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Quentin Tarantino tra miti e muse, passioni e rinunce, amori, donne ed erotismo

Quentin Tarantino svela le sue passioni più private, miti e muse, amori, donne ed erotismo, anteprima dell’intervista intervista rilasciata a MAX

di cuttv
pubblicato 5 Febbraio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 17:52

Se non si trattasse di Quentin Tarantino, con quella faccia che ha già dimostrato di saper tirare fuori il peggio della natura umana, insieme al bello della settima arte, imbracciando anche le colt nel far west, non troverei tanto minaccioso un uomo che impugna una banana come un revolver, anche se la pop-art di Andy Warhol ha già spalancato frontiere.

Sulla cresta dell’onda e della polemica con Django Unchained, che continua ad incassare al botteghino, 3.454.936 euro in 4 giorni di programmazione nei cinema nostrani, aspettando la Notte degli Oscar del 24 febbraio e l’esito delle 5 nomination assegnate al miglior film, sceneggiatura originale, attore non protagonista a Christoph Waltz, fotografia e montaggio sonoro, Tarantino infatti inganna l’attesa lasciando chiacchierare il Quentin più privato di miti e muse, passioni e rinunce, e soprattutto di amori, donne ed erotismo, diciamo pure feticismo, tutto da leggere nell’intervista sul numero di MAX disponibile dal 7 febbraio in edicola, su iPad e online su max.gazzetta.it, subito con un assaggio in anteprima.

«Al mio patrigno devo il gusto per l’oziare davanti alla tv. Farsi di birra alle 11 del mattino mentre guardi Hitchcock non ha prezzo. Così mi sono innamorato del cinema! Il mio vero padre si chiama Anthony Tarantino, era attore, regista, pilota, schermidore, ballerino, cintura nera di karate, musicista… Capito perché mia madre ha divorziato da lui?! Non lo vedevamo mai».

«A 19 anni lavoravo in un videostore di Manhattan Beach a Los Angeles e la sera mi facevo 40 km in autobus pur di andare a scuola di recitazione […] Nel mio curriculum mi sono inventato ruoli in King Lear di Godard (tanto a Hollywood nessuno lo conosceva) e Zombie di Romero perché assomigliavo a uno dei motociclisti».

Le donne: «Ho un debole per chi mi fa ridere e per chi conosce tante lingue. Per Mira Sorvino e Julie Dreyfus è stato amore a prima vista!».

L’erotismo: «Vedere una donna fumare è un godimento: i gesti, la bocca, la posizione e la direzione del fumo… Molto sensuale. Tutti poi sanno che adoro i piedi: la pianta e le dita (soprattutto i mignoli) mi fanno impazzire. Vado pazzo per quelli di Mira Sorvino».

Gli amori cinematografici: «Goldie Hawn è stata la vittima della mia prima cotta. Pensando ai miei film, dico Uma Thurman, Rosario Dawson, Bridget Fonda e Diane Kruger».

Il collezionista: «Ho 40mila dvd e 5mila dischi. In gran parte colonne sonore, che raccolgo da quando ero bambino. Sono catalogati dalla A alla Z e in categorie, come Spaghetti Western, Polizieschi, Blaxploitation, film epici, musica anni Sessanta e Settanta. Raccolgo anche scatole di cereali dai Fifties ai Seventies, da bambino non mangiavo altro».

Cartoni & Fumetti: «Il più odiato è Scooby Doo. Il mio preferito H.R. Pufnstuf […] Ho fumetti rarissimi, quelli migliori sono di Shang-Chi e Master of Kung-Fu, oppure del mio idolo, Luke Cage, il primo super-hero di colore!».

I film del cuore: «Fight Club, Shaun of the Dead, Team America, Unbreakable, Boogie Nights e Dogville [ …] Tra gli italiani, Profondo Rosso di Dario Argento e Paura nella città dei morti viventi di Lucio Fulci».

Rinunce: «Ho rifiutato di dirigere Speed e Men In Black. Per fortuna ho trovato lo stesso soldi e distribuzione per fare Pulp Fiction».

I miti: «Robert Mitchum e Steve McQueen, “The Man” per eccellenza; Hitchcock per l’intelligenza, Gregory Peck per quanto era sofisticato. Tra i contemporanei, Tim Roth, Travolta, Sam Jackson, Brad Pitt. Uma Thurman è la mia musa. Lamberto Bava, Sergio Leone, Rohmer, Richard Linklater, Paul Thomas Anderson e Howard Hawks i miei registi preferiti».