Rai nuovo “dominus” del Cinema italiano. Suo malgrado?
L’azienda televisiva di Stato “costretta” da un decreto a favorire i film italiani. Su quasi 4 mila film trasmessi in Tv ogni anno, solo il 36% sono italiani. Ma gli ascolti calano…
Non molto tempo fa vi avevamo presentato un sommario quadro sulla situazione del cinema in tv: i principali network prediligono i titoli stranieri, statunitensi in primis, mentre i film italiani vengono trasmessi sempre meno sul piccolo schermo. Di chi è la colpa (se di colpa si può parlare)? Di nessuno. Le televisioni sono aziende e adattano i palinsesti agli ascolti del pubblico, che evidentemente premia i prodotti hollywoodiani.
Ora, tramire un nuovo decreto dei Ministeri dello Sviluppo e dei Beni Culturali, vengono introdotte le cosiddette “quote”, obbligando i network a dedicare una percentuale dei loro palinsesti alle opere italiane. Protezionismo mediatico? Può essere e detta così sembrerebbe un abominio, una mossa controcorrente rispetto a un mondo sempre più, almeno cinematograficamente, aperto e multiculturale. Le reti generaliste (quindi sono esclusi tutti i canali tematici, di ogni tipo) che trasmettono in Italia dovranno dedicare perlomeno l’1% del palinsesto al cinema italiano: per Rai la soglia minima è fissata all’1,3% e al 4% per i canali di cinema (contro il 3% stabilito per le altre reti).
Perché tutto ciò? Per i diritti, ovvio. Lo Stato in questo modo, obbliga i network ad acquistare almeno una quota minima di titoli italiani e i proventi verranno investiti in nuove produzioni, entrando quindi con quote di proprietà nelle nuove produzioni. Tradotto in soldoni per Mamma Rai si tratterà di un investimento di circa 80 milioni di euro all’anno e dovrà programmare circa 120 film italiani all’anno, prodotti negli ultimi 5 anni. Ma potendo mandarli in onda da 2 anni dopo l’uscita nelle sale i diritti diminuiscono a soli 3 anni. Un contratto capestro? Difficile esprimere giudizi: ma è bene considerare che Mediaset, primo competitor di Rai, da almeno 6 anni trasmette regolarmente almeno più del doppio dei film italiani dell’azienda di Stato. Quali siano i titoli, per quale merito e in che fasce orarie vengano trasmessi non è stato reso noto, ma i numeri sono questi: nel 2012 dei 3967 film programmati in Tv, il 50% sono statunitensi, il 36% (co-produzioni incluse) italiani, il resto europeo e extra. Ma nella guerra degli ascolti USA batte nettamente Italia. Trovate che il decreto “protezionista” sia giusto o sbagliato?
Via | Il Sole 24 Ore