Stasera in tv: “Per Lucio” su Rai 3
Rai 3 stasera propone “Per Lucio”, il film documentario su Lucio Dalla raccontato da Pietro Marcello, il regista di Martin Eden.
Lucio Dalla arriva su Rai 3 nel Film Evento raccontato da Pietro Marcello, il regista di Martin Eden, tra canzoni e interviste agli amici più intimi.
La trama
“Per Lucio” è un viaggio visivo e sonoro nell’immaginario poetico e irriverente del cantautore bolognese Lucio Dalla, una narrazione inedita del suo mondo condotta attraverso le parole del fidato manager Tobia e dell’amico d’infanzia Stefano Bonaga. Il film unisce biografia e storia, realtà e immaginario, dando vita a un ritratto che attinge dall’infinito bacino dei repertori pubblici e privati, storici e amatoriali, grazie ai materiali d’archivio di Istituto Luce Cinecittà, Fondazione Cineteca di Bologna, Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia, Archivio Audiovisivo del movimento operaio e democratico e Fondazione CSC – Archivio Nazionale Cinema d’Impresa (Ivrea). Tutti elementi che riportano alla luce l’avventura di Dalla e le sue molte vite: il faticoso esordio, l’entusiasmo per la prima ascesa al successo, la fortunata collaborazione con il poeta Roberto Roversi, fino e alla consacrazione come autore colto e popolare. Liriche e musiche dipingono così un’Italia sotterranea e sfumata, immergendo lo spettatore in una libera narrazione del Paese che attraversa tanto il boom economico che i tragici eventi del periodo legato alla fine degli anni’ 70. Pietro Marcello, dopo il pluripremiato Martin Eden, ripercorre così attraverso le vicende dell’artista anche l’Italia degli ultimi e degli emarginati, l’Italia di Lucio Dalla, una figura polimorfa che sfugge a ogni flash, a ogni definizione: istrione, clown, jazzista, viandante, eroe, poeta, cantore, profeta, trasformista, provocatore. Forse non ci sarebbe nemmeno bisogno di raccontare Dalla: l’eccezionalità della sua storia dovrebbe bastare. Eppure, siamo qui ancora a farci questa domanda. Qualcosa manca, qualcosa è sfuggito. Una cosa è certa: Lucio Dalla ha toccato la vita con mani frementi e l’ha guardata con occhi vivi di bambino e abbracciando la sua epoca.
Curiosità
- Scritto da Pietro Marcello e Marcello Anselmo, “Per Lucio” non è solo un film su Lucio Dalla, ma una sinfonia visiva e sonora del mondo immaginato e cantato da Dalla: le piazze, i bar, le puttane, i barboni. E un viaggio tra canzoni capolavoro come Lunedì Film, Il fiume e la cittá, Itaca, È lì, La Canzone di Orlando, L’operaio Gerolamo, La Borsa Valori, Mille Miglia, Intervista con l’avvocato, I muri del ventuno, Quale allegria, Come è profondo il mare, Mambo, Il Parco Della Luna, Balla Balla Ballerino, Futura.
- Il team che ha supportato Pietro Marcello dietro le quinte ha incluso il montatore Fabrizio Federico, il direttore della fotografia Ilyà Sapeha e l’aiuto regista Tiziana Poli. Con correzione colore di Andrea Maguolo, montaggio del suono di Marta Billingsley, montaggio Effetti Sonori di Francesco Albertelli, supervisione Suono e mix Marcos Molina, effetti sonori aggiunti Marco Messina e Danilo Vigorito e consulente musicale John Vignola.
- “Per Lucio” è una produzione IBC Movie con Rai Cinema in collaborazione con Avventurosa con il sostegno della Regione Emilia-Romagna.
