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Queen Rock Montreal – Recensione in Anteprima

Queen Rock Montreal in sala solo il 16, 17 E 18 marzo 2015

pubblicato 20 Febbraio 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 17:58

Tornati a cantare in Italia con Adam Lambert al posto dell’indimenticabile e insostituibile Freddie Mercury, i Queen saranno a breve ancora una volta in sala grazie a Queen Rock Montreal, film concerto che proverà a replicare il boom del 2012 con Hungarian Rhapsody – Queen Live in Budapest, visto da oltre 80.000 spettatori. Queen Rock Montreal il titolo di questo concerto mai visto prima, registrato nel 1981 e di fatto storico per il tipo di riprese effettuate all’epoca. Registrato al Forum di Montreal il 24 novembre del 1981, fu infatti il primo concerto a essere interamente ripreso nel formato cinematografo 35mm. Qui rimasterizzato e restaurato in Ultra HD con tanto di surround sound, Queen Rock Montreal ha letteralmente riportato in vita l’incancellabile ricordo di quel mito che è stato Freddie Mercury.

Diretto da Saul Swimmer e con più camere a bordo palco per riprendere i momenti più salienti dei 95 minuti di concerto, Queen Rock Montreal ‘soffre’ di tutti quei limiti strutturali che vanno addebitati alle mancanze tecniche e scenografiche dell’epoca. Perché i Queen del 1981 erano essenzialmente voce, anima, musica, luci e passione. Scenografie di fatto inesistenti, una pedana a scale con sopra la batteria di Roger Taylor, Brian May e il bassista John Deacon ai lati e lui, Freddie, libero di spaziare, di ballare, di possedere il microfono, di spogliarsi, di suonare il piano, di infiammare il pubblico, di tramutarsi in animale da palcoscenico, ancora oggi ineguagliato.

17 brani in 95 minuti. 17 canzoni per celebrare una discografia che all’epoca aveva visto i Queen già all’attivo con nove dischi, compreso l’epocale A Night at the Opera. Swimmer, aiutato dalle caldi e meravigliose luci di Richard E. Brooks, riprese quell’impeccabile concerto soffermandosi in particolar modo sul volto di Mercury, ‘Regina’ entrata in scena con jeans bianco a vita alta, t-shirt di Superman e giacchino di pelle per poi finire il tutto un’ora e mezzo dopo scalzo, sudato e con indosso solo un paio di shorts attillatissimi. E nient’altro. Nel mezzo un viaggio musicale partito con We Will Rock You nella sua versione più lenta e poi proseguito con Let Me Entertain You, Play The Game e Somebody To Love. Qui, seduto ad un pianoforte ricoperto di bicchieroni di birra da mandar giù tra un pezzo e l’altro, Freddie non è altro che l’incarnazione della maschera del talento più puro. Swimmer si concentra sui suoi lineamenti, sui dentoni sporgenti, sugli iconici baffi, su quell’ugola che vola verso vette inimmaginabili. La camera sembra ‘riempire’ il palco, diventando a tratti l’ombra di Mercury, che leggenda narra litigò con il regista proprio per questa sua inattesa e a quanto pare ‘fastidiosa’ invadenza. Ma è lo spettatore a guadagnarci. Se il montaggio di Greg Sheldon è tutt’altro che serrato, sono le colorate luci che avvolgono i quattro a fare la differenza. Perché visibilmente cinematografiche nel loro incrociare con fascino e capacità il fumo di scena, mentre Freddie porta avanti il suo personale show insieme alla magica chitarra di Brian e alla strepitosa forza di Taylor alla batteria.

Scarsa l’attenzione rivolta al pubblico, anche perché a lungo stranamente ‘trattenuto’ (ma era pur sempre Montreal), così come passa quasi inosservato il povero John Deacon, di fatto ‘lasciato perdere’ persino dinanzi alla ‘sua’ Another One Bites The Dust. Una scelta curiosa perché Deacon, nella vita privata timido e schivo, sembrava quasi trasformarsi durante i concerti, facendo spesso sua la scena. Ad incidere sulla sua quasi ‘scomparsa’ da questo live video, probabilmente, il precoce ritiro nella metà degli anni ’90, tant’è che John non ha preso parte all’ultimo tour dei Queen con Adam Lambert. Una sorta di punizione produttiva in fase di montaggio. Tutt’altra attenzione è stata rivolta a May e Taylor, con tanto di meraviglioso assolo ciascuno, per poi far esplodere Freddie Mercury in tutta la sua teatralità. Un mostro di prima grandezza capace di far tremare il palco rimanendo semplicemente a gambe divaricate, e con quella mezz’asta del microfono in grado di tramutarsi in prolungamento fallico. Una bomba di sensualità.

Senza un attimo di tregua e alcun frammento da ‘dietro le quinte’, perché a comparire sul grande schermo non è altro che il concerto nudo e crudo, Queen Rock Montreal prosegue poi sulle note di Killer Queen, I’m In Love With My Car, Save Me e di una struggente versione acustica di Love of My Life, con un May paradisiaco. Memorabile Under Pressure, anche perché per la prima volta eseguita dal vivo, Keep Yourself Alive, Crazy Little Thing Called Love, Jailhouse Rock e apoteosi con Bohemian Rhapsody. Qui, tra giochi di luce, esplosioni, fumo e i virtuosismi della band, i Queen sfiorano il cielo della perfezione con un dito, per poi chiudere in bellezza grazie a Tie Your Mother Down, alla versione ‘da stadio’ di We Will Rock You e ad un accenno di We Are The Champions. Immancabili le note conclusive di God Save The Queen, per un evento musicale pensato e realizzato per i fan del gruppo. Inutile negarlo. Chi ama Freddie Mercury, Brian May, John Deacon e Roger Taylor non potrà che emozionarsi nel rivederli al buio di una sala, in forma smagliante se non perfetta, per ricantare alcuni dei brani più celebri e riviverli attraverso la voce di colui che rese la band inglese una leggenda. Per tutti gli altri, a causa della ‘staticità’ visiva del prodotto, registrato 34 anni fa, uscito in DVD nel 2007, qui rimasterizzato e restaurato in Ultra HD e limitato da una serie di mancanze anche banalmente scenografiche, si consiglia sinceramente altro. A meno che non si voglia entrare in un fantastico mondo rock ‘sconosciuto’ e/o fino ad oggi poco apprezzato, qui rappresentato ai suoi massimi splendori.

Voto di Federico: 7

Queen Rock Montreal (Documentario, Concerto, film 2015) di Saul Swimmer; con Freddie Mercury, Brian May, John Deacon e Roger Taylor – al cinema solo il 16, 17 E 18 marzo 2015.