Quo Vadis, Aida? – trailer italiano, curiosità e anticipazioni sul film di Jasmila Zbanic
Il 30 settembre approderà ne cinema italiani con Lucky Red e Academy Two “Quo Vadis, Aida?”, il nuovo film della regista Jasmila Žbanić.
Il 30 settembre approderà ne cinema italiani con Lucky Red e Academy Two Quo Vadis, Aida?, il nuovo lavoro di Jasmila Žbanić transitato in Concorso a Venezia 77. La regista di Sarajevo, già Orso d’Oro a Berlino nel 2006 con l’esordio Il segreto di Esma, ricostruisce i tragici eventi di Srebrenica del 1995, in cui oltre 8000 bosniaci musulmani furono trucidati dalle truppe serbe del generale Mladic. Il racconto di una tragedia collettiva attraverso la storia di una donna che tenta il tutto e per tutto per salvare la sua famiglia.
Trama e cast
La trama ufficiale: Bosnia, luglio 1995. Aida è un’interprete che lavora con l’Organizzazione delle Nazioni Unite nella cittadina di Srebrenica. Quando l’esercito serbo occupa la città, la sua famiglia è tra le migliaia di cittadini che cercano rifugio nell’accampamento delle Nazioni Unite. Come persona informata sulle trattative, Aida ha accesso a informazioni cruciali per le quali è richiesto il suo ruolo di interprete. Cosa si profila all’orizzonte per la sua famiglia e la sua gente? La salvezza o la morte? Quali passi dovrà intraprendere?
Il cast del film include Jasna Đuričić, Izudin Bajrović, Boris Ler, Dino Ajrović, Boris Isaković
Quo Vadis, Aida? trailer
Trailer italiano pubblicato il 3 settembre 2021
Curiosità
- Jasmila Žbanić (Sarajevo, 19 dicembre 1974) è una regista, sceneggiatrice e produttrice cinematografica bosniaca. Nel 2006 ha vinto l’Orso d’oro al Festival di Berlino per il suo film d’esordio, Il segreto di Esma, pellicola candidato anch ecome miglior film europeo e miglior attrice europea agli European Film Awards. Il suo film del 2010, Il sentiero, che esplora la relazione di una giovane coppia di Sarajevo, ha concorso per l’Orso d’oro a Berlino. Nel 2020 concorre per il Leone d’oro alla 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia con Quo vadis, Aida?. Akltri crediti di includono regie dei drammi Il sentiero (2010) e For Those Who Can Tell No Tales (2013) e la commedia romantica Love Island (2014).
- Jasmila Zbanic dirige Quo Vadis, Aida? da una sua sceneggiatura basata sul libro “Under the UN Flag” di Hasan Nuhanovic.
- Le musiche originali del film sono del compositore Antoni Lazarkiewicz (L’ombra di Stalin, Il disertore, Charlatan – Il potere dell’erborista).
- La colonna sonora include i brani “Dajte Vina, Hocu Lom” e “Zivis u Oblacima” di Izvodaci.
Note di regia
Questo film parla di una donna alle prese con un gioco di guerra tra uomini. Parla di coraggio, amore e resilienza – e anche di quanto può accadere se non riusciamo a reagire tempestivamente ai primi segnali di pericolo. Sono una sopravvissuta della guerra in Bosnia. Un giorno hai tutto, il giorno dopo la maggior parte delle cose che conoscevi non esiste più. Solo perché riteniamo che alcune cose siano inimmaginabili, non significa che non possano accadere. [Jasmila Žbanić]
Intervista alla regista
La regista Jasmila Žbanić parla della drammatica storia al centro della trama e che cosa ha significato la sua vita.
