Paulette, dal 6 giugno al cinema la risposta francese a L’erba di Grace. Guarda il trailer.
Per tutti color che hanno amato L’erba di Grace è in arrivo una nuova irriverente commedia: Paulette, tratto da una storia vera, dal 6 giugno al cinema.
Se avete riso e amato L’erba di Grace, se siete rapiti dalla serie tv Breaking Bad e se vi siete commossi con Quasi amici non potrete perdere Paulette, una nuova e, si presume, esilarante commedia di Jérôme Enrico, regista francese che ha raggiunto la notorietà oltralpe grazie alla serie Seconde chance e che ora si cimenta nella sua prima prova sul grande schermo con Paulette, adattamento cinematografico di una vera storia d’attualità, con un’anziana ex pasticcera impegnata ad arrotondare la pensione con i proventi di una ben più lucrativa attività…
Vi presentiamo il trailer e il poster di questo film, nelle sale dal 6 giugno, che vede come protagonista Bernadette Lafont, attrice francese classe 1938 con alle spalle decine di interpretazioni nel cinema d’oltralpe. Il trailer presenta molte analogie con il recente A lady in Paris con Jeanne Moreau, trasposto in una situazione sociale più popolaresca ma dove la burbera tenacia (e le divertenti deviazioni linguistiche) della protagonista assume contorni molto simili. La sceneggiatura è nata quasi per caso e il regista (e sceneggiatore) ha commentato al riguardo:
“La storia sembra quasi una favola! Io organizzo corsi di sceneggiatura in una scuola di cinema, l’ESEC, dove ho curato dei laboratori di scrittura e il progetto di Paulette è nato proprio in uno di essi. Bianca Olsen, una mia studentessa, si è imbattuta in un fatto particolare che ci ha colpiti: la storia di un’anziana, che viveva in periferia e che era coinvolta in un commercio di cannabis perché non riusciva a far quadrare i conti. Ho pensato che fosse un punto di partenza molto forte, ma anche buffo. Bianca, Laurie, Cyril e io abbiamo sviluppato insieme la storia e la trama del film nel corso di un anno. In seguito, mi sono bastati due mesi per scrivere i dialoghi e all’inizio del 2011 mi sono ritrovato con la sceneggiatura pronta. Tutti ci credevano molto, a cominciare dal mio agente, che si è messo a fare le poste davanti alla sede di Légende Production. Praticamente, era la prima società di produzione a cui l’abbiamo fatta leggere. Qualche settimana più tardi, una domenica mattina, Alain Goldman mi ha chiamato per dirmi che lo trovava un progetto fantastico e che sarebbe stato disposto a produrre il film entro la fine dell’anno! Ed è andata proprio così! Alain ha trovato i finanziamenti e mi ha fornito i mezzi per una ricerca di casting molto meticolosa. Credo di aver incontrato quasi tutte le attrici tra i 60 e gli 80 anni disponibili a Parigi! Sei mesi dopo, abbiamo iniziato le riprese.”
Il film paga un solido tributo alle commedie italiane degli anni ’50 (in primi quelle di De Sica) e alla filmografia basata sulla working class di Ken Loach:
“E’ una cosa che mi ha colpito e mi ha fatto molto piacere, perché la commedia sociale italiana del dopoguerra, di cui Ken Loach in un certo senso è l’erede britannico, era il mio modello. Paulette è una commedia sociale sulla delinquenza nella terza età e su una società che spesso non offre alternative alla miseria per i suoi anziani. Paulette è odiosa e razzista, ma perché è diventata così? Si può venir fuori dalla precarietà e dalla solitudine quando non si lavora più? In che mondo viviamo per arrivare a fregarcene delle nostre radici? E’ un tema poco affrontato al cinema. Paulette non è un film sulla cannabis, ma sulla precarietà e sulla solitudine della terza età. E soprattutto è una commedia!”
Una commedia certo, ma con spunti di riflessione sociali ad ampio raggio, che non riguardano solo la condizione degli anziani (sempre più numerosi) nei contesti metropolitani contemporanei, ma anche il disagio giovanile delle periferie: da Paulette, insomma, non ci si aspetta una semplice commedia.