Quando c’era Marnie: Recensione in Anteprima del film Ghibli
Dal regista di Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento, Quando c’era Marnie sbarca nelle sale d’Italia.
Ad un anno di distanza dall’uscita nei cinema di casa, Quando c’era Marnie di Hiromasa Yonebayashi sbarcherà nelle sale italiane solo per 3 giorni, i prossimi 24, 25 e 26 agosto con distribuzione Lucky Red, impreziosendo ancor di più la filmografia di una casa d’animazione, lo studio Ghibli fondato da Hayao Miyazaki e Isao Takahata, che da 30 anni regala meraviglie animate al mondo intero. Adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo inglese di Joan G. Robinson, Quando c’era Marnie non è altro che l’ennesimo capolavoro di una fabbrica dei sogni che anche senza il suo creatore, ufficialmente andato in pensione, continua a sfornare inattaccabili e inarrivabili gioielli.
Regista di Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento, uscito nel 2010, Yonebayashi ha realizzato da solo sceneggiatura e storyboard di quest’opera seconda per 18 lunghi mesi, prima di dare il via alla faticosa produzione del film, in arrivo dopo il meraviglioso e dai più sottovalutato La principessa Splendente. Un lungometraggio ‘storico’, questo realizzato dalla Ghibli, perché per la prima volta con due protagoniste femminili, ovvero l’introversa e mascolina Anna e la bionda e misteriosa Marnie del titolo. Un’opera di fantasmi, quella realizzata da Yonebayashi, di spettri reali e fittizi, tanto del passato quanto del presente, chiamati ad intrecciarsi con la storia personale di questa adolescente combattuta, silenziosa, solitaria ed orfana, anche se poi adottata dall’amorevole ‘zietta’. Una ragazzina ‘abbandonata’ da tutti, o almeno questo è il suo pensiero, che detesta il proprio io, le proprie insicurezze e la propria stessa esistenza. Parlando a noi spettatori direttamente in prima persona, Anna si mostra per quello che è, ovvero una delle tante ragazzine in giro per il Globo che faticano a farsi spazio nella paludosa strada della scuola superiore. Malata di asma, la dolce Anna viene spedita dai genitori adottivi in campagna, lontana dal traffico e dallo smog della grande città. Qui, ad accoglierla con calore, ci sono dei lontani e simpatici parenti, ma soprattutto una fatiscente villa con vista sulla laguna a cui Anna rivolgerà subito particolare attenzione. Perché convinta di averla già vista, in cuor suo, per poi scovare tra le finestra una bionda ragazzina con cui stringere un’accesa amicizia. Marnie è il suo nome. Con lei al suo fianco Anna inizierà a vivere una serie di bizzarre esperienze estive, tra sogno e realtà, fino a quando una notte, in un vecchio granaio abbandonato sulla collina, i ricordi delle due ragazzine si fonderanno, iniziando a pennellare i tratti di un’incredibile verità…
L’ennesima trasformazione di uno studio che non ha mai avuto paura di ‘osare’, sfidando l’immaginario medio dell’animazione internazionale con un prodotto pensato per i più piccoli eppure straordinariamente ‘adulto’. Privo di quelle ‘fantasiose creature’ che hanno reso i film Ghibli a dir poco indimenticabili, Quando c’era Marnie mette da parte la magia ‘visiva’ dei titoli precedenti per parlare direttamente al cuore e all’animo dello spettatore con un’opera che sprizza comunque magia da ogni poro. Anche se contraddistinta da esseri umani, da ragazzine complessate e depresse, da madri adottive che nascondono segreti, da governanti violente nei confronti dei bambini, da spiriti che appaiono e scompaiono a loro piacimento e soprattutto da universi paralleli, onirici che vanno ad incontrare l’amara realtà della vita, spalancando inattese porte. Da sempre tra i libri più amati da Miyazaki, il celebre romanzo di Joan G. Robinson ha qui preso vita in modo sontuoso, svelandosi lentamente in tutta la sua commovente eleganza. Persino i personaggi secondari che vanno ad incrociare le due assolute protagoniste sono dannatamente perfetti, con un’adorabile bimbetta e un taciturno anziano dall’aspetto inquietante ma dal cuore gentile in grado di strappare sorrisi e fascino. Chi è Marnie, perché solo Anna riesce a vederla, come mai i ricordi di entrambe sembrano rincorrersi. Domande che si sommano minuto dopo minuto, tra incalzanti e improvvisi cambi di scena che continueranno con arguzia ad alimentare dubbi e curiosità, fino al devastante finale che Yonebayashi ha saputo pennellare con sublime maestria.
Un ‘coming-of-age animato’, quello realizzato dallo studio Ghibli, nell’anno in cui la Pixar è tornata a sfornare capolavori entrando nella testa delle persone con Inside Out. Nel caso di Quando c’era Marnie, invece, sono i tumultuosi sentimenti di Anna a parlarci, a chiedere aiuto in modo quasi disperato, tanto dall’aggrapparsi a quella che sembrerebbe essere un’apparente ‘fantasia d’infanzia’, cavalcata consapevolmente per rimanere a galla e non affondare. Tra lune piene e ipnotici tramonti sulla laguna, Yonebayashi disegna con poetica disinvoltura i lineamenti di un’amicizia al femminile quasi a tinte glbtq, perché in grado di sfociare nell’amore puro e dichiarato, per poi virare con spaventosa forza verso una risolutiva, spiazzante e impeccabile conclusione. Una storia intima e profonda, d’amore materno e di amicizia, proiettata sul volto visibilmente infelice di una 12enne alla disperata ricerca di taciute risposte, pronte ad esplodere al termine di un’indimenticabile estate. Trainato per la prima volta da una canzone originale in lingua inglese, “Fine on the Outside” di Priscilla Ahn, Quando c’era Marnie dimostra ancora una volta, casomai ce ne fosse il bisogno, che lo studio Ghibli è in grado di sopravvivere anche senza le ingombranti e insostituibili figure di Hayao Miyazaki e Isao Takahata, perché ormai profondamente segnato da un’inconfondibile ‘stile’ che con il passare degli anni si è fatto puro e semplice DNA animato.
[rating title=” Voto di Federico” value=”9″ layout=”left”]
Quando c’era Marnie (Omoide no Marnie, Giappone, 2014, animazione) di Hiromasa Yonebayashi; con Sara Takatsuki, Kasumi Arimura, Nanako Matsushima, Susumu Terajima, Toshie Negishi, Ryôko Moriyama, Kazuko Yoshiyuki, Hitomi Kuroki, Hiroyuki Morisaki, Yo Oizumi, Takuma Otoo, Shigeyuki Totsugi, Ken Yasuda – uscita lunedì 24 agosto 2015.