Quo Vado? – Gabriele Muccino fan di Checco Zalone: ‘abbiamo tutti bisogno di film come i tuoi’
Gabriele Muccino all’attacco dell’imbarbarimento italico e in difesa di Checco Zalone.
Tornato su Facebook dopo il rovente ‘caso Pier Paolo Pasolini’, Gabriele, attualmente ancora in attesa di una distribuzione americana del suo Padri e figlie, ha così provato a zittire gli immancabili criticoni pronti a scatenarsi contro la comicità di Checco. Da lui inaspettatamente difesa.
[quote layout=”big”]’Sento già ingrossarsi il consueto coro di coloro che si ritengono oltraggiati, increduli o basiti (?!!) dal fatto che il nuovo film di Checco Zalone raggiunga ancora record mai superati da nessuno nella storia del cinema italiano.
Beh, mettetevi l’anima in pace perché da come il film è partito, è fortemente plausibile che supererà il record del precedente. Non scandalizzatevi dunque, non stracciatevi le vesti. Non giudicate sommariamente il suo successo perché dietro ad un successo, qualunque successo, c’è sempre un motivo (incoraggiante o deprimente, a secondo del vostro gusto, d’accordo) ma non va mai sottovalutato né accantonato dando la colpa agli spettatori che “non capiscono un cazzo”, come ho già letto più volte. Anzi, io credo che gli spettatori ci vedano benissimo! Qui si tratta di numeri immensi paragonabili ad un Blockbuster americano in uscita sul proprio territorio, in una nazione di 300 milioni di persone. Dunque perché Checco Zalone fa questi numeri sconvolgenti?’.[/quote]
Ed è a questa domanda che Muccino, per anni distribuito da Medusa, ha risposto con critica veemenza verso il Paese tutto.
[quote layout=”big”]’Perché evidentemente gli spettatori riconoscono in Checco quella faccia pulita, quella sua (reale) onestà (che anch’io ho percepito quando l’ho incontrato) e che passa attraverso quello che fa e che era nel DNA degli italiani fino al totale lavaggio del cervello fatto a colpi di diseducazione civica, leggi ad personam, menzogne ripetute infinite volte fino a farle divenire verità, annientamento del senso di una morale invalicabile, monopolio della disinformazione, annientamento della cultura e della dialettica ecc ecc, in cui Berlusconi ha avuto un ruolo enorme nei suoi 20 e più anni di legislatura (ma soprattutto di regime mediatico). Oggi gli italiani (ulteriormente assordati da populismi facili e di piazza), sembrano aver perso del tutto la rotta. La bussola è impazzita. Non segna il nord. Non segna più nulla. Nel 2005 quando andai a Los Angeles a realizzare il mio primo film americano non era ancora così evidente questo decadimento diffuso. Oggi gli italiani sono arrabbiati, si sono ritrovati più poveri e depauperati anche del diritto alla speranza e ad un futuro migliore avendo creduto ottusamente e per decenni a sorrisi di porcellana e ad una realtà da avanspettacolo. Gli italiani oggi sono polemici, litigiosi, sordi alla dialettica, offensivi (a volte senza nemmeno la consapevolezza di esserlo) ma soprattuto non conoscono affatto la grande arte dell’ascoltare, del confronto, dello scambio di riflessioni che era ed è sempre stato patrimonio dei nostri padri e dei padri dei loro padri. In soli dieci anni l’italia è diventata irriconoscibile, (almeno ai miei occhi). Fa male ritrovarla così, talmente male da non far venir voglia di andarsene ma di far qualcosa per aiutarla. Ma da dove iniziare mai?’.[/quote]
Parole dure, durissime quelle rivolte all’Italia da Gabriele, che torna poi al cinema di Checco Zalone, a suo dire semplice ma onesto, travolgente e gentile.
[quote layout=”big”]’Checco Zalone, dopo i film di Troisi che ricordiamo ancora con grande nostalgia, ha riportato la propria onestà, la propria educazione, la propria semplicità e gentilezza, anche, il suo sapersi raccontare senza mai accostarsi al becerume che agli italiani ha fatto ridere al cinema per troppo a lungo senza mai accostare ad esso quello sguardo amaro, introspettivo e quindi malinconico sulle proprie pochezze umane che fece grandi le commedie italiane fino agli anni ’70. I film di Checco Zalone, semplici, ben scritti, ben raccontati, interpretati senza volgarità e rivolti ad un pubblico, che forse, vuole, sacrosantamente sentirsi ripulito, lavato della sporcizia verbale, morale, politica che questo Paese soffre grandemente da troppo tempo, incontrano qualcosa di assai più grande dei suoi film stessi. Incontrano la voglia, la disperata urgenza da parte degli spettatori, di tornare ad essere parte di un Paese normale, che si vuole bene e che vuole migliorarsi. Insieme. Niente di più semplice. Auguri Checco. Negli Stati Uniti, in quella che genericamente chiamiamo Hollywood, così come in Francia, quelli che fanno un cinema come il tuo, permettono di tenere vive le sale, di produrre ottimismo, leggerezza edificante e far osare altri produttori nel finanziare progetti meno spremuti come lo sono oggi in italia le commedie in genere e quindi di offrire un’opportunità di esordio e crescita a quelli che diventeranno forse gli Elio Petri, gli Ettore Scola, i Sergio Leone di domani. Abbiamo tutti bisogno di film come i tuoi. Ricordiamolo. E festeggiamo!’.
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