Rebel Without a Cause – Gioventù bruciata: al cinema in versione restaurata
Rebel Without a Cause – Gioventù bruciata torna al cinema in versione restaurata con il mito di James Deam e la rappresentazione hollywoodiana della gioventù moderna che non temono un sessantennio.
Dopo quasi un sessantennio, Rebel Without a Cause – Gioventù bruciata di Nicholas Ray, torna al cinema in versione restaurata da Warner Bros, in collaborazione con The Film Foundation di Martin Scorsese e grazie al contributo di Gucci. Un classico distribuito in versione originale inglese con sottotitoli italiani, per tutto il mese di novembre 2014 con “Il Cinema Ritrovato. Al Cinema” promosso dalla Cineteca di Bologna e Gruppo Unipol.
L’occasione ideale per tornare agli albori della generazione che si ribella al perbenismo della società, il conformismo del cinema e la crisi della famiglia tradizionale, con una pellicola del 1955 che anticipava il ’68 e l’insofferenza generazionale, senza smettere di offrire l’emblematica rappresentazione hollywoodiana della gioventù moderna, insofferente a regole e ipocrisie, ieri come oggi.
Il film sceneggiato da Stewart Stern partendo dal saggio di Robert Lindner “Rebel without a cause. The hypnoanalysis of a criminal psycopath“, che punta i riflettori e la regia di Nicholas Ray sulle inquietudini di tre giovani figli della borghesia benestante e annoiata, alle prese con problemi familiari, di identità sessuale ed inserimento sociale, quanto i giovani interpreti scelti accuratamente per dargli un volto tormentato e un carattere dannato.
L’adolescente timido e arrabbiato John “Plato(ne)” Crawford, interpretato da un Sal Mineo omosessuale, con una famiglia che lo trascura affidandolo ad una governante di colore, foto di un bell’attore (Alan Ladd) nell’armadietto scolastico e un’ambigua attrazione per le figure maschili che riecheggia nel bisogno di un padre, di amore e di una famiglia, quanto negli amori platonici stuzzicati dal soprannome.
La giovane e ben educata Judy, sensibile al fascino degli uomini maturi quanto la Natalie Wood che la interpreta, caricando di sfumature morbose il legame con il padre, teppisti virili come Buzz, coetanei dolci e forti come Jim.
Il ribelle Jim Stark di un bisessuale James Dean capace di caricare il suo personaggio orfano di punti di riferimenti con incertezze sull’identità sessuale che non gli vietano di corteggiare Judy, pur non restando insensibile alle attenzioni di Plato, o di ribellarsi allo strafottente capo della banda che lo chiama “chicken” (fifone, checca?), pur sentendosi attratto dal fascino della sfida e di una virilità affrontata con duelli di coltelli (molto fallici) nel piazzale del Planetario, e quella memorabile corsa notturna con le auto.
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Un mito bello e dannato per le generazioni a seguire che ‘hanno tutto eccetto ciò di cui hanno bisogno (Fitzgerald), che alterna raptus di rabbia e violenza ad attimi di paura e smarrimento, assecondati da una postura sghemba ed irriverente, con un talento imprevedibile da “eroe baudelairiano” per François Truffaut.
Il talento ideale per far luce sull’eterna crisi generazionale tra genitori e figli, diventando il fulcro del piccolo nucleo alla ricerca di qualcosa di più stabile e spontaneo, conducendo una vita fuori dalle regole capace di lanciarsi per noia oltre il precipizio. Il tutto introdotto sin dalla prima mirabile scena al commissariato di polizia che scorre insieme ai titoli di testa la sera di Pasqua.
La scena aperta da un Jim arrestato dagli agenti che giace a terra ubriaco, ridendo del tentativo di mettere a dormire un pupazzo, prima di urlare contro i genitori che litigano quel Mi avete rotto i timpani!, pieno di rabbia e smarrimento captati dal comandante di polizia sensibile al disagio giovanile.
Un piccolo gruppo governato da un triangolo emotivo e sentimentale anticonvenzionale, ben sintetizzato dalla scena che inquadra Judy seduta con Jim sdraiato sul grembo e Plato seduto per terra che appoggia la testa sul braccio di Jim.
