Home Notizie Rec 3 – La genesi: dalle origini del contagio all’apocalisse annunciata

Rec 3 – La genesi: dalle origini del contagio all’apocalisse annunciata

Ripercorriamo i primi due capitoli della celebre saga horror spagnola e scopriamo cosa ci riservano i due nuovi sequel

pubblicato 17 Gennaio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 18:28

 

Cogliamo l’occasione dell’uscita nelle sale del sequel Rec 3 – La genesi per rispolverare il dittico composto dai mockumentary-horror Rec e Rec 2, titoli diretti in tandem dai registii spagnoli Paco Plaza (Second Name) e Jaume Balaguerò (Fragile), che tra il 2007 e il 2009 spopolarono cavalcando l’onda del modaiolo formato “found footage”, rilanciato dal fenomeno Paranormal Activity e proprio in quegli anni dal campione d’incassi Cloverfield. Un formato tanto in voga che anche il veterno George A. Romero sei mesi prima dell’uscita di Rec, approdava nei cinema con Le cronache dei morti viventi, prima incursione per il regista e per la sua saga-zombie nel formato mockumentary.

 

REC – L’ORIGINE DEL CONTAGIO

Tutto inizia in una palazzina di Barcellona, il film viene girato in un’unica location, un condominio adibito a set (esempio pratico di come abbattere i costi di produzione), inoltre le riprese vengono realizzate con una camera a spalla onde sfruttare l’effetto shaky-cam (il termine è legato ad alcune tecniche usate dal regista Sam Raimi nel suo memorabile Evil Dead). L’impatto visivo è dinamico, realistico oltre l’insperato e la penombra che incombe sulla scena accentua l’effetto ansiogeno, il resto lo fanno le performance degli attori capeggiati da Manuela Velasco, attrice e conduttrice tv spagnola che veste i panni di Angela Vidal, una giornalista giunta nella palazzina con una squadra di vigili del fuoco, che sarà testimone insieme al suo cameraman del primo contatto con gli inquilini contagiati, tutti in preda ad un terrificante raptus di cieca violenza. Per accentuare le reazioni del cast furono ecogitati degli escamotage durante le riprese, ad esempio nella sequenza in cui un vigile del fuoco precipita giù nella tromba delle scale gli attori non furono messi a conoscenza di ciò che stava per accadere, onde sfruttare al meglio la loro reazione che risultò così molto più naturale e nella scena finale del film, girata con una camera ad infrarossi, gli attori si sono mossi ed hanno recitano nell’oscurità più assoluta.

E’ indubbia la capacità immersiva che il formato riesce a regalare alla messinscena, la visuale in soggettiva è uno degli escamotage usati anche in molti videogames per portare il giocatore dentro l’azione e l’utilizzo che ne fanno i due filmmakers spagnoli è il medesimo, tutto puntato alla dinamicità, all’effetto sorpresa e nel tenere lo spettatore in una perenne tensione. Un modus operandi che arriva dritto al segno, il film di Plaza e Balaguerò sembra Paranormal Activity sotto steroidi, i morti viventi lenti e dinoccolati di romeriana memoria diventano dei centometristi come accadeva nel remake L’alba dei morti viventi e hanno l’aspetto dei rabbiosi contagiati di 28 settimane dopo. Nessuna orda in decomposizione a caccia di cervelli, ma singoli folli e aggressivi come bestie feroci, in agguato nell’ombra e pronti a veicolare un virus che scopriremo in seguito di natura sovrannaturale, frutto di alcuni esperimenti effettuati su una ragazzina posseduta. Questo primo film riscuote un successo tale che un sequel è d’obbligo, ma nel frattempo gli americani decidono di realizzarne un remake-fotocopia dal titolo Quarantena con protagonista Jennifer Carpenter, già vista nei panni di tormentata posseduta nel notevole The Exorcism of Emily Rose.

 

REC 2 – IL CONTAGIO PRENDE FORMA

Con il sequel Rec 2 Plaza e Balaguerò non bissano in termini d’incasso il successo del film precedente, ma hanno parecchio materiale da sfruttare, anche se la location resta la medesima dell’originale. Questa volta scopriamo cosa è accaduto alla giornalista Angela Vidal trascinata nell’oscurità nella sequenza finale del primo film e come accadeva in Aliens – Scontro finale arrivano “i nostri”, un team dei reparti speciali scorta all’interno dell’edificio posto in quarantena un medico che intende recuperare un campione di sangue della posseduta Tristana Medeiros, la “paziente zero” che si aggira nel palazzo e che abbiamo intravisto nel capitolo precedente. Il riferimento fatto all’Aliens di James Cameron non è casuale, se nel primo Rec i vigili del fuoco non erano addestrati ed erano inconsapevoli di dover affrontare una situazione del genere, in questo sequel il team di poliziotti come i marines coloniali hanno un addestramento di alto profilo e sono in parte preparati a ciò che li aspetta, ma come nel sequel di Cameron questo non impedirà loro di diventare egli stessi vittime e veicoli di contagio, perchè come lo xenomorfo alieno anche il “virus Medeiros”, ci sembra un nome adeguato, non è altro che un parassita di origine demoniaca che ha bisogno di un’ospite per crescere e propagarsi e quell’ospite, prima riconoscibile nell’ormai logora Tristana, ora ha trovato un nuovo involucro in cui incubarsi, quella della giovane giornalista Manuela Velasco.

Tra le curiosità legate a questo primo sequel segnaliamo che stavolta per accentuare ancor più il discorso delle riprese in soggettiva legate al mondo dei videogames, c’è una sequenza oltremodo esplicita con un’arma ripresa con il medesimo stile di un videogame sparatutto, mentre il cameraman Pablo Rosso visto nel Rec originale questa volta torna nei panni di un membro del team delle Forze speciali

 

REC 3 / REC 4:: IL CONTAGIO SI PROPAGA E…DILAGA

La serie prosegue quindi con un terzo capitolo diretto in solitaria da Paco Plaza, questo nuovo film è in qualche modo un capitolo di transizione con tutti i problemi che ciò comporta: si abbandona il formato mockumentary ormai alla frutta per un approccio più tradizionale, ci si distacca in qualche modo dal dittico originale spostando l’azione in un luogo esterno, una villa fuori città dove si sta svolgendo un ricevimento di nozze che si trasformerà ben presto in un girone infernale. Plaza ribadisce la possessione di origine maligna, si inserisce una connotazione umoristica e ci sono i consueti riferimenti e omaggi a b-cult vedi Dal tramonto all’alba piuttosto che Evil Dead. Da segnalare che con l’uscita di questo secondo sequel arriva anche una versione a fumetti della saga in stile Tales from the Crypt, pubblicata in spagna con il titolo [REC] 0 – El còmic.

Per quanto riguarda invece la sorte della giornalista Angela Vidal, protagonista dei primi due film, sarà svelata solo nel quarto capitolo della saga Rec 4: Apocalypse, un probabile capitolo finale che fa presagire un Armageddon a base di possessioni su larga scala e l’inferno in terra, almeno questo è quello che speriamo ci regali Jaume Balaguerò, designato alla regia senza il supporto di Plaza, i due registi si sono spartiti gli ultimi due episodi, un capitolo conclusivo speriamo capace di risollevare le sorti della serie.