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Pinuccio Lovero – Yes I Can: Recensione in Anteprima

Il duo composto da Pippo Mezzapesa e Pinuccio Lovero torna in sala con un nuovo obiettivo: guadagnarsi un posto al consiglio comunale. Sempre e comunque a beneficio del cimitero e dei suoi ospiti

pubblicato 24 Aprile 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 02:18

Dopo «aver portato la morte a Venezia» con Sogno di una morte di mezza estate (come titolava un quotidiano ai tempi della partecipazione al Festival), Pippo Mezzapesa torna al suo mattatore, quel Pinuccio Lovero che dopo aver richiesto a gran voce un posto da operatore cimiteriale, adesso punta ancora più in alto: il consiglio comunale.

Mezzapesa cavalca l’onda di un periodo in cui opere documentaristiche si mescolano alla finzione, un fenomeno diffuso ma qui in Italia promosso a gran voce grazie anche e soprattutto alle legittimazioni di Festival come quelli di Venezia e Roma, dove a trionfare furono rispettivamente Sacro GRA e Tir, due film italiani ascrivibili a questo filone. A Roma, nello specifico, c’era pure Lovero con questa sua ultima apparizione, che anche stavolta qualche interesse l’ha destato.

Più che la cronaca, però, è del film che è bene parlare. Un contesto popolato da personaggi prima ancora che da dinamiche, con quell’occhio sempre discreto di Mezzapesa nel cercare di cogliere parole, gesti o semplici riflessi che in qualche modo possano restituirci l’identità di un popolo attraverso i suoi singoli componenti. In tal senso la scelta di soffermarsi su un frammento come le elezioni comunali rappresenta un’intuizione importante, perché poche occasioni come questa possono risultare indicative.

Nondimeno è bene cogliere quanto più possibile gli intenti di Mezzapesa, il quale non è interessato ad una vera e propria indagine psicologica del tipo rappresentato in Pinuccio Lovero – Yes I Can, né in fondo quello di offrire un riscontro etnico. Molto più “banalmente”, il film riporta un’esperienza, volendo a mo’ di diario, circa un periodo specifico della vita di un posto, che è Bitonto e zone limitrofe, nel pugliese. Registro, questo, che nel bene o nel male fa comunque la differenza.

Discernere tali intenzioni risulta essenziale ancor di più a posteriori, quando si potrebbe essere tentati di speculare in maniera scomoda e fuorviante su quanto tale quadro ordinario poteva dire e non ha detto. Invece si ha l’impressione che Mezzapesa abbia detto tutto ciò che doveva dire, o quantomeno tutto ciò che poteva in un lasso di tempo adatto alla fruizione. Un’ora e dieci circa per condensare alcuni piccoli episodi, un reportage sui generis che segue campagna elettorale, votazioni e post-elezioni in maniera libera, scanzonata.

È evidente che il regista ama non solo il suo protagonista, ma un contesto tutto che è quello del tipico paesino del Meridione. Ce lo dicono pochi ma rilevanti indizi, come l’apertura del film sull’impepata di cozze che la compagna di Pinuccio serve a tavola, il racconto delle “conversazioni” tra Pinuccio e San Michele nonché altri eventi per così dire minori, che vanno colti tra le pieghe di una narrazione tenuta in piedi pressoché esclusivamente dal ritratto appena accennato di questi personaggi, che non hanno bisogno di recitare per sembrare autentici.

Non un’operazione inedita, certo, ma pur sempre rischiosa quella operata da Mezzapesa con Pinuccio Lovero – Yes I Can. Propendiamo per il glissare su tutta una serie di considerazioni di circostanza, quale il dare voce a chi voce non ne ha; mostrare le ambizioni dei semplici; oppure puntare sulla presunta serenità di chi vive una vita segnata da ritmi che non sono neanche lontanamente quelli ai quali ci sta un po’ tutti conformando la nostra epoca. Oltre a lasciare il tempo che trovano e puzzare di un modo di fare critica a dire il vero retrò, il rischio reale, e in fin dei conti l’unico degno di nota, è di perdersi strada facendo tutta una serie di elementi per cui i cineasti di solito si dannano l’anima al fine più che legittimo di dare consistenza alla propria opera. Mentre invece il film di Mezzapesa era già lì da chissà quanto, solo che aspettava di essere catturato: bisognava giusto un po’ filtrarlo, ed è esattamente ciò che è stato fatto. Offrendoci così uno spaccato sintetico e sereno, a tratti dolce, su un piccolo mondo.

Voto di Antonio: 6

Pinuccio Lovero – Yes I Can (Italia, 2013) di Pippo Mezzapesa. Con Pinuccio Lovero, Anna Pappapicco e Nichi Vendola. Nelle nostre sale da giovedì 15 maggio.

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