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Razzabastarda, il film secondo Alessandro Gassman

L’attore romano debutta dietro la macchina da presa con un film drammatico in bianco e nero, dedicato all’intregrazione. Dal 18 aprile in sala.

pubblicato 16 Aprile 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 15:43

Dal 18 aprile sarà distribuito in cinaunta copie da Moviemax RazzaBastarda, il film tratto dalla piece teatrale Cuba and this Teddy Bear di Reinald Povod, diretto e interpretato dal debuttante Alessandro Gassman, con la partecipazione di Michele Placido e Madalina Ghenea, che al Festival Internazionale del Film di Roma ha ottenuto una menzione speciale dalla giuria.

Il film, girato in bianco e nero, patrocinato da Amnesty International, racconta il rapporto il rapporto che il semianalfabeta e delinquente romeno Roman (Alessandro Gassman) instaura con suo figlio Nicu (Giovanni Anzaldo), mentre vive nella periferia della Capitale. Cerchiamo di capire cosa dobbiamo aspettarci, leggendo le dichiarazioni che l’attore e regista romano ha rilasciato alla stampa.

Il film

Ci sono in Italia 6 milioni di migranti di cui un milione e mezzo romeni. Dunque questo film è anche sulle persone che sbagliano molto, violente. Faccio vedere cose che nessuno vuole vedere, ma solo per l’integrazione. Il nostro Paese sarà democratico quando i bambini di genitori stranieri saranno italiani. (Tgcom)

[Il film racconta] il rapporto, tra un padre e un figlio, irrisolto. Quello che mi ha colpito di questa storia è che, in mezzo alla monnezza, in mezzo agli scarti della società, alle pattumiere, alla latta, alla plastica si può riuscire come in questa storia a trovare un grande cuore e un grande amore tra un padre e un figlio … irrisolto, sfortunatamente, in questo caso … però un grande amore. (Sky)

La società italiana si è evoluta nei confronti delle etnie. E la mia periferia è uguale a tutte le altre periferie delle altre città, dove i sogni si devono accantonare. La grande dimostrazione sono stati film di successo come Gomorra e Il divo, che non hanno nascosto nulla di ciò che accade. Il mio tentativo è quello di mettere in scena una piccola storia, forte e violenta, nella melma in cui viviamo. Lo considero un atto d’amore nei confronti di Roman, un romeno che più che un vero delinquente è un padre che fa tanti errori. (Libero)

A teatro era in 3D e a colori, ora in 2D e Bianco e nero, ma abbiamo lavorato per garantire un impatto emozionale al pubblico: un film forte e violento, che indaga dove non si vuole guardare. (Adnkronos)