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Paul Greengrass dirigerà Cleopatra?

Perso James Cameron, Cleopatra potrebbe passare di mano a Paul Greengrass. A parlare del regista britannico, padre di due Bourne e di Green Zone, il produttore Scott Rudin. Se Cameron è ufficialmente saltato fuori dal progetto, dentro c’è rimasta Angelina Jolie, possibile Cleopatra moderna, per volontà dello stesso Rudin assai diversa da quella di Joseph

pubblicato 5 Gennaio 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 16:18



Perso James Cameron, Cleopatra potrebbe passare di mano a Paul Greengrass. A parlare del regista britannico, padre di due Bourne e di Green Zone, il produttore Scott Rudin. Se Cameron è ufficialmente saltato fuori dal progetto, dentro c’è rimasta Angelina Jolie, possibile Cleopatra moderna, per volontà dello stesso Rudin assai diversa da quella di Joseph L. Mankiewicz vista in sala nel 1963. Il film, a quanto pare costosissimo e in 3D, si baserà sulla biografia scritta da Stacy Schiff, adattata da Bran Helgeland, per una regina egizia che tornerà a vestire i panni che effettivamente indossò tra il 69 e il 30 a.C., ovvero quelli di stratega politica, guerriera.

Il Cleopatra originale è entrato nella storia del cinema, per aver quasi mandato in fallimento la 20th Century Fox. Inizialmente il costo stimato era attorno ai 2 milioni di dollari, ma la sua realizzazione ne richiese ben 44 milioni, equivalenti a più di 300 milioni di dollari attuali. Una follia per l’epoca, per una pellicola che vide un cambio di regia in corsa, con Mankiewicz chiamato a sostituire Rouben Mamoulian, e due attori, Peter Finch e Stephen Boyd, fuggiti su altri set. Licenziato durante la produzione, Mankiewicz venne riassunto perché nessun altro regista voleva assumersi la responsabilità di portare a termine un film simile. Elizabeth Taylor intascò un ingaggio record, pari a circa 45 milioni di dollari odierni, rischiando la vita per una polmonite, che la costrinse ad un ricovero in ospedale, con tanto di tracheotomia d’urgenza per salvarla dalla morte. 194.800 dollari dell’epoca vennero spesi solo per i suoi vestiti, mentre delle 6 ore originali ne arrivarono in sala ‘solo’ 3, con Mankiewicz che perse la sua battaglia con gli Studios per dividere il film in due parti, anticipando di una cinquantina d’anni Harry Potter ed Eclipse. Candidato a 9 Premi Oscar ne vinse 4, decisamente minori, per la scenografia, gli effetti speciali, i costumi e la fotografia, diventando con il tempo un autentico classico.

Fonte: DeadLine