Note di regia
Raccontare Lucio Dalla è un desiderio antico, un progetto maturato nel tempo. Già da bambino ascoltavo e riascoltavo le sue canzoni sul giradischi di mio padre. Nacque una grande passione per la sua musica, il suo mondo e le sue parole che hanno abbracciato un’epoca entrando a far parte dell’immaginario pubblico e privato degli italiani, amate dai potenti e dai nullatenenti, dagli uomini e dalle donne. Un amore rinnovato nel corso degli anni che mi ha portato ad incontrarlo personalmente in occasione della presentazione de La bocca del lupo a Bologna. Già prima della sua morte mi ero ripromesso di realizzare un film che, attraverso le sue canzoni e la sua vicenda umana e artistica, raccontasse la storia di Italia. Da questa promessa lungamente custodita nasce Per Lucio. Il mio obiettivo nel realizzare questo film, scritto a quattro mani con Marcello Anselmo, non è stato quello di restituire un ritratto puntuale del cantante e nemmeno di celebrarlo. Ho scelto di rievocare la carriera cangiante, la personalità anarchica e il geniale talento attraverso la voce del suo impresario Tobia e del filosofo Stefano Bonaga, suo amico di infanzia. Persone che l’hanno conosciuto prima di tutto come uomo e poi come artista e che dunque ce ne offrono un ritratto più intimo e quotidiano. Le loro testimonianze si muovono all’interno di uno scenario costituito dalle immagini di archivi pubblici, privati e amatoriali che riportano alla luce l’avventura di Dalla e le sue molte vite: dal faticoso esordio, l’entusiasmo per la prima ascesa al successo, alla fortunata collaborazione con il poeta Roberto Roversi, fino alla fase più matura, avvenuta dopo l’allontanamento da Roversi, nella quale Lucio si consacra come autore colto e popolare. Per dare corpo alla canzone Il parco della luna ho utilizzato anche materiali inediti del mio film La bocca del lupo, seguendo la pratica a me cara del riuso delle immagini. Nella narrazione ho assegnato un ruolo centrale ad alcuni capolavori nati dal sodalizio tra Dalla e Roversi. Ho sempre nutrito una profonda ammirazione per Roversi, intellettuale rigoroso e originalissimo, figura di riferimento imprescindibile nel panorama culturale italiano. L’incontro con Dalla ha offerto al grande poeta bolognese la possibilità di comunicare e portare la propria poesia a un pubblico più ampio e popolare, smarcandosi dalle regole della grande industria culturale. Grazie a Roversi, Dalla scopre una nuova profondità nell’utilizzo della parola, soddisfa il proprio bisogno di stare dentro alle cose della politica e del mondo e canta per la prima volta di emigrazione, di inquinamento, di guerra. Quello che mi ha sempre colpito dei testi e delle musiche di Dalla è la loro forza cinematografica e lo sguardo lucido e ironico sull’Italia che si trasforma; la capacità di anticipare le dinamiche di un paese che diventa moderno attraversando le inevitabili contraddizioni. Una visione artistica che parte dalla consapevolezza dell’esclusione, dall’empatia con coloro che si muovono nel quotidiano e portano avanti la storia senza saperlo. Ed è per questo che per ricostruire, ma anche espandere, l’immaginario sociale e storico della narrazione di Dalla, alle immagini che rievocano la vita del cantante ho innestato materiale di repertorio che ripercorre la storia del Paese dal dopoguerra alla caduta del muro di Berlino. Seguendo il tessuto narrativo delle liriche di Lucio Dalla ho tentato di scoprire e dissotterrare l’Italia controversa, caotica e passionale a cavallo tra la guerra, lasciatasi definitivamente alle spalle un paio di decenni prima, il boom economico e il cambiamento, e il trambusto e vitalità degli anni ‘60 e ‘70. E poi il futuro, la velocità, il cambiamento che si compie nell’ultimo decennio del Secolo Breve. Ho lasciato che riaffiorassero da pellicole dimenticate le storie degli emarginati che tanto stanno a cuore a Dalla, alternate a quelle più leggere e ironiche che tanto bene rispecchiano l’animo profondo del nostro Paese, tra tragico e comico. [Pietro Marcello]
Chi è Pietro Marcello?
Pietro Marcello nasce a Caserta. Studia pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli. In questi anni realizza i suoi primi cortometraggi Carta e Scampia e il radio-documentario Il tempo dei magliari. Nel 2004 realizza il documentario Il Cantiere con cui vince l’XI edizione del “Libero Bizzarri”. L’anno seguente realizza La Baracca. Con Il Passaggio della linea, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia del 2007 – sezione Orizzonti – diviene noto a livello internazionale e ottiene numerosi riconoscimenti. Nel 2009 realizza il lungometraggio La bocca del lupo vincitore della 27° edizione del Torino Film Festival, del Premio Caligari e del Teddy Bear alla Berlinale. Nel 2011 gira Il silenzio di Pelešjan, presentato come evento speciale alla 68esima Mostra del cinema di Venezia. Nel 2015 realizza il film Bella e perduta, presentato al Locarno Film Festival. Il film ha vinto il Bergman Award al Göteborg Film Festival, il Love&Change Competition Award al festival internazionale di Istanbul, il Nastro d’Argento come miglior Docu Film, ed è stato inoltre premiato al festival internazionale di La Roche-Sur-Yon. Nel 2019 realizza il suo primo lungometraggio di finzione Martin Eden, dall’omonimo romanzo di Jack London, Coppa Volpi al Festival di Venezia a Luca Marinelli, Platform Prize Toronto International Film Festival 2019, Golden Giraldillo Seville European Film Festival 2019, 11 candidature ai David di Donatello 2020 e vincitore del David di Donatello 2020 per la migliore sceneggiatura non originale. Martin Eden ha ricevuto le seguenti candidature agli EFA 2020: miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale, miglior attore protagonista.