A quell’epoca leggevo molto, spesso di donne che raccontavano le storie dei figli, mariti, fratelli, padri che furono abbandonati dall’ONU e catturati dall’esercito serbo-bosniaco. Queste storie, che leggevo pubblicate tutti i giorni, ebbero un profondo impatto emotivo su di me. Oggi, 25 anni dopo, ci sono ancora 1700 persone disperse. La storia di Srebrenica è un dramma che mi ha assorbito completamente nel mio ruolo di regista. L’esecuzione sistematica degli oltre 8000 residenti della città di Srebrenica, nella Bosnia orientale, al termine della guerra di Bosnia (1992-95) ha rappresentato un grave trauma per tutti i bosniaci. Durante la guerra, Srebrenica fu dichiarata dall’ONU zona sicura per civili e residenti. Ma quando le forze serbo-bosniache invasero la città nel luglio del 1995, le truppe ONU che erano militarmente inferiori, chiesero aiuto all’ONU a New York. Ma la richiesta fu ignorata e insieme ad essa anche la popolazione. Srebrenica si trova a solo 40 minuti di aereo da Vienna, a meno di due ore da Berlino, e fa paura pensare che un tale orribile genocidio sia potuto accadere davanti agli occhi degli europei, proprio coloro che avevano ripetuto mille volte “non succederà più”. Il senso di sicurezza e la fiducia in istituzioni come l’ONU andarono perduti in un attimo, migliaia di persone morirono… e molte di più rimasero a piangerle. Personalmente, sento Srebrenica molto vicina perché sono sopravvissuta alla guerra a Sarajevo, anch’essa caduta sotto assedio, e avremmo potuto facilmente essere eliminati come gli abitanti di Srebrenica. Ho sempre pensato che qualcuno avrebbe dovuto fare un film su ciò che era accaduto, ma non ho mai pensato che quel qualcuno potessi essere io. Eppure quella storia mi ha sempre ossessionato. Ho letto tutto quello che ho potuto su Srebrenica e solo dopo aver realizzato quattro lungometraggi mi sono sentita finalmente pronta ad affrontare questo film, consapevole che avrei incontrato molti ostacoli.
La regista parla del personaggio di Aida e del cast eccezionale assemblato per il film.
Il personaggio di Aida è diviso a metà fra due mondi: lei è bosniaca, la sua famiglia si trova nella stessa situazione di trentamila altri residenti di Srebrenica ma allo stesso tempo lavora per l’ONU e questo rende ambigua la sua posizione. Aida ha fiducia nell’ONU. Crede che una base dell’ONU sia il posto più sicuro per la sua famiglia e sente di avere determinati privilegi perché lavora per questa organizzazione. Il film racconta il suo viaggio nel momento in cui tutto va irrimediabilmente male…Tutti gli attori sono vere e proprie gemme per me: Izudin Bajrović (Nihad), Dino Bajrović (Sejo, che è anche il vero figlio di Izudin) e Boris Ler (Hamdija). Izudin porta nel film l’energia di un bosniaco che è al tempo stesso ingenuo, intelligente e dal buon cuore, ma che fa parecchi errori. Emir Hadžihafizbegović (Premio Speciale Orizzonti per Miglior Attore a Venezia nel ’71), quando stavamo girando la scena in cui lui, un soldato serbo, entra nella base piena di rifugiati, la sua interpretazione è stata così realistica che due donne, tra le comparse, sono svenute. Queste donne erano bambine durante la guerra di Bosnia e la sua interpretazione ha fatto riemergere nella loro memoria dei ricordi traumatizzanti. Interpretare questi ruoli è stata un’esperienza molto forte emotivamente, per Emir e per tutti gli attori. Anche lavorare con gli attori olandesi è stato incredibile, specialmente con Raymond Thierry che ha dato vita a un’interpretazione di Franken molto personale: permette al pubblico di condividere le motivazioni del suo personaggio fino a un certo punto ma il momento successivo lo spiazza perché il personaggio non fai mai quello che ti aspetti da lui. Voglio menzionare anche Johan Heldenbergh, l’attore belga che interpreta Karremans e che è riuscito a dare vita a tante diverse sfumature del suo complicato personaggio. Per quanto riguarda Mladić la domanda principale era come doveva essere reso visto che è ancora in vita. Tutti sanno che aspetto ha Mladić. Invece non sono in molti a sapere che aspetto ha Karremans. Abbiamo esplorato svariate possibilità: non mostrarlo, o magari filmarlo solo di spalle. Ma non volevamo renderlo una figura misteriosa. È un uomo sì, è stato un criminale di guerra ma non una figura mitica, è un essere umano in carne ed ossa. Ci siamo domandati quale attore potesse trasmettere la sua energia, chi potesse incarnare la sua personalità. E abbiamo scelto lo straordinario Boris Isaković. Questo attore ha un incredibile spettro interpretativo e un’impressionante energia. Sono disponibili parecchi filmati di repertorio di Mladić ma per interpretare questo ruolo Boris ha trovato un approccio originale e potente che rende così vera questa storia.
Foto e poster