Una dimensione drammatica intensificata da inquadrature oblique, l’uso dell’innovativo CinemaScope (in formato 2.55:1) e quel “valore psicologico del colore” in cui credeva il regista Nicholas Ray , che ha contribuito a lasciare ai posteri il mito in giacca rossa e maglietta bianca di James Dean.
Il resto arriva dalla forte violenza e carica sessuale di scene che allontanavano la gioventù americana dalle consueta rappresentazione confezionata per il pubblico.
Scene che lasciando perplesso il produttore, Geoffrey Shurlock, sin dai primi giorni di lavorazione, costringendo il distributore ad operare pesanti tagli per superare il giudizio della commissione di censura italiana.
La visione di un classico del cinema e dell’Olimpo dei cult, mutilata che questa volta con i dialoghi in lingua originale sottotitolati in italiano, sentirà di non perdere il tono emotivo espresso da James Dean, insieme a quel suo sguardo smarrito e rabbioso.
Voto di Cut-tv’s: 10
Gioventù bruciata (Rebel Without a Cause, 111′, USA/1955) regia di Nicholas Ray; con James Dean (Jim), Natalie Wood (Judy), Sal Mineo (‘Plato’), Jim Backus (Frank), Ann Doran (Carol), Corey Allen (Buzz), William Hopper (padre di Judy), Rochelle Hudson (madre di Judy), Dennis Hopper (Goon). Di nuovo al cinema dal 6 novembre 2014.
Curiosità
James Dean morto il 30 settembre del 1955 a bordo di una potente macchina sportiva, Sal Mineo assassinato nel 1976 e Natalie Wood annegata in circostanze mai chiarite nel 1981, contribuirono ad accrescere l’aura leggendaria del film bello e dannato.
Gioventù bruciata è il secondo film interpretato dal James Dean, dopo La valle dell’Eden diretto da Elia Kazan e prima di girare Il gigante diretto da George Stevens.
Nato come film in bianco e nero, dopo dieci giorni di riprese in bianco e nero, “Gioventù bruciata” venne stravolto dal “valore psicologico dei colori” voluti dal regista Nicholas Ray.
Gioventù bruciata uscì nelle sale italiane nell’aprile del 1956 mutilata dalla censura.
La censura italiana del 1955
Il film fu sottoposto alla commissione di censura nel dicembre del 1955. Il 29 dicembre la commissione emise questo verdetto: “Revisionato il film, si esprime parere favorevole alla proiezione in pubblico a condizione che:
1) sia notevolmente ridotta la scena del duello tra i due giovani;
2) venga eliminata la scena nella quale il protagonista si rivolge contro il padre;
3) sia ridotta la scena del bacio che si scambiano i due giovani protagonisti, nella villa disabitata;
4) che la visione del film sia vietata ai minori di anni 16, in quanto alcune scene di esso non sono idonee alla sensibilità dei minori.
Il documento reca in calce la scritta a mano:”Controllati i tagli sono stati effettuati” (25.01.1956).
Il film ottenne tre nomination all’Oscar, per il miglior soggetto (Nicholas Ray), miglior attrice non protagonista (Natalie Wood) e il miglior attore non protagonista (Sal Mineo).
Dopo la fine delle riprese di questo film, James Dean, Sal Mineo e Dennis Hopper reciteranno ancora insieme in Il gigante (1955).
L’attore Edward Platt, che interpreta l’agente Ray Fremick, il poliziotto comprensivo, è un caratterista di vaglia, noto per la sua partecipazione a molti telefilm, tra i quali si segnala in particolare Get Smart, dove interpretava Il Capo.
Nel film James Dean guida una Ford Super De Luxe del 1946 e una Mercury Club Coupe del 1949.
A sostenere un provino per la parte di Jim, nel 1947 fu un ventitreenne Marlon Brando che preferì il teatro, lasciando il ruolo a Dean, sette anni dopo.
Gallery fotografica
Poster
Via | Cinema Ritrovato – Kinopoisk