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Quello che so sull’amore: le recensioni dagli Usa e dall’Italia

Il nuovo film di Gabriele Muccino non conquista.

di carla
pubblicato 12 Gennaio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 18:47

4%. E’ questa la percentuale di gradimento, mentre scrivo, apparsa su RottenTomatoes per il nuovo film di Gabriele Muccino, Playing for Keeps (diventato in Italia poi Quello che so sull’amore). Come leggerete qui sotto le recensioni non sono propriamente positive ed il regista è molto arrabbiato tanto che proprio qualche giorno fa abbiamo pubblicato le sue dichiarazioni di difesa del film. Anche la nostra recensione non è positiva (il voto 3 vi dice niente?) ma volevamo comunque farvi leggere altre opinioni. Dopo quelle straniere trovate anche i commenti dei critici italiani. E vi ricordo che Muccino è stato anche intervistato dal nostro Antonello Piroso (video).

    Richard Roeper – Richard Roeper.com: Superficiale. Stonato. Prevedibile. Imbarazzante.

    Darren Franich – Entertainment Weekly: Il film si svolge in un universo incoerente, muovendosi senza sosta tra farsa e dramma familiare sdolcinato.

    Ed Whitfield – The Ooh Tray: Il film pone domande difficili ma non fornisce risposte soddisfacenti.

    Derek Malcolm – This is London: La commedia ha i suoi momenti, ma sono pochi, ed ha anche un potente cast, che comprende anche Judy Greer e Dennis Quaid, ma con prestazioni per lo più di bassa potenza.

    Graham Young – Birmingham Post: Anche un attore capace, come Dennis Quaid, non è in grado di guadare per salvare il film.

    Stefan Pape – HeyUGuys: Cerchiamo di incrociare le dita e sperare che Playing for Keeps non sia un’indicazione di come sarà il resto del cinema del 2013.

    Bob Grimm – Reno News and Review: Spazzatura.

    Todd Jorgenson – Rotten Tomatoes: …una tiepida commedia che cerca invano di forzare insieme elementi del melodramma domestico e della farsa romantica.

    Kelly Vance – East Bay Express: Non è così male come sembra.

    Anna Smith – Time Out: Tutte le persone coinvolte meritavano uno script con più spirito e originalità.

    Jennifer Tate – ViewLondon: Ha ben poco da offrire in termini di risate e momenti toccanti.

    Jolene Mendez – Entertainment Spectrum: Purtroppo per Butler è un’altra commedia romantica che manca il bersaglio.

    Leonard Maltin – Leonard Maltin: Non sarà da Oscar, né potrà segnare punti per l’originalità, ma è abbastanza per il suo pubblico di riferimento.

    Brian Orndorf – Blu-ray.com: A questo punto sono sicuro: Gerard Butler sceglie le sue sceneggiature bendato.

    Peter Sobczynski – eFilmCritic.com: Uno spreco irragionevole di tempo e di talento.

    Kirk Honeycutt – honeycuttshollywood.com: Come si fa a mettere insieme in una commedia Gerard Butler, Jessica Biel, Uma Thurman, Catherine Zeta-Jones, Dennis Quaid e Judy Greer e ottenere questo vuoto?

    Carrie Rickey – Philadelphia Inquirer: Se Gerard Butler trasuda un fascino sbarazzino e Jessica Biel è affascinante, allora perché Playing for Keeps è così totalmente privo di fascino?

    Manohla Dargis – New York Times: Niente è particolarmente credibile o accattivante.

    Claudia Puig – USA Today: Playing for Keeps è un film usa e getta, se mai ve ne furono.

    Norman Wilner – NOW Toronto: Muccino semplicemente non sa come risolvere lo script o gestire i suoi attori.

    Bill Goodykoontz – Arizona Republic: Non solo non è divertente e non particolarmente romantico, ma tratta le donne come degli idioti.

    Chris Hewitt (St. Paul) – St. Paul Pioneer Press: Artificioso e falso dall’inizio alla fine.

    Rafer Guzman – Newsday: Per quanto riguarda Butler, beh, è ​​difficile dire esattamente quello che sta facendo.

    Emanuel Levy – EmanuelLevy.Com: Questa commedia è uno dei film più stupidi dell’anno.

    Roger Moore – McClatchy-Tribune News Service: Gerard Butler, cosa è andato storto?

    Christy Lemire – Associated Press: E’ veramente sconcertante che tutti gli attori di talento hanno deciso di dedicare il loro tempo a questo film.

    Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: Lo spunto non è dei più originali, d’accordo, ma il vero problema è che la storiellina è sviluppata in maniera inerte e che i personaggi di contorno, pur affidati ad attori di nomi quali Thurman, Quaid e Zeta-Jones, non hanno un minimo di consistenza. (..) E’ indiscutibile che la regia è uno dei valori sicuri del film: fluida, con i ritmi giusti e la capacità di tirar fuori un inatteso potenziale di interprete dell’accattivante Butler, l’eroe di 300. Muccino può benissimo rimanere a Hollywood, deve solo scegliere meglio il prossimo copione e ricordare che si possono accettare le regole del cinema di genere e diventare Spielberg.

    Paolo D’Agostini – la Repubblica: Che cosa è quella scia di dolore, quella piega amara che percorre il nuovo film di Gabriele Muccino Quello che so sull’amore? In vistoso contrasto con l’anonima convenzionalità del suo impianto? È ciò che, malgrado il risultato mediocre, lo salva; e che a dispetto del diluvio di critiche negative americane, ci fa ripetere che questo nostro regista merita rispetto. A riscattare l’esito non brillante è proprio l’inclinazione un po’ egocentrica di Gabriele che dall’esperienza americana si è sentito tradito reagendo forse con un eccesso di manie persecutorie. La densità di questa storia dimenticabile e approssimativa e approssimativamente recitata di un campione sportivo bellimbusto che si fa largo tra tentazioni femminili e prove che lo chiamano a dimostrare di non essere un incorreggibile immaturo, assorbe con una certa faccia tosta – quella del miglior Muccino, il più audace e spericolato – un sentimento di rispecchiamento autobiografico. Unico ingrediente forte e autentico del film. Un sincero augurio a Gabriele: che da cervello in fuga torni ad essere una nostra risorsa.

    Massimo Bertarelli – il Giornale: Terrificante commedia rosa (pallido) made in Usa dal recidivo Gabriele Muccino.(..) Sportivamente c’è davvero da scompisciarsi: il sottotitolo giusto sarebbe “e non so sul calcio”.

    Maurizio Porro – Il corriere della sera: (..) Panorama di belle mogli, un Quaid intrallazzone e l’avanti indietro affettivo classico con la famiglia in attesa col pallone in giardino. Fa il verso alle commedie americane, ma a vuoto.