sentirmi a mio agio con la parte. Ho adorato il modo in cui si dedicava a specifici dettagli, come quando Elisabeth prepara la colazione fumando una sigaretta. Questi momenti dicono tanto sul suo talento. Ci ha proposto varie scene con piccoli gesti di routine, poche battute che potevano sembrare banali ma che assumevano grande profondità grazie alla sua cura del dettaglio e del ritmo. All’inizio del film Elisabeth sembra sopraffatta, scoppia continuamente in lacrime, ma è proprio in quel momento che comprendiamo stia riscoprendo la sua pace interiore e accetti la sua vita quotidiana…Un aspetto che mi è molto piaciuto di questo personaggio è il suo essere particolarmente sincera e trasparente per quanto concerne le sue emozioni, non è tutto calcolato. Anche nelle relazioni con gli uomini, è sempre la prima ad esporre i suoi sentimenti. Ho capito sarebbe stato facile capire cosa stesse provando. La sua timidezza avrebbe potuto incitarla a nascondersi e a proteggere se stessa, ma non è questo il suo caso. Non ha timore di esprimere quando è turbata, e a malapena riesce a trattenere le lacrime davanti ai suoi figli. Ho cercato di usare perlopiù la mia stessa timidezza e le mie debolezze: aspetti sui quali sono anch’io molto aperta.

Gainsbourg ricorda di come ha iniziato la sua carriera molto giovane, proprio negli anni ’80.

È proprio per questo che ho trovato tutto così toccante. Ho davvero compreso cosa stessero passando, ricordando i tempi in cui sognavo di diventare un’attrice senza osare dirlo ad alta voce. Sapevo che girare L’Effrontée non fosse la garanzia per una lunga carriera. È stato un periodo di azzardi, di facili nervosismi mentre allo stesso tempo volevi solo credere fosse tutto vero. Sei vulnerabile in senso buono. Dopo ogni ciak, notavo come Quito e Megan fossero persi se Mikhaël non diceva loro qualcosa. Stavano mettendo tutto loro stessi e non avevano alcuna prospettiva. La scena che mi ha toccato in assoluto di più è stata quella in motocicletta con Quito. L’abbiamo girata alla fine, e ho percepito quanto dura era per lui terminare le riprese, perché provavo lo stesso quando ho iniziato a lavorare: perdere la concentrazione e andare sul set ogni giorno, del quale sei ormai innamorato dalla testa ai piedi. Non ne abbiamo parlato molto perché neanche lui è molto espansivo, ma lo percepivo.

Come è stato lavorare la prima volta con Didier Sandre e ritrovare Emmanuelle Béart a vent’anni da “Pranzo di Natale”.

Adoro recitare di fronte a Didier. Prima di tutto perché conosce mia madre molto bene. Patrice Chéreau li ha scritturati insieme ne La Fausse Suivante, che è anche stata la prima esperienza di mia madre sul palco. Sono rimasti in contatto da allora. Sono sempre stata incantata da Didier. È così elegante, delicato e fantastico. È stato molto facile per me impersonare sua figlia, esprimere il legame che condividono…Sono stata onorata di lavorare nuovamente con Emmanuelle, vent’anni dopo aver impersonato due sorelle in Pranzo di Natale (La Bûche). Emmanuelle è una donna affascinante, dolce e generosa. Esattamente come Laurent Potrenaux, che recita il ruolo del collega che rompe con me: abbiamo avuto poche scene insieme oltre ad una d’amore imbarazzante e goffa – ma che abbiamo usato comunque – solo perché non abbiamo mai avuto grandi occasioni per parlare. Laurent è un grande attore.

Cosa hai pensato quando hai visto il film?

Più di tutto, sono rimasta sorpresa da quanto somigliasse a Mikhaël. È un film sorprendente, alimentato da uno sguardo di un’originalità che raramente ho incontrato. Da allora, ci siamo sentiti regolarmente ma non sono ancora neanche lontanamente vicina nel comprendere la sua personalità accattivante ma enigmatica!

Passeggeri della notte – La colonna sonora

  • Le musiche originali del film sono del compositore Anton Sanko (Jackals, The Possession, il gabbiano, Quel giorno d’estate, Ouija, Fractured, Single per sempre?, serie tv Siren).
  • Il regista Mikhaël Hers parla dell’importanza della musica nel rappresentare l’essenza di un’epoca, in questo caso gli anni 80: “Ho contattato Anton Sanko, con il quale avevo già lavorato per Amanda, ma questa volta gli ho chiesto un tono completamente diverso, più elettronico, utilizzando i synth, per cercare di recuperare le tracce originali degli anni ’80. Volevo che i temi e le melodie si mischiassero con suoni di strumenti più classici, così da evocare qualcosa senza tempo. Come con la fotografia, abbiamo provato a dare al film una sua estensione vocale. Anche la scelta delle canzoni nella colonna sonora è dovuta a motivi personali. Come ho già detto, la mia relazione con quel periodo ruota largamente attorno alla musica”.

1. Prologue
2. Rattelsnakes – Lloyd Cole and The Commotions
3. Ça range pas
4. Unless – The Pale Fountains
5. Red Tape – The Nits
6. Revenir
7. Cambodia -Kim Wilde
8. Prayer – The Durutti Column
9. See No Evil – Television
10. Rooftop
11. Dying on the Vine – John Cale
12. Before Hollywood – The Go-Betweens
13. No Charm Offensive – Richard Neale
14. Punk Girl – Heavenly
15. Talulah’s Empty Room
16. I Wanna Discover You – She Male
17. Jodie – Les Innocents
18. Mobylette Ride
19. Talulah at Night
20. Slide – Low
21. Et si tu n’existais pas – Joe Dassin
22. Hollow Truce – John Cunningham
23. Je comprends
24. Coda
25. De Roubaix Redemption

La colonna sonora de “I passeggeri della notte” è disponibile su Amazon.

Passeggeri della notte – Foto